Appello al Governo Italiano da Co-mai, Amsi e UMEM affinché attivi subito un corridoio Sanitario e umanitario e invii una delegazione di medici per la popolazione libanese.
La Comunità del mondo arabo in Italia(Co-mai), l’associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) e l’unione medica euro mediterranea (UMEM) continuano a seguire la tragedia libanese con statistiche sempre in aggiornamento, data la gravità della situazione, in tutta la capitale libanese e provincia.
“Più di 125 morti e 4500 feriti, di cui 500 bambini, numerosi dispersi sotto le macerie e case distrutte con più di 300 mila persone senza casa. Una squadra di 15 vigili del Fuoco morta sul posto dell’esplosione mentre cercava di spegnere il fuoco iniziale. Quattro ospedali sono fuori uso e numerosi feriti vengono curati per le strade e vengono trasferiti fuori città negli ospedali vicini. Negli ospedali numerosi pazienti sono morti a causa della mancanza di elettricità e degli ospedali distrutti. Oltre a medici (chirurghi generali e vascolari, ortopedici, oculisti, pediatri, neurochirurghi, cardiologi, otorinolaringoiatri) e infermieri, manca sangue e tutto il necessario per la branca di chirurgia e pediatria.
Numerosi paesi stanno già rispondendo all’appello del governo libanese: dal Qatar sono in arrivo due ospedali civili con 500 letti ciascuno, stanno arrivando anche aiuti sanitari e medici da Iran, Kuwait, Francia, Emirati Arabi. Al nostro appello hanno risposto numerosi medici arabi e libanesi pronti ad andare in Libano per sostenere la popolazione.
Ci appelliamo al Governo italiano affinché attivi subito un corridoio sanitario e umanitario, e invii una delegazione di medici per la popolazione libanese. Così dichiara Foad Aodi, Presidente Amsi e Co-mai e membro del registro esperti Fnomceo, in contatto diretto con i medici libanesi locali .