Napoli, in piazza sant’Eframo, una piccola chiesa dedicata ai santi Efebo, Fortunato e Massimo. I frati cappuccini la curano come merita di essere curato un edificio antico di secoli. Sull’altare maggiore una madonna lignea con Gesú bambino in braccio. Dicono che grazie alla sua intercessione, nel 1836 i napoletani riuscirono a sconfiggere il Cholera Morbus che devastava la città. Forse è per questo che ogni anno il 21 settembre esce in processione per le vie del quartiere accompagnata dai devoti in preghiera.
La Madonna sorride felice, il calore napoletano le ricorda quello dei brasiliani, quando, fin dai tempi del primo missionario gesuita, José de Anchieta, proclamato santo da papa Benedetto, era oggetto di devozione e culto. La leggenda racconta che fu proprio il missionario a costruirla così come la si può ammirare a Napoli – vestito bianco, velo azzurro, pelle mulatta, Nossa Senhora dos Divinos Corações, Nostra Signora dei Cuori Sacri -per portarsela con sé nelle sue lunghe e pericolose escursioni in tutto il territorio brasiliano, fino ad arrivare in un villaggio di indios, in quello che oggi è lo stato di Pernambuco, nel nord-est del paese.
Nel 1710 la statua venne scoperta da alcuni frati cappuccini arrivati dall’Italia e consacrata sull’altare principale di una importante chiesa di Recife. Quando il Brasile venne scosso da un’onda iconoclasta spinta dai venti ottocenteschi, tra positivismo e massoneria, la chiesa fu profanata ma la Madonna riuscì ad essere tratta in salvo e inviata in gran segreto a Rio de Janeiro, da dove salpò per Napoli avvolta in un pacco nascosto nel fondo di un baule. Una volta arrivata, fu obbligata a rimanere per lungo tempo in un deposito portuario a causa del mancato pagamento delle tasse doganali. Le guardie insospettite, aprirono il baule e l’involucro che la proteggeva.
E la Madonna per la prima volta sorrise ai napoletani che, commossi e felici, la inviarono al convento dei cappuccini. Le grazie elargite fin da subito alla gente umile della parrocchia, permisero alla Madonna venuta dal Brasile di entrare nel cuore di questa nuova e allegra gente, sofferente e bisognosa come la sua, così come bisognose sono tutte le genti di ogni sud del mondo. Un terribile incendio distrusse la chiesa, la statua sacra ne uscì indenne. Fu la conferma che la sua nuova patria era proprio benedetta: la generosità dei fedeli la rese importante e la sua fama arrivò fino a papa Gregorio XVI che diede le disposizioni apostoliche affinché la statua venuta da lontano si chiamasse ufficialmente Madonna del Brasile. Passarono gli anni, i decenni, i secoli, e i brasiliani persero di lei ogni ricordo. Fino a quando nel 1923 il vescovo della città amazzonica di Santarém conobbe la storia e volle recarsi a Napoli per renderle omaggio.
Da allora cominciò un movimento civico e religioso per favorirne il rimpatrio. Si dice infatti che la piccola processione che la accompagna tutti gli anni per i vicoli del quartiere napoletano, a Recife, sua città di origine, avrebbe milioni di persone, devoti e preghiere a non finire, degne della sua storia e del nome che porta, Nossa Senhora do Brasil, Madonna del Brasile. Nacque dalle mani di un povero missionario, visse in un villaggio indigeno, oggi in tutto il paese esistono grandi e sontuose chiese a lei dedicate.
Si possono contare sulle dita di una mano i paesi e le nazioni ad avere una Madonna che ostenti il loro nome, quella del Brasile oggi sorride sull’altare di Napoli. Attraversò foreste e fiumi, arrivò a Rio de Janeiro da dove partì di nascosto per l’Italia. Guarda il Vesuvio da una piccola chiesa di quartiere da cui ha conquistato i cuori di quella gente che l’ha accolta fin da quando, con la forza della sua fede, la convinsero ad intercedere per vincere l’epidemia di colera, fin da quando, riuscì a sopravvivere intatta ad un incendio che distrusse la chiesa intera: dimostrò nei fatti ciò che era capace di fare. La statua venuta da lontano, Madonna del Brasile, mulatta come il suo popolo, orgogliosa della sua origine, porta a genti lontane la bellezza e l’abbraccio dei brasiliani. Dalle foreste tropicali ai vicoli di Napoli, l’immagine sacra protegge la sua gente. Nossa Senhora do Brasil: la Madonna dei Due Mondi.