Non solo Pompei. Non solo i siti già insigniti dal sigillo UNESCO. Decongestionare, destagionalizzare, allungare i periodi di permanenza. Proporre un’offerta turistica e culturale sempre più vasta e diffusa, valorizzando le bellezze di tutti i 92 comuni dell’area metropolitana. Contro il Covid, al WTE, il Salone Mondiale dei Siti UNESCO in programma a Roma dal 24 settembre e che si chiude oggi, la Città Metropolitana di Napoli ha messo in campo 50 Itinerari Culturali sviluppati in spazi aperti, sostenuti dai fondi del Piano Strategico dedicati ai settori della Cultura e dell’Ambiente – ben 540 milioni di euro nel triennio – e progetti di realtà aumentata. Riscuotendo grande successo per Napoli e per l’intera area metropolitana tra il pubblico di visitatori, tour operators e buyers internazionali che ha affollato le sale del Wegil, l’hub culturale trasteverino, recentemente recuperato, che ha ospitato il Salone.
Il Turismo ai tempi del Covid: la “Cultura come Cura” e i Percorsi dei 4 Elementi.
Punto centrale della partecipazione della Città Metropolitana al WTE 2020, guidata dalla Consigliera Delegata alla Cultura come Sviluppo, Elena Coccia, è stato quello di illustrare le soluzioni che il gruppo di lavoro inter-disciplinare e inter-istituzionale messo in campo dall’Ente ha individuato per superare la crisi del settore turistico conseguente all’emergenza epidemiologica che ha investito l’intero pianeta. Soluzioni che sono state racchiuse in un Manifesto condiviso e sottoscritto da tutti i soggetti competenti dal titolo “La Cultura come Cura” – fatto proprio e dichiarato best practice dall’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale – che ha visto lo sviluppo di 50 itinerari culturali per un turismo sostenibile in tempo di pandemia. In pratica, itinerari culturali in spazi aperti tesi a valorizzare, partendo soprattutto dal traino offerto dai Siti UNESCO dell’area (il Centro Storico di Napoli, le aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata, i beni immateriali quali i Gigli di Nola e l’arte dei pizzaiuoli napoletani), luoghi meno conosciuti ma non per questo di minor pregio.
Gli itinerari sono stati divisi in quattro aree, legate ai quattro elementi, aria, acqua, terra e fuoco – racchiusi in altrettanti volumetti presentati in anteprima nazionale al Salone – e in 5 gruppi. Diciotto quelli legati al Verde Urbano e ai Parchi (tra gli altri, il Bosco di Capodimonte, le Ville e i Parchi di Napoli, il Parco dei Campi Flegrei, quelli del Vesuvio, del Sarno e dei Monti Lattari), mentre 14 sono gli Itinerari del Trekking Metropolitano e della Street Art, tra cui, ad esempio, le Scale di Napoli, il Cammino dei Teatri Antichi, il Sentiero degli Dei con l’intero territorio della Penisola Sorrentina e i percorsi alla scoperta dei murales di Jorit. Liternum a Giugliano, la Fescina a Quarto, e poi Nola, Cimitile, il parco fluviale di Longola a Poggiomarino sono solo alcuni degli Itinerari Archeo-Naturalistici (in tutto 10), mentre l’Area Marina e Parco Sommerso della Gaiola a Napoli, il Parco Archeologico Sommerso di Baia, le vie dell’Acqua e del Fuoco di Torre del Greco, Torre Annunziata e Castellammare di Stabia fino alla Piscina Mirabilis a Miseno costituiscono gli Itinerari delle Acque. Chiudono il percorso i quattro Itinerari della Memoria – Itinerari Borbonici e Itinerari Rivoluzionari, che comprendono, in particolare, Palazzo Reale, la Reggia di Capodimonte, Castel Nuovo, Castel dell’Ovo, Castel Sant’Elmo a Napoli, la Reggia di Portici, la Reggia di Quisisana a Castellammare di Stabia e la Casina del Fusaro a Bacoli. E poi le Chiese Aperte, i Borghi Storici, i percorsi Slow Food.
Il Piano Strategico Metropolitano.
Itinerari che devono essere sostenuti sotto il profilo finanziario. All’interno del miliardo di euro stanziato nel triennio per cambiare il volto dell’intera area, il Piano Strategico varato dalla Città Metropolitana di Napoli su impulso del Sindaco Luigi de Magistris ha, infatti, destinato 540 milioni a due settori considerati fondamentali: la Cultura come Sviluppo e il Verde pubblico. In particolare, 85 milioni sono stati stanziati per il patrimonio culturale, 382 milioni per spazi pubblici e strade la maggior parte delle quali a servizio dei beni culturali e 17 milioni per la mobilità sostenibile, mentre ai parchi e alle aree verdi sono andati 53,4 milioni.
Tra gli interventi finanziati – illustrati dal Direttore Generale, Giuseppe Cozzolino, nel corso di un workshop specificamente dedicato al PSM tenutosi nella Sala A dell’hub capitolino – figurano il completamento del Grande Progetto UNESCO di Napoli con il rifacimento di reticoli di strade del centro storico, così come la riqualificazione di Corso Vittorio Emanuele o di Viale Umberto Maddalena, la strada che conduce all’aeroporto di Capodichino; parchi, come l’Akeru di Acerra, un polmone di 67mila metri quadrati di verde nel cuore di un’area densamente popolata come l’agro acerrano-nolano, o il sistema dei 19 parchi di Napoli – 14 milioni – tra cui il Virgiliano, la Villa Comunale, il Parco di Scampia; interventi di recupero del tessuto urbano, come la riqualificazione del centro storico di Vico Equense, del Museo della Pasta di Gragnano, o del palazzo storico che ospita il Comune di Cercola, del Molo Borbonico di Ercolano, o la risistemazione del percorso archeologico-naturalistico che dal Castello di Baia, nel comune di Bacoli, accompagna al Lago Miseno e alla Tomba di Agrippina.
Sirena City, contro il Covid un’app con realtà aumentata.
Ma la Città Metropolitana vuole mettere in campo anche progetti sviluppati grazie alle più moderne tecnologie per favorire il turismo ai tempi del Covid. E quindi spazio alla realtà aumentata per far vivere a coloro i quali sceglieranno di visitare la città un’esperienza entusiasmante: passeggiare tra le strade e le piazze accompagnati dai grandi musicisti e compositori del passato, che spiegheranno la storia dei luoghi e, soprattutto, faranno ascoltare loro le melodie che agli stessi luoghi sono ormai indissolubilmente legate.
Mauro Gioia, artista e cultore della musica napoletana – che ha messo insieme il più grande archivio di dischi dei primi del Novecento di canzoni napoletane dell’età d’oro – ha realizzato, insieme con il suo team, un modello prototipale di app, presentato nel corso del Salone, che consentirà di effettuare “passeggiate musicali” tra i monumenti della canzone napoletana, a partire dalle case dove vivevano i cantanti più famosi, fino alle finestre dalle quali uscivano le loro note, alla scoperta dei palazzi dove poeti e compositori hanno scritto canzoni diventate celebri in tutto il mondo, oppure davanti ai caffè dove le hanno presentate la prima volta o tra i velluti di quel teatro che li vide debuttare. Un cellulare, un paio di cuffie, magari un paio di scarpe comode per scoprire storie che nessuno ha mai saputo raccontare. Si può immaginare di incamminarsi verso l’angolo di via San Biagio dei Librai e via Duomo e di vedersi venire incontro Enrico Caruso, e sentire la sua voce risuonare sempre più forte mentre canta “O sole mio” quanto più ci si avvicina, e scoprire quel piccolo caffè, il Caffè dei Mannesi, dove 123 anni fa si esibì per la prima volta in pubblico. Oppure, andando per la signorile via San Pasquale, scoprire che lì ha abitato il sommo poeta Salvatore di Giacomo, e ascoltare la sua “Catarì” cantata dal ‘rivale’ di Enrico Caruso, Fernando De Lucia.
La Città Metropolitana di Napoli protagonista al Salone.
