Rischiavano di non essere compresi, data la gravità dei reati loro attribuiti (e mai commessi), nel decreto emanato ad aprile da re Salman, in base al quale la pena di morte non sarebbe stata più applicata nei confronti dei rei minorenni.
Invece, il 26 agosto la Procura generale dell’Arabia Saudita ha ordinato la revisione dei casi di Ali al-Nimr (nella foto, nipote di un noto imam sciita messo a morte all’inizio del 2016) e Dawoud al-Marhoon, arrestati nel 2012 quando avevano 17 anni, e di Abdullah al-Zaher, arrestato nel 2011 quando di anni ne aveva 15.
Tutti e tre erano stati condannati a morte nel 2016 per reati di terrorismo commessi nella Provincia orientale, dove la maggioranza della popolazione è sciita e lamenta da tempo di essere discriminata.
In base al decreto di aprile la pena massima per i rei minorenni è ora di 10 anni, da scontare in un carcere minorile.