Sono trascorsi 75 anni da quando una bomba atomica è stata lanciata su Hiroshima. Non si può certamente dire che il significato di questo giorno sia stato sufficientemente compreso da parte della Turchia o del mondo, in generale. Basta guardare i titoli dei giornali del 6 agosto. La maggior parte dei titoli sottolinea il fatto che sia “la prima bomba atomica”. L’enfasi non è ancora sulla sofferenza delle persone, ma sul lancio della bomba.
Altro? Bomba che ha “cambiato la storia”, bomba che ha dato la “fine alla guerra”, ecc. Il discorso usato dopo i primi 75 anni di utilizzo della bomba atomica riflette un pregiudizio incredibile. È come se fosse raccontata una storia di successo. Nel mondo soffiano ancora i venti del militarismo, non di pace. Ci sono milioni di persone che credono che la guerra sia finita con la bomba atomica e che la pace sia arrivata.
Per i pacifisti, le bombe atomiche lanciate su Hiroshima e Nagasaki subito dopo non sono state né necessarie né giustificate. L’opinione che l’uso di bombe atomiche sia inaccettabile non è infondata. Al contrario, si possono citare molte fonti solide. Uno di questi è il lavoro di Tsuyoshi Hasegawa. Un’intervista con Hasegawa dell’anno scorso riassume questi studi.
Nell’intervista, Hasegawa afferma che i due punti di vista particolarmente comuni negli Stati Uniti sono sbagliati. Primo, l’amministrazione americana a quel tempo non aveva altra scelta e chiunque fosse stato al posto del presidente Truman, avrebbe optato per la stessa opzione. Il secondo è che le bombe atomiche svolsero la funzione prevista e obbigarono il Giappone a arrendersi. Hasegawa sottolinea che queste opinioni sono leggende e vengono utilizzate per giustificare i massacri nucleari e ridurre l’importanza dell’Unione Sovietica.
La prima opinione è sbagliata perché in realtà ci sono altre due opzioni. L’amministrazione americana sapeva che era necessaria un’operazione militare terrestre affinché il Giappone si arrendesse alla fine del 1944, e ciò avrebbe potuto avere successo solo se l’Unione Sovietica avesse bloccato le forze giapponesi in Cina e Corea. Il presidente Franklin Roosevelt pensava di aver ottenuto questo sostegno alla Conferenza di Jalta. Tuttavia, l’amministrazione americana, che aveva visto sviluppi positivi nella guerra in corso, stava cambiando la decisione; Truman, in sostituzione di Roosevelt, si stava dirigendo verso una strategia per porre fine alla guerra senza il sostegno dell’Unione Sovietica, con l’obiettivo di prevenire l’Unione Sovietica in Asia.
Un’altra opzione importante era quella di rinunciare alla richiesta che il Giappone si arrenda incondizionatamente. La resa incondizionata, costantemente sottolineata durante il periodo di Roosevelt, aveva un altro significato in Giappone. Si pensava che il santo imperatore sarebbe stato portato al tribunale di guerra e inviato a morte come criminale. Per evitare ciò, ogni soldato deve resistere fino alla fine. L’amministrazione di Truman sa benissimo che intraprendere un’operazione militare terrestre senza rinunciare alla resa incondizionata comporterà enormi perdite, ma non smette di chiedere una resa incondizionata.
Come soluzione alla difficile situazione che ne risulta, viene messo in atto il massacro nucleare. Se la resa incondizionata fosse stataabbandonata, o se l’Unione Sovietica fosse stata coinvolta contro il Giappone, sarebbe stato possibile evitare i massacri nucleari a Hiroshima e Nagasaki.
Le bombe atomiche lanciate su Hiroshima e subito dopo su Nagasaki non erano un successo ma un massacro. Le armi nucleari non erano né necessarie né giustificate. Ora è possibile leggere sui giornali degli Stati Uniti che l’uso di bombe atomiche è inaccettabile. Oggi il mondo è pieno di armi nucleari. Come se non ci fossero abbastanza armi nucleari a Incirlik, i sostenitori del regime e del militarismo stanno facendo propaganda sulle “armi nucleari locali”. La propaganda nucleare non finisce mai.
Oggi è il 6 agosto. Quel terribile giorno in cui le masse furono improvvisamente massacrate. Perciò è il giorno del massacro nucleare. Le armi nucleari potrebbero porre fine al mondo in qualsiasi momento. È giunto ormai il tempo di sbarazzarsi del nucleare. Prima che sia troppo tardi…
(traduzione di Gul Ince Beqo)