La tribù e il segreto
Era già notte quando Anna decise di tornare al Museo. Era uscita di nascosto con Little John, e dopo un giorno intero non aveva fatto nessun progresso. Continuava a cercare quello che – come lei – aveva le ali. Il dottor Hans le aveva detto che da qualche parte in città c’era un altro bambino nato come lei, che era riuscito a rimuovere le ali con successo.
Erano stanchi di essere esibiti come “Curiosità Vive della Terra”, sfruttati da Jack, che diventava sempre più ricco con gli spettacoli. Ma non potevano più nascondere agli altri quello che stavano cercando.
Anna riunì tutti nel camerino. Aveva bisogno di condividere le sue preoccupazioni.
– Se scopro come liberarmi dalle ali – disse, guardandoli uno per uno -, forse Little John si può liberare dei peli sul viso; Chan e Ning, che sono nati attaccati, si potrebbero staccare e chissà, Madame Bernadette potrebbe crescere e perdere la barba.
Tutti la ascoltavano con la speranza in volto. Little John era il più entusiasta. Tom, il bambino scimmia che non parlava, era d’accordo con tutto quello che diceva Anna. Faceva gesti con la testa, sorrideva e si guardava intorno. Sembrava dire “ha ragione, ha ragione”.
– Non contare su Madame Bernadette -, disse una voce dal fondo del camerino. Era Francesco, il piccolo italiano con quattro gambe.
– Lei è fedele a Jack, non ci aiuterà – proseguì, mostrando un volantino dello spettacolo. “In fondo le piace comandarci.”
Little John saltò su dalla sedia enorme che stava davanti a un grande specchio – tutto il camerino era ricoperto da grandi specchi.
– “Preferisce restare con la barba, ma continuare a fare lo spettacolo”, affermò. “Lei non vuole essere normale, vuole essere attrice. Senza barba, e senza essere così piccola, non saprebbe come guadagnarsi gli applausi. Cosa farebbe lei senza lo spettacolo?”
Anna si intromise:
– “Lo so Little John. Ma chissà se vedesse qualcuno qui senza niente di diverso, senza ali, senza peli. Se vedesse che le “curiosità vive” non sono più curiosità, chissà se non cambierebbe idea?”
– “Tutti vogliono essere normali“, disse Chan, provocando la reazione di Ning, che alzò gli occhi al cielo: “O mio Dio, tu ti vuoi liberare di me” – i gemelli siamesi litigavano sempre, per qualunque cosa.
– “A me non importa di avere tanti peli in faccia“, commentò Little John.
– “Quello che non voglio più è di essere truccato e vestito come un leone e dovermi mettere a fare versi di animale per la platea. Nessun bambino vuole giocare con me. Mi prendono tutti in giro.”
Francesco lisciò le ali di Anna:
– “Non mi dispiacerebbe avere ali come le tue, Anna. Pensano che tu sia un angelo.”
Anna chiuse le ali e si girò:
– “Io non sono un angelo. E non ha senso avere le ali e non volare”, disse. “Sono inutili. E poi sono stanca delle persone che mi gridano dietro e dubitano pure che le ali siano vere. Hai un’idea di che sforzo ci vuole per aprirle e chiuderle?”, le chiese, indignata.
In quel momento, Madame Bernadette entrò nel camerino. Tutti tornarono ai loro posti in preparazione allo show. Little John sistemava le ali di Anna, Tom, il bambino scimmia tornò nella sua gabbietta, i siamesi guardavano in direzioni opposte.
– Che sta succedendo qui? – domandò, guardando da tutte le parti.
– Niente, Madame Bernadette – si affrettò a dire Anna. – Stavamo parlando … degli indios. Ha visto che c’erano degli indios all’ultimo spettacolo?
Madame Bernadette si guardò intorno diffidente. Rispose ad Anna perlustrando la stanza con gli occhi. Non aveva mai perso il suo forte accento francese, né i modi da istitutrice.
– Sì, li ho visti. Sono venuti a cercare il dottor Hans. Sembra che ci sia qualcuno malato lì da loro.
In quel momento, Anna guardò Little John e bisbigliò
– “È lui. La persona di cui ha parlato il dottor Hans dev’essere qualcuno della tribù, non può essere altrimenti.
Little John aspettò che Madame Bernadette se ne andasse. Mise la testa fuori dalla porta del camerino. Guardò da entrambi i lati.
