Dopo anni di resistenza, lunedì la tribù Sioux di Standing Rock e gli attivisti indigeni di tutto il paese hanno ottenuto una grande vittoria legale, quando un giudice federale ha ordinato la chiusura dell’oleodotto Dakota Access e lo svuotamento di tutto il petrolio, in attesa di una valutazione di impatto ambientale.
“Hai mai avuto un sogno, un sogno che si avvera? Ecco, è questo”, dice LaDonna Brave Bull Allard, un’anziana della tribù dei Sioux di Standing Rock e fondatrice del Sacred Stone Camp, dove la resistenza nel 2016 ha portato decine di migliaia di persone a opporsi alla costruzione dell’oleodotto nelle terre sacre della tribù. Parliamo anche con l’avvocatessa della tribù degli Ojibwe Tara Houska, fondatrice del Collettivo Giniw.
Trascrizione
In una grande vittoria per la tribù Sioux di Standing Rock e gli attivisti indigeni di tutto il paese, un giudice federale ha ordinato la chiusura dell’oleodotto Dakota Access e ha chiesto che venga svuotato di tutto il petrolio nei prossimi 30 giorni, in attesa di una valutazione di impatto ambientale. Il giudice della Corte Distrettuale degli Stati Uniti James Boasberg ha reso nota la sua decisione lunedì, dicendo che il Corpo dei Genieri dell’Esercito degli Stati Uniti ha violato la legge ambientale quando ha concesso un permesso per l’oleodotto senza una valutazione ambientale approfondita. Tale permesso è stato ora revocato fino a quando non sarà condotta una valutazione – un processo che potrebbe richiedere anni.
Il capo della tribù dei Sioux di Standing Rock, Mike Faith, l’ha definita una decisione “storica” e ha dichiarato: “Questo oleodotto non avrebbe mai dovuto essere costruito qui. Gliel’abbiamo detto fin dall’inizio.”
Lunedì stesso la società Energy Transfer Partners, proprietaria dell’oleodotto, ha annunciato in un comunicato che presenterà un ricorso per ribaltare l’ordinanza. Il suo amministratore delegato Kelcy Warren è uno dei maggiori sostenitori del Presidente Trump.
L’oleodotto Dakota Access è in funzione dal 2017 e trasporta il petrolio estratto con la tecnica del fracking dai giacimenti di Bakken nel Nord Dakota attraverso il Sud Dakota, l’Iowa e l’Illinois, per poi trasferirlo in un altro oleodotto che lo porta fino alla costa del Golfo. I Sioux di Standing Rock chiamano l’oleodotto “il serpente nero”.
La storica ordinanza di lunedì arriva più di quattro anni dopo l’inizio della resistenza a Standing Rock nel 2016, una resistenza che ha portato decine di migliaia di persone nel Nord Dakota per opporsi alla costruzione dell’oleodotto sulle terre sacre dei Sioux. Democracy Now! era là sul campo a coprire la lotta. Il 3 settembre 2016, nel weekend del Labor Day, l’azienda proprietaria dell’oleodotto Dakota Access ha scatenato cani e spray al peperoncino sui nativi americani che cercavano di proteggere dalla distruzione il loro luogo sacro di sepoltura tribale.
PROTETTORE DELL’ACQUA 1: Questo tizio mi ha spruzzato in faccia lo spray al peperoncino.
LAURA GOTTESDIENER: Perché non – può mostrarci l’etichetta?
PROTETTORE DELL’ACQUA 1: Guarda, è su tutti sui miei occhiali da sole. Mi ha appena colpito in faccia.
PROTETTORE DELL’ACQUA 2: Levati dai c***i!
PROTETTORE DELL’ACQUA 3: Queste persone ci stanno minacciando con i cani. E lei, quella donna laggiù, stava caricando e il cane ha morso qualcuno in faccia.
AMY GOODMAN: Il cane ha il muso e la bocca insanguinati.
PROTETTORE DELL’ACQUA 3: E quella donna continua a minacciarci.
AMY GOODMAN: Perché lascia che il loro – il suo cane dia la caccia ai manifestanti? È coperto di sangue!
VICTOR PUERTAS: Laggiù, con quel cane. Stavo camminando e lei mi ha scagliato addosso il cane senza preavviso. Capisci? Guarda qui. Guarda qui.
AMY GOODMAN: Quel cane ti ha morso?
VICTOR PUERTAS: Sì, è stato il cane. Guarda qui. Sto sanguinando.
Per vedere il rapporto completo del 2016, potete andare su www.democracynow.org.
Ma per saperne di più su questa storica ordinanza del tribunale, abbiamo oggi qui con noi due ospiti. LaDonna Brave Bull Allard è un membro della tribù Sioux di Standing Rock e la fondatrice del Sacred Stone Camp che ha animato la resistenza all’oleodotto Dakota Access. E con noi c’è anche Tara Houska, