In Italia i rari articoli di giornale inerenti la situazione che da tempo grava sulla vita, già dura, dei Dogon del Mali iniziano con narrazioni etnografiche e finiscono con la guerra interetnica tra Peul (Fulani) e Dogon. Il racconto di quanto sta accadendo di testimoni e cittadini del Mali è altro. Ho scelto di conoscere i Dogon tornando tra loro come “persona tra persone”, ospitata in una grande-famille nel villaggio di Sangha. Un modo diverso dal solito praticato dagli occidentali che, in genere, frappongono tra sé e gli autoctoni il loro ruolo di cooperante, dottore, ricercatore, turista, ecc… Nei miei annuali ritorni dal 2002 al 2011, poi continuati più sporadicamente, lo spaesamento ha accompagnato il ribaltarsi dell’ottica, dell’interpretazione di fatti storici e ragioni che la mia cultura mi indicava sottesi ad accadimenti e alla connotazione di certi personaggi: il mondo mi appariva alla rovescia.

Nel frattempo sulla strada da Bandiagara a Sangha notavo, ogni anno più numerose, nuove moschee, le tradizionali in bancò integrate nei villaggi, le nuove in vista, colorate, grandi dimensioni: una ricchezza estranea ai luoghi. I gruppi wahabiti dell’Islam sunnita estremista di Arabia Saudita e Qatar erano già presenti. Solerti operatori di conversioni, rese allettanti da compensi economici, per loro anche chi pratica l’Islam dell’antica scuola Tijaniyya di Bandiagara è nell’errore. I segni di questa islamizzazione sono oggi evidenti in tutta la società maliana.

La religione è elemento importante per capire i gruppi umani. Come in molte società tradizionali, che testimoniano rispetto e accoglienza per lo straniero, tra i Dogon mai nessuno mi ha chiesto che religione praticavo. Il loro esodo nel secolo XIV dal Mandè in Guinea Conakry fu, già allora, per sfuggire all’islamizzazione (1); sulle falesie di Bandiagara trovarono il luogo adatto per continuare a vivere seguendo la tradizione: trasmessa oralmente e ri-attualizzata attraverso le presenze di Hogonon (capo spirituale, della tradizione, della giustizia), Binu Kedju (sacerdote totemico), Waguem bangan (capo del lignaggio). L’animismo Dogon, Amma è il Dio unico, vive oggi nei villaggi, infatti, lo stile di vita nelle città africane è più vicino a quello proprio di tutte le città che alle antiche tradizioni.

Nel 2009 la Francia dichiarando il Mali Zona Rossa ha provocato la totale sparizione del turismo. Nel 2011 in viaggio verso Bamako mi accompagnava l’angoscia, in modo che valutavo irragionevole e speravo impossibile, la mia mente incessantemente associava i destini di Mali e Afganistan: una specie di premonizione poichè oggi il Mali è interdetto ai viaggiatori (2).

Il 20/10/11 Gheddafi viene ucciso per l’azione di Francia, Stati Uniti e Regno Unito (3). La sua reputazione in Mali ed in Africa è opposta a quella propagandata dalle nostre parti; gode di rispetto e stima sanno che, come Presidente dell’Unione Africana (4), aveva programmato l’acquisizione di satellite per comunicazioni e moneta pan-africani. L’importanza strategica di comunicazioni e moneta (5) rende conto della perdita di potere e ricchezza che, per l’Occidente, avrebbe comportato la realizzazione del progetto dell’Unione Africana, la quale aveva maturato mezzi e consenso per realizzarlo.

