Riceviamo e pubblichiamo il testo della lettera aperta inviata dal Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera di Viterbo, che invita caldamente la sottoscrizione e la ratifica del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari da parte dell’Italia. Il TPAN entrerà in vigore quando almeno 50 stati lo avranno ratificato. Ad oggi lo hanno fatto 43 paesi.
Gentilissima Presidente del Senato della Repubblica,
gentilissimo Presidente della Camera dei Deputati,
ricorrendo nei giorni scorsi il LXXV anniversario delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, tanto il Presidente della Repubblica, quanto Lei, Presidente del Senato, e Lei, Presidente della Camera, ha e avete diffuso messaggi di cordoglio per le vittime e di esortazione all’impegno affinchè simili orrori non abbiano a ripetersi mai più e si proceda quindi verso il disarmo, la pace, la cooperazione fra tutti i popoli nel riconoscimento della comune umanità di tutti gli esseri umani; nella consapevolezza che le armi atomiche mettono in pericolo l’esistenza stessa dell’umanità nel suo insieme.
Orbene, come è noto, il 7 luglio 2017 una conferenza ad hoc dell’Onu ha adottato il necessario e non più rinviabile “Trattato per la proibizione delle armi nucleari”, che entrerà in vigore dopo che almeno cinquanta Stati lo avranno sottoscritto e ratificato. L’Italia è tra i paesi che questo fondamentale Trattato ancora non lo hanno ne’ sottoscritto, ne’ ratificato.
In mancanza di questa firma ogni dichiarazione da parte dei più autorevoli rappresentanti istituzionali del nostro paese di cordoglio per le vittime e di apprensione per le sorti dell’umanità, ogni appello da parte dei più autorevoli rappresentanti istituzionali del nostro paese all’impegno altrui in assenza del nostro, rischia di apparire – ahinoi – come un vaniloquio, un esercizio di retorica, un atto di ipocrisia. E siamo certi che non erano questi il sentimento e l’intenzione vostra e del Presidente della Repubblica.
Come già innumerevoli associazioni umanitarie ed innumerevoli cittadine e cittadini, vi esortiamo pertanto anche noi ad assumere un impegno concreto, preciso e non più rinviabile: adoperarvi affinchè l’Italia sottoscriva e ratifichi nel più breve tempo possibile il Trattato Onu del 7 luglio 2017 per la proibizione delle armi nucleari.
E’ in vostro potere convocare le Conferenze dei capigruppo di entrambi i rami del Parlamento affinchè l’organo legislativo del nostro ordinamento giuridico deliberi un documento in tal senso che impegni e vincoli l’esecutivo.
E’ in vostro potere promuovere il pronunciamento del Parlamento italiano.
E’ in vostro potere far sì che l’Italia finalmente si esprima con un atto giuridico cogente in pro del bene comune dell’umanità aderendo al Trattato che impedisca alle armi atomiche di tenere sotto ricatto e minacciare di distruzione l’intera famiglia umana. Le ragioni per farlo le avete enunciate voi stessi, così come il Presidente della Repubblica, pochi giorni fa. A quelle vostre sentite parole date effettuale seguito, date autentico inveramento.
Ve lo chiedono tutte le associazioni umanitarie, l’intera comunità scientifica, tutte le cittadine e tutti i cittadini di volontà buona; ve lo chiede una lettura avvertita della nostra Costituzione, della Carta delle Nazioni Unite, della Dichiarazione universale dei diritti umani; ve lo chiede l’umanità intera; ve lo chiedono le generazioni future.
Augurandovi ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo