L’intellettuale Fabio Baroni, collaboratore di Eros Tetti (Europa Verde), risponde a Tomaso Montanari
Il ragionamento di Tomaso Montanari pubblicato su Volere La Luna, sulle due destre rispetto alle Elezioni Regionali 2020 in Toscana non è convincente ed, a mio avviso, contiene un errore di base.
Montanari sostiene che, nelle elezioni in Toscana, siano in competizione non un centrosinistra, rappresentato dalla coalizione guidata da Eugenio Giani contro un centrodestra guidato da Susanna Ceccardi ma due destre, diverse in qualche particolare, come lo sono la zuppa o il pan bagnato (o la ribollita e la panzanella, usa questi modelli gastronomici) ma la cui sostanza è la stessa, il pane raffermo. Da ciò, Montanari fa derivare una lettura che lo porta a contestare il voto utile –su cui il centrosinistra sta puntando- ed indicare la coalizione (perché tale è, formata da Rifondazione Comunista, Potere al Popolo, Sinistra Anticapitalista e Sinistra Italiana come ha evidenziato anche Adriano Sofri sul Il Foglio) da votare in quella di sinistra estrema guidata da Tommaso Fattori.
Dove vedo l’errore?
Cercherò di spiegarlo.
A me pare che il disegno, il quadro che compare in Toscana in questi giorni sia quello più classico e vecchio che l’Italia abbia conosciuto.
Analizziamolo: una forza centrale orientata a sinistra e centrata sul PD erede del PCI (la zuppa), una forza centrale orientata a destra erede della DC (il pan bagnato) e una formazione plurale (tipica della parcellizzazione della sinistra estrema) minoritaria a sinistra del Centrosinistra. Dato che il M5S appare del tutto fuori dai giochi, è lo schema che da 50 anni ci troviamo di fronte. Anche nelle angosce degli elettori, tribolati nello stesso dilemma cinquantennale se votare il Partito più forte, che diventa moderato e ci piace sempre meno, o la forza più a sinistra, che piace di più ma è perdente e soprattutto può far vincere il nemico storico (ieri la DC, poi Berlusconi ed oggi la Lega).
Purtroppo, per chi nutre altre speranze, la Storia è tiranna perché già ci dice, oggi, il risultato del 21 settembre, che da 50 anni si ripete ovunque in Toscana ed in Italia: alla fine, nell’urna, magari all’ultimo minuto gli elettori di sinistra liberamente sceglieranno di votare, come in passato, il Centrosinistra.
E qui sorge una domanda: perché una sinistra estrema che viene bocciata costantemente dallo stesso popolo che dice di voler rappresentare, continua a ritenere di aver fatto la scelta giusta e, per naturale deduzione, a lasciare intendere che l’errore lo abbia fatto l’elettorato?
Sarà pur zuppa e pan bagnato ma se il popolo vota per il 90% Giani e Ceccardi è evidente che un sondaggio così grande (durato 50 anni e fatto su un campione di 60 milioni di italiani) mostra il superamento, ormai senza appello, di coalizioni o forze a sinistra del PD.
Montanari ci parla di due letture che si faranno del voto. La prima politicista e la seconda dei Toscani poveri. Io avanzo la necessità che la lettura sia quella dei Toscani, poveri o ricchi che siano, cioè degli elettori tutti. Si deve partire dagli elettori ed a loro, che sono il popolo, porre le domande ma, quando rispondono, bisogna ascoltarli. E gli elettori ci dicono due cose, incontrovertibili e ben diverse dall’idea della doppia destra e cioè:
- che un elettore di centrosinistra ed uno di centrodestra non sono né si sentono per niente uguali fra loro. Anzi l’età del salvinismo e del berlusconismo hanno accentuato queste diversità come ci hanno dimostrato platealmente le elezioni regionali dell’Emilia Romagna -che sembrano la fotocopia di quelle toscane- soprattutto nel fenomeno di massa delle Sardine in cui un popolo ha spontaneamente mostrato se stesso rispetto all’altro popolo della destra;
- che gli elettori, alla fine, scelgono autonomamente di stare o nella zuppa o nel pan bagnato decretando, sempre, la sconfitta di qualsiasi cosa sia fuori da quello schema (c’è stato il fenomeno temporaneo del M5S ma, poi, tutto è rientrato e sta rientrando in questa normalità bipolare) e ciò perché in quello schema il popolo si ritrova, con tutte le critiche possibili.
Certo, Montanari in una parte dell’analisi ha ragione, laddove scrive che c’è un campo in cui Giani e Ceccardi sono uguali e cioè nelle scelte economiche che significano non solo la produzione, il mercato, la finanza ma anche le grandi opere e i grandi servizi intesi come volano economico. Ma qui il problema è più generale e globale: Giani e Ceccardi dicono quelle cose uguali perché la politica economica della Toscana (come dell’Italia) non si decide a Firenze ma nemmeno a Roma o Bruxelles ma a Wall Street e nelle grandi centrali di governo mondiale del mercato, di un mostro chiamato Globalizzazione. E quel mostro ha poteri forti che hanno già stabilito, dall’alto, le politiche economiche di Stati e Regioni.