Le connotazioni attribuite dai nostri mass media incessantemente all’Africa sono povertà e sottosviluppo. Voglio ricordare Pier Paolo Pasolini che già negli anni ’70 contestava l’abuso della parola “sviluppo” poichè indicando “accumulo” conduce al mero discorso economico per riferirsi al vivere umano, diceva, pertinente è la parola “progresso”. Ancora oggi l’Occidente parla di “sviluppo” autorizzandosi implicitamente a soffocare altri modi di concepire la vita, il vivere ed il vivente; stigmatizzando con la parola “povertà” stili di vita fondati sulla Non Depredazione della Natura. In verità l’Africa è ricchissima di risorse e di sapienza profonda, è per questa sapienza che le sue culture tradizionali non hanno voluto e non vogliono sfruttare la Terra e le risorse nel suo grembo.

L’uccisione di Gheddafi ha avuto enormi ricadute. Ha scatenato in Libia la caccia ai “neri” obbligando oltre 40mila lavoratori maliani a tornare in patria, con gravi conseguenze economiche e sociali. Ha aperto la strada che dalla Costa d’Oro porta attraverso il Mali al Mediterraneo, reso i depositi d’armi della Libia disponibili alle fazioni della Jihad, dato loro libertà di muoversi in questo spazio sterminato e senza controlli, adatto ai commerci più esecrabili e redditizzi: esseri umani, armi, droga. Questi gruppi si congiungono a quelli del Sahel e ai Tuareg riattualizzando la rivendicazione di indipendenza dell’Azawad.

Il 22/03/12 a Bamako soldati al comando di Amadou Sanogo destituiscono Amadou Toumani Tourè, che si ritira a vita privata, Dioncounda Traorè è nominato Presidende ad interim (6). Il 06/04/12 il Movimento Nazionale Liberazione Azawad (7) autoproclama l’indipendenza e fino al 14/02/13 governa, attuando la Shari’a, tutto il Nord del Mali (8) e sul fiume Niger inizia la discesa verso Bamako. L’esercito maliano schierato per fermarli è sbaragliato per inferiorità di numero, armi e strategia. Mentre ECOWAS (9) e Unione Africana pensano ad un intervento in Mali che abbia legalità, Dioncounda Traorè il 10/01/13 invia lettera di richiesta d’aiuto alla Francia. Numerosi testimoni affermano che giorni prima, all’aereoporto di Sévaré vicino al fiume Niger, erano già atterrate truppe francesi. L’11/01/13 inizia “Serval” (10), intervento militare francese, produce tra l’altro diversi accordi (11) che, in sintesi, portano lo Stato del Mali considerato “esempio di democrazia africana” ad una dipendenza sempre più stretta dalla Francia che, per contro, ottiene numerosi vantaggi. Tra questi la formale legalizzazione internazionale alla sua presenza militare nei Paesi del G5, circa tutte le sue ex-colonie in loco, uno dei territori al mondo più disabitati, più ricchi di risorse e interesse strategico (12). L’01/08/14 la Francia chiude “Serval”, la cui flebile legalità è ancora oggetto di articoli, tesi e studi, inizia “Barkhane” tutt’ora in corso come parte di MINUSMA, attuale Missione ONU in Mali (13): tra i suoi obiettivi il “garantire sicurezza, stabilizzazione e protezione dei civili” è ancora ben lontano da compimento.

Tornata d’attualità la separazione del Nord dal Mali ha oggi il manifesto consenso della Francia, che dal 2013 a nord di Tomboctou occupa 4900 kmq (estrae petrolio, uranio, ecc), i confini minati, l’accesso vietato anche alle Autorità Maliane, contrarie con la popolazione del Paese a questa separazione. In Regione Mopti (14) i Circoli Mopti, Bandiagara, Koro, Bankass da fine 2015 sono il teatro prevalente delle azioni dei gruppi terroristi e/o jihadisti che hanno abbandonato il Nord. Vera milizia che agisce in gruppi da 20 a 100 moto, 2 persone per veicolo, con mezzi ed armi potentissimi. L’esercito del G5 (11), più volte attaccato nella savana che dal Mali va verso Niger e Burkina Faso, ha subito grosse perdite: soldati maliani, burkinabé, nigerini.

