Milano non dimentica questa drammatica vicenda. Ancora una volta, grazie ad Amnesty, è stato ricordato il caso di un ennesimo prigioniero politico. Certo che l’Egitto negli ultimi anni sta inanellando una serie di “casi” che richiedono e soprattutto richiederanno una mobilitazione sempre più grande.
Patrick Zaki da sei mesi è praticamente sparito e la sua carcerazione si rinnova con cicli sempre più lunghi in luoghi sempre più terrificanti. In piazza è stata raccontata nei dettagli la sua vicenda, pazzesca. Il dramma è che quella è la situazione che maggiormente conosciamo, ma quanti altri stanno nelle sue condizioni?
A partire dalla primavera del 2011 rischiano in tantissimi: manifestanti, blogger, difensori dei diritti civili, giornalisti, avvocati, donne che si esprimono liberamente, fino a coloro che fanno volare minacciosi aquiloni. Eppure l’Italia continua a commerciare armi con questo paese.
A settembre sarà bene tornare in piazza per tutte queste vicende, per Patrick come per Giulio, il cui nome campeggiava sopra le teste dei manifestanti di oggi.
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Foto di Rosetta Penna