Sono passati cinque giorni dall’inizio dello sciopero della fame, indetto a Bologna dall’attivista di Extinction Rebellion Daniele Quattrocchi, per chiedere alle istituzioni cittadine la concretizzazione delle promesse fatte, un anno fa, con la dichiarazione di emergenza climatica ed ecologica. Dopo cinque giorni di protesta, nonostante il calore di molti passanti, dall’amministrazione solo silenzio.
Prosegue, tra meditazioni di piazza e presidio, lo sciopero della fame targato Extinction Rebellion Bologna, indetto martedì primo settembre dall’attivista Daniele Quattrocchi. L’attivista è ogni giorno dalle 16-20 in piazza Re Enzo, a una centinaia di metri da Palazzo D’Accursio centro amministrativo della città.
Durante questi primi quattro giorni Daniele ha ricevuto molta solidarietà da parte della società civile: passanti incuriositi dai tanti cartelloni, cittadini preoccupati dalle sue condizioni, accorsi in piazza dopo aver letto i giornali, esponenti di associazioni, movimenti , comitati ambientalisti e esponenti di liste civiche, giornalisti. Tanta solidarietà che rinvigorisce lo sforzo dell’attivista in quella che è diventato un’azione consueta per Extinction Rebellion Bologna. Infatti, giusto un anno fa il movimento irrompeva sulla scena bolognese con lo sciopero della fame di Filippo Guerini, che contribuì alla dichiarazione di emergenza climatica ed ecologica che impegnava la Giunta ad obiettivi sfidanti, tra tutti: rendere pubblici i dati delle emissioni del territorio comunale , 0 emissioni nette di CO2 entro il 2030, scrivere un road map con azioni dettagliate e indire assemblee cittadine sul clima con potere deliberativo.
L’amministrazione agli inizi di ottobre dello scorso anno, sembrava volesse seriamente attuare gli impegni e iniziò a pubblicizzare la dichiarazione, ma poi con la serrata campagna elettorale delle Regionali e il covid-19, l’emergenza climatica ed ecologica, nonostante le numerose azioni di Extinction Rebellion, è caduta nel dimenticatoio. Ma non è finita qui, infatti, oltre al danno anche la beffa, perché in quest’ultimo anno l’amministrazione ha accelerato sul progetto di allargamento della tangenziale, sull’abbattimento del bosco urbano dei Prati di Caprara e in generale sulla speculazione edilizia per le ex aree demaniali, insomma tutti i punti in contrasto con la Dichiarazione di un anno fa.
“Non c’è più tempo, bisogna agire ora. Non capisco perché l’amministrazione non abbia preso provvedimenti fino ad adesso, sembra non gli interessi della salute di noi cittadini”- spiega Quattrocchi – “so che lo sciopero della fame è un gesto forte, estremo, ma credo sia necessario per comunicare, attraverso il mio sforzo, l’importanza di un’azione immediata!”.
Un’azione di forte impatto emotivo, tipica della disobbedienza civile, che siamo abituati a vedere inscenata da prigionieri politici, per chiedere il rispetto dei diritti umani, che con Extinction Rebellion ha allargato il suo campo d’azione. Infatti, anche il diritto alla salute, è un diritto umano e l’emergenza climatica ed ecologia mette a repentaglio la salute di tutti noi. E allora stupisce il silenzio delle Istituzioni, che conoscono alla perfezione la situazione, ma che sono paralizzate nell’agire. Sembra, ancora una volta, che contino di più gli interessi di parte che quelli dell’intera comunità. Per il bene di tutti noi e per quello di Quattrocchi, speriamo che il Sindaco accetti l’incontro pubblico richiesto dal movimento