La falesia di Bandiagara è sorvolata da droni ed elicotteri delle varie Missioni Internazionali, le popolazioni notano che la loro presenza coincide, a breve, con successivi attacchi terroristi. Avvistandone le colonne dai villaggi parte la richiesta telefonica d’aiuto alle Autorità competenti, ma i soldati arrivano sempre in ritardo di giorni. La vastità del territorio non giustifica la continua ed attuale assenza di interventi efficaci. Convinti che le MIssioni siano alleate dei terroristi i maliani da tempo, con cortei e manifestazioni, chiedono che lascino il loro paese.

Incendi di villaggi, uccisioni, distruzioni di raccolti, furti di bestiame, in migliaia si contano le vittime tra i Dogon. Nella savana ai piedi della falesia la quasi totalità dei villaggi viene abbandonata. Da ormai tre anni obbligati a lasciare i loro campi incolti gli sfollati si sono rifugiati, secondo la legge tradizionale, presso le famiglie d’origine che abitano sull’altopiano. Sporadici e di poco conto gli interventi in aiuto, se non rari invii di derrate alimentari sufficienti per pochi giorni. La Società Iniziatica dei cacciatori difende i villaggi con coraggio, la disparità di mezzi è da scoramento, si affidano ad Amma: “Dio non agisce come gli uomini, la sua azione è certa, non immediata, giunge precisa compiendo giustizia con disegni che sfuggono all’umana comprensione” (Inogo Dolo). Qui l’ambiente è duro nulla è garantito, su tale quotidianità grava il terrorismo, nei villaggi più di sempre oggi i rimedi continuano ad essere memoria, narrazione, ritualità, solidarietà e condivisione.

Tra contadini Dogon e allevatori Peul spesso le dispute sono di radicale sopravvivenza e sono state sempre contenute, la loro convivenza è antica. I legami tra le etnie sono qui normati dal “cousinage”: raffinato e reciproco prendersi in giro che implica conoscenza di costumi, tradizioni e storia dell’altro, ridicolizzando il conflitto. I Peul sono presenti in tutto il Sahel, molti Jihadisti/terroristi appartengono a questa etnia e, al loro arrivo in zona, uccisero i Peul autoctoni ora invece costretti alla delazione e a reintegrare i loro ranghi. Villaggi Peul e Dogon sono stati bruciati, i loro portavoce e le Autorità Maliane ricordano che i sopravvissuti riferiscono di avere udito gli aggressori parlare una lingua straniera, le inchieste sono in corso.

Come si può in Occidente tacere l’evidenza delle azioni militari, l’imposizione di interessi stranieri, il furto di terre e risorse e gridare allo scontro inter-etnico?

 

NOTE

1 ) Esodo del popolo Dogon nel secolo XIV  https://it.wikipedia.org/wiki/Impero_del_Mali

2 ) L’ingresso in Mali è oggi sottoposto a rigide norme. Il visto rilasciato solo con lettera di invito di un’organizzazione maliana e per motivi specifici, escluso il turismo. Il soggiorno obbligatorio nella capitale Bamako e stretti dintorni. (Ambasciata del Mali Roma).

3 ) Muammar Gheddafi

https://it.wikipedia.org/wiki/Mu%CA%BFammar_Gheddafi

https://www.nigrizia.it/notizia/il-gheddafi-che-non-ti-aspetti https://www.altrainformazione.it/wp/2016/10/13/la-terribile-cronistoria-dellomicidio-di-gheddafi/

https://www.globalresearch.ca/libya-from-africas-richest-state-under-gaddafi-to-failed-state-after-nato-intervention/5408740

https://www.globalresearch.ca/gaddafi-west-two-revolutions/5688253 https://www.globalresearch.ca/libya-from-africas-wealthiest-democracy-under-gaddafi-to-us-nato-sponsored-terrorist-haven/5482974

https://www.globalresearch.ca/africas-second-liberation-against-todays-neo-colonialism/5451647

https://www.eurasia-rivista.com/la-memoria-nascosta-di-nelson-mandela/

4 ) L’Organizzazione dell’Unità Africana nella sua sessione straordinaria del 1999 a Sirte in Libia, luogo natale di Gheddafi che fu tra i promotori e finanziatori, decise la nascita della Unione Africana e ne attuò le fasi di sviluppo fino alla sua costituzione.