Montanari ha ancora ragione quando dice che la globalizzazione e i poteri forti trovano rappresentanti anche nel Centrosinistra. Ma avere un popolo in gran parte progressista, verde e positivo ed una classe dirigente in cui si annidano anche poteri forti e negativi non significa essere una destra ma una mondo che porta in sé un conflitto interno da sciogliere e una competizione il cui esito non è ancora stabilito (come ancora le elezioni emiliane hanno insegnato).
Ma, allora, come combattere, in questo quadro, una battaglia efficace e potenzialmente vincente? Quale è il voto utile ma soprattutto il “ruolo utile” dei candidati che vogliono sconfiggere le due destre e soprattutto quella che si annida nel Centrosinistra?
Intanto affrontandole sul loro campo (quello del centrosinistra) e non lasciando libero spazio a chi spinge il centrosinistra a seguire i poteri forti ritirandosi in un Aventino da dove lanciare anatemi senza efficacia.
E se poi, come dice Montanari, ci sono due destre, allora bisogna stare in campo contro entrambe quelle destre con queste azioni:
- la prima sconfiggendo una destra politica (la Lista Ceccardi) che è inadatta alla fragilità della Toscana e rischiosa: la Toscana è terra delicata, di arte e cultura e necessita di un governo che abbia maggiori sensibilità in questa direzione (sappiamo che il Centrosinistra, ad esempio nelle Apuane, ha operato anche molto male ma, attenzione, può andare peggio per l’ambiente);
- la seconda, sconfiggendo, dentro il Centrosinistra, quelle forze che spingono alla zuppa con la destra. Perché il centrosinistra in Toscana è composito, e ingloba forze come Europa Verde che, in Europa soprattutto, portano proposte e lotte innovative ed antiglobalizzazione rivolte al futuro (e non al dopoguerra) per cui, nella coalizione, i programmi di Giani trovano proposte antitetiche (Apuane, aeroporto, inceneritori, geotermia, grandi opere, ecc.). Non solo, i candidati non sono tutti già orientati ma ci sono grandi differenze tanto all’interno del PD che delle altre forze. E, dunque, c’è un effetto “Elly Schein” anche in Toscana.
In questo quadro, Toscana a sinistra condanna sé stessa ad essere fuori dai giochi ed inutile perché non combatte nessuna delle due destre, né quella di Ceccardi che anzi, indirettamente e involontariamente aiuta, né quella nel centrosinistra perché si contrappone direttamente e nel complesso ad esso.
Concludendo, dunque, la domanda è non solo chi prevarrà fra centrosinistra e centrodestra ma, soprattutto e parallelamente, chi prevarrà nel centrosinistra: il popolo o la parte di ceto politico che spinge a destra. E qui i giochi sono del tutto aperti, perché ci rivolgiamo ad un elettorato che è il popolo verde, progressista, civico, preoccupato del Pianeta, formato da persone intelligenti, che sono orientate ai valori di sinistra, dell’ecologia, dei territori, della democrazia partecipata e meno che mai sono guidate da Grandi Fratelli.
Perciò io voterò Eros Tetti, candidato indipendente in Europa Verde, perché porterà dentro il centrosinistra un pensiero antitetico a quelli dei poteri forti che lì ci sono (a partire dalla questione Alpi Apuane per cui lotta non da qualche mese ma da 11 anni, cioè tutta la sua giovane vita pubblica). E lo farà cercando, nel Consiglio, i consiglieri che condividono le battaglie e, fuori del Consiglio, coi comitati territoriali, coi paesi e coi
quartieri che fanno quelle battaglie. E lo voterò perché vedo in lui un ruolo simile a quello di Elly Schlein in Emilia Romagna.
E ci fidiamo degli elettori, li rispettiamo nel momento in cui diciamo loro: “Amici, avete dimostrato che intendete battere la destra votando Giani ma vi chiediamo di completare l’opera battendo anche la seconda destra, quella interna al centrosinistra, votando forze e candidati della coalizione di Giani ma programmaticamente alternativi a lui, come Eros Tetti, Europa Verde o altri candidati che diano garanzie”.
Non avremmo alcuna sorpresa ma diremmo “Missione compiuta!” se, come in Emilia Romagna con Elly Schlein, il risultato finale fosse una destra vera battuta ed un Consiglio pieno di eletti come Eros Tetti, che inizino a lavorare ad un’altra Toscana, sicura, verde, bella, del Buon Vivere Toscano.