– “Indios. Ho paura“, disse, mentre si sedeva e si raccoglieva sulla sedia. Ciondolò i piedi su e giù con fare nervoso.
A quel tempo la nazione Lanape contava centinaia di tribù che andavano dall’isola di Manhattan fino al lago Ontario, migliaia di chilometri a nord. A volte, scendevano a sud dell’isola per comprare e scambiare cose. La città restava limitata a quell’area e pochi si avventuravano a nord.
Una piccola tribù viveva vicino a un lago, dove c’erano delle grotte. C’era un sentiero chiamato Wickquasgeck, che sembrava non finisse mai – era ampio e lungo, e il suo inizio fu chiamato strada alta e poi Broadway. Seguendo questo sentiero, i mercanti avevano accesso a tutto il territorio Lanape. A nord della città, paludi pericolose.
– Anch’io ho paura, ma potrebbe essere l’unica soluzione – disse Anna.
Chan guardò Ning e insieme dissero:
– “Ho un’idea” – Chan ripeté “L’ho detto io, non lei” – disse mentre si avvicinavano ad Anna.
– Se sono venuti allo spettacolo ieri devono essere ancora in città. Potreste nascondervi sul carro del dottor Hans e andare con lui alla tribù. Qui ci pensiamo noi, ma voi dovete tornare prima che sia notte, quando Madame Bernadette passa a fare le ispezioni nelle camere.
Chan guardò Ning, che sembrava d’accordo, e annuiva con la testa. Era da tanto che non concordavano su qualcosa.
Anna sentì l’importanza di questo fatto. Sorrise. E ordinò.
– Little John, vai a casa del dottor Hans e vedi se è ancora da queste parti.
E fu così quella notte. Anna si esibì con il sorriso. Jack la guardò sorpreso, d’altra parte di solito era sempre imbronciata. Lo sguardo del pirata era infallibile: – “Che sta succedendo?” pensò.
Little John preparò il piano di fuga subito dopo aver visto i due indios che parlavano con il dottor Hans e si mettevano d’accordo per la mattina seguente.
– “Devo ritornare subito“, disse il medico.
Perfetto, sussurrò.
Uscirono dopo lo spettacolo, verso le nove. Camminarono fino alla casa del dottor Hans e si nascosero nel porta-bagagli del carro. Lasciarono aperta solo una fessura per gli occhi. Il percorso era impervio, salivano e scendevano pendii, ma nel giro di due ore erano ai margini di un’immensa palude.
Il dottor Hans si prese un gran spavento quando un indio gli puntò un fucile addosso.
– Chi c’è nascosto lì dietro? – domandò.
– Nessuno! – rispose indignato. Vengo sempre da solo e dovresti ringraziarmi.
In quel momento Anna e Little John si avvicinarono, subito dietro al dottore. Hans li guardò sorpreso e fece una faccia infuriata. Due indios giravano intorno agli intrusi guardando spaventati Little John. Anna aveva la sua cintura di cuoio e le ali non erano visibili.
– Cosa ci fate qui? Jack sa che siete qui?
Anna spiegò tutta la storia e il motivo. Little John la sosteneva, annuendo, “sì, è così”, diceva a ogni frase di Anna. Il dottor Hans acconsentì che lo accompagnassero, a condizione che non raccontassero a nessuno cosa avrebbero visto. Era un impegno che aveva preso con lo sciamano.
– Avete capito? Disse guardandoli. E, sì. La persona di cui vi ho parlato vive qui. Il suo nome é Kalanape, é il figlio di un capo-tribù. L’ho visto nascere con le ali, ma poi sono scomparse. Loro hanno questo potere.
– Ma lo possono fare con me? Possono togliermi le ali?, chiese Anna, subito interrotta da Little John. “E possono togliermi i peli, vero?”
I due guardarono il dottor Hans speranzosi. Lui respirò a fondo e con gli occhi e la testa disse loro di seguirlo. Entrarono nella tribù circondati da sguardi. Anna camminava attaccata al suo gilè e Little John aggrappato alle sue mani. Lei guardò davanti a sé con gioia. Non avrebbe mai potuto immaginare che esisteva qualcuno con le ali, e meno ancora che era riuscito a liberarsene. Questo poteva significare la sua libertà.
(Continua nel prossimo capitolo)
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Traduzione dal portoghese di Raffaella Piazza. Revisione: Silvia Nocera