https://au.int/ http://www.treccani.it/enciclopedia/unione-africana https://it.wikipedia.org/wiki/Unione_africana

5 ) 20/01/2019 il Vicepremier Luigi Di Maio dichiara che la Francia sfrutta l’Africa con il Franco CFA e Di Battista (M5s) ne scrive sul suo blog. Unica reazione dell’Unione Europea quella del commissario agli affari economici e finanziari Pierre Moscovici, il quale dice delle parole di Di Maio: «Sono pronunciate solo per politica interna, per provocare delle reazioni e assomigliano molto a delle provocazioni tanto il loro contenuto è vuoto e irresponsabile» dimostrando, purtroppo, che anche fatti di realtà circonstaziati e documentati vengono negati e manipolati.

https://themeticulous.altervista.org/blog/la-grandeur-francese-a-spese-degli-africani-massimo-fini/

https://www.repubblica.it/politica/2019/01/21/news/di_maio_e_di_battista_all_attacco_della_francia_sfrutta_l_africa_va_sanzionata_-217090366/

https://www.startmag.it/mondo/franco-cfa-africa-macron-di-maio-di-battista/

https://www.lavocedelpatriota.it/franco-cfa-di-maio-riprende-battaglia-di-fdi-ma-governo-immobile/

https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/migranti-franco-cfa-di-maio-africa-multinazionali-sbarchi/5efb7252-3f66-11e9-9358-da33396dc219-va.shtml

6 ) Amadou Haya Sanogo

https://it.wikipedia.org/wiki/Amadou_Sanogo

https://www.jeuneafrique.com/887921/societe/mali-liberte-provisoire-pour-le-general-amadou-sanogo/

Dioncounda Traorè

https://www.jeuneafrique.com/mag/238221/politique/mali-dioncounda-traore-sa-vie-loin-des-projecteurs/

http://www.abamako.com/qui/profil.asp?id=12

https://it.wikipedia.org/wiki/Dioncounda_Traor%C3%A9

Amadou Toumani Toure

https://en.wikipedia.org/wiki/Amadou_Toumani_Tour%C3%A9

https://www.aljazeera.com/news/africa/2012/03/20123229824215677.html

https://www.lsi-africa.com/fr/actualite-africaine/att-retour-mali.html

Moussa Traorè

https://it.wikipedia.org/wiki/Moussa_Traor%C3%A9

7 ) Movimento Nazionale di Liberazione dell’Azawad (MNLA)

https://it.wikipedia.org/wiki/Movimento_Nazionale_di_Liberazione_dell%27Azawad

https://it.wikipedia.org/wiki/Azawad

8 ) Repubblica del Mali https://it.wikipedia.org/wiki/Mali

9 ) ECOWAS

https://it.wikipedia.org/wiki/Comunit%C3%A0_economica_degli_Stati_dell%27Africa_occidentale

https://translate.google.com/translate?hl=it&sl=en&u=https://www.ecowas.int/&prev=search&pto=aue
10 ) Intervento Militare SERVAL 11/01/13-15/07/14 basato sulla lettera del 10/01/13 inviata all’Eliseo dal Presidente ad interim del Mali Dioncounda Traoré, data confermata dal Consiglio di sicurezza dell’ONU. Lo stesso giorno gli islamisti armati del Nord conquistano Konna, località al centro del Mali. Diversi testimoni hanno confermato l’arrivo il 10/01/13 di armi e soldati, alcuni di pelle bianca, all’aereoporto di Sévaré (Mopti): gli aerei sono Cargos c-160, dicono, hanno fatto più voli portando materiali e uomini. (Par L’Obs avec AFP 11/01/13). Brigate di soldati francesi erani già in Mali il giorno antecedente l’inizio di Serval.

