Si è appena concluso il trasbordo dei 140 naufraghi rimasti a bordo della Open Arms. Nel corso del pomeriggio sono stati trasferiti sulla nave “quarantena” Allegra nel porto di Palermo, dove già si trovano le 123 persone che negli ultimi due giorni si erano buttate in mare.
Si conclude così, dopo 22 giorni, la missione 76 di Open Arms ed EMERGENCY, che dall’8 settembre ha effettuato il salvataggio di 276 naufraghi in tre operazioni distinte, due in Sar maltese e una in Sar libica.
Dopo il rifiuto reiterato da parte di Malta e Italia di assegnare un porto sicuro di sbarco e di evacuare i casi medici gravi, Open Arms era rimasta in attesa di approdo con a bordo 258 uomini, di cui 54 ragazzi non accompagnati al di sotto dei 18 anni, due bambini di 2 e 3 anni, 16 donne di cui 2 incinte, evacuate poi d’urgenza la sera del 15 settembre. Tra le nazionalità presenti, Mali, Costa d’Avorio, Guinea, Burkina, Egitto, Ghana.
I naufraghi, secondo lo staff medico di EMERGENCY, erano estremamente provati dal viaggio e dalle condizioni di vita, e spesso di detenzione, precedenti. Dopo 10 giorni senza risposte sull’assegnazione di un porto, a bordo in spazi ristretti e all’aperto con mare mosso, tra ieri e oggi 123 naufraghi si sono buttati in acqua nel tentativo di raggiungere la costa a nuoto. Ora sono tutti in salvo, recuperati dalla Guardia Costiera italiana, sono stati sottoposti a screening sanitario e tampone e condotti sulla nave “Allegra”, dove rimarranno per la quarantena.
“Far attendere così a lungo un porto sicuro a persone già vittime di violenze, abusi e viaggi lunghissimi alla ricerca di un futuro migliore è una violazione dei diritti umani fondamentali, dei diritti del mare e delle nostre costituzioni democratiche” dichiarano congiuntamente OPEN ARMS ed EMERGENCY. “Non possiamo chiudere ancora a lungo gli occhi di fronte a un’emergenza umanitaria che non si ferma e che richiede soccorsi strutturali, autorità competenti e un approccio improntato alla difesa dei diritti umani. Noi saremo sempre da questa parte e torneremo in mare per difendere chi fugge da guerra e povertà”.