«Siamo lieti di essere al WTE per il quinto anno consecutivo – ha affermato il Sindaco della Città Metropolitana di Napoli, Luigi de Magistris – e di esservi con un prestigio sempre crescente, tant’è che quest’anno, con la nostra Consigliera Delegata Elena Coccia, abbiamo anche partecipato, insieme con il Sottosegretario Bonaccorsi, alla cerimonia di apertura. Ma siamo lieti soprattutto perché abbiamo avuto modo di verificare, di toccare con mano quanto questo percorso di valorizzazione, specie dei siti cosiddetti minori, attraverso lo sviluppo di itinerari a partire dai Siti UNESCO, abbia prodotto benefici per il nostro territorio: prima del Covid, Napoli e la sua area metropolitana erano al primo posto per incremento di presenze turistiche in Italia. Ora stiamo affrontando un periodo difficile, ma lo stiamo affrontando al meglio, coniugando strategia e risorse: il nostro faro è quello del Manifesto “La Cultura come Cura” che stiamo supportando con le importantissime risorse ricavate dal Piano Strategico. E presto torneremo a correre e a consolidare quel primato».
«Il Piano Strategico – ha sottolineato la Consigliera Metropolitana Delegata, Elena Coccia – gli itinerari culturali in spazi aperti, il Manifesto, l’app con la realtà aumentata, la condivisione con i territori: possiamo dire che, al di là dei risultati lusinghieri raggiunti, la proposta presentata dalla Città Metropolitana di Napoli costituisca piuttosto un metodo, un modello, per affrontare la crisi da coronavirus e per trasformarla in opportunità. Ciò dimostra che Napoli ha tutte le caratteristiche per esercitare il ruolo di capitale e di guida nei settori del turismo e della cultura a livello nazionale e internazionale».
Incontri con buyers, FIAVET, workshop e candidature UNESCO.
La Città Metropolitana di Napoli ha voluto cogliere l’opportunità del Salone per sostenere ulteriormente i progetti di candidatura UNESCO già presentati al MIBACT, ovvero il dossier dei Campi Flegrei, quello dell’Arte della lavorazione del corallo e del cammeo e il sito seriale delle Residenze reali del periodo borbonico, al quale si è aggiunto, di recente, anche quello delle Arciconfraternite. Nel corso della giornata dedicata, la Città Metropolitana ha preso parte, inoltre, agli incontri b2b con i buyers internazionali, che quest’anno si sono svolti da remoto, causa Covid, e che hanno visto la partecipazione di circa 70 operatori interessati ai territori UNESCO in collegamento da Norvegia, Svezia, Danimarca, Spagna, Francia, Belgio, Olanda, Germania, Austria, Svizzera, Israele e UK. La Città Metropolitana ha anche incontrato i componenti dell’Assemblea Nazionale di FIAVET, la Federazione delle Associazioni Imprese Viaggi e Turismo, cui ha illustrato le proposte elaborate per il Salone che hanno riscontrato ottimi feedback.
Fitto il programma dei workshop del WTE, che hanno visto la partecipazione, tra gli altri, dei Sottosegretari all’Ambiente, Roberto Morassut, e al Turismo, Lorenza Bonaccorsi. La Città Metropolitana di Napoli ne ha promossi due, ai quali sono intervenuti, tra gli altri, Roberta Varriale di ISMED – CNR, Gianmarco Pisa, coordinatore dei volumi realizzati dall’Ente, Giovanni Cafiero e Maria Teresa Moccia di Fraia per il Programma “Rotta di Enea”, l’architetto Francesco Escalona, Peter Hoogstaden, autore delle mappe per la sentieristica tra le province di Napoli e Salerno, tra cui il “Sentiero degli Dei”, rappresentanti del Distretto Turistico per lo sviluppo delle costiere sorrentina e amalfitana, e Gabriele di Napoli, che ha presentato i lavori realizzati dall’Osservatorio Centro Storico UNESCO del Comune di Napoli.
Per l’evento, l’Ufficio Stampa Web Tv della Città Metropolitana di Napoli ha realizzato, di concerto con i partners, video divulgativi e promozionali.
Ufficio Stampa Web Tv della Città Metropolitana di Napoli