https://tesi.luiss.it/13003/1/accettura-rosanna-tesi-2014.pdf

https://perspective.usherbrooke.ca/bilan/servlet/BMEve?codeEve=1182&langue=en

https://www.jeuneafrique.com/166305/politique/mali-serval-la-france-a-t-elle-pi-g-les-jihadistes-en-janvier-2013/

https://www.peacelink.it/disarmo/a/37558.html

https://en.wikipedia.org/wiki/Operation_Serval

https://www.rand.org/pubs/research_reports/RR770.html

11 ) Accordo MNLA e Stato del Mali 18/06/13 sede Ouagadougou, in Burkina Faso.

https://fr.wikipedia.org/wiki/Accord_de_Ouagadougou_(2013 )

https://www.ispionline.it/en/node/8085

https://www.greenreport.it/news/geopolitica/fine-della-guerra-in-mali-accordo-di-pace-tra-governo-e-ribelli-tuareg/

G5 Sahel o G5S costituito il 16/02/14 a Nouakchott, Mauritania, poi sua sede permanente.

https://en.wikipedia.org/wiki/G5_Sahel

https://it.insideover.com/schede/terrorismo/cose-la-g5-sahel.html

https://www.crisisgroup.org/africa/west-africa/burkina-faso/258-force-du-g5-sahel-trouver-sa-place-dans-lembouteillage-securitaire
12 ) “Alleanza per il Sahel” accordo del 13/07/17 tra Francia, Germania, Banca mondiale, UNDP (Programma Nazioni Unite per sviluppo) e UE, Banca Africana per lo sviluppo.

https://www.africa-express.info/2017/07/16/alleanza-per-il-sahel-un-tentativo-di-parigi-e-berlino-per-rilanciare-lo-sviluppo-africa/

https://www.difesa.it/SMD_/CASD/IM/CeMiSS/DocumentiVis/OS_Pubb_File_Singoli_per_Area/Sahel_e_Africa_SubSahariana/2017/05_Massoni_IS_OS_04_ITA.pdf
13 ) Consiglio Sicurezza Nazioni Unite Risoluzione n. 2100 del 25/04/13 all’unanimità si crea la missione MINUSMA per la stabilizzazione in Mali . Tra i “moniti” finali la frase prodotta dall’azione dei diplomatici francesi (di cui al punto 10): “si accoglie con favore la rapidità con cui le forze francesi sono intervenute (10/01/2013), su richiesta delle autorità di transizione maliane, per fermare l’offensiva di gruppi armati terroristi ed estremisti nel sud del Mali e plaudendo all’azione che le forze di difesa e di sicurezza maliane hanno condotto con l’aiuto delle forze francesi e degli uomini della missione internazionale di sostegno al Mali sotto guida africana (MISMA) per ripristinare l’integrità territoriale del paese.”

M. Vitaly Churkina, rappresentante della Federazione Russa,fa inserire la nota: “… spetta, in primo luogo, ai maliani trovare una soluzione alla crisi in Mali”, ed esprime preoccupazione per la recente tendenza ad imporre ai caschi blu compiti che, a suo parere, non rientrano nel campo del mantenimento della pace, come ad esempio il perseguimento di persone ricercate dalla Corte penale internazionale.

https://minusma.unmissions.org/en/resolutions

https://www.difesa.it/OperazioniMilitari/op_intern_corso/MINUSMA/Pagine/default.aspx

https://www.questionegiustizia.it/articolo/missioni-internazionali-di-supporto-alla-pace-e-ricorso-legittimo-all-uso-della-forza_15-04-2016.php
14 ) Regione Mopti

https://it.wikipedia.org/wiki/Regione_di_Mopti

https://it.wikipedia.org/wiki/Niger_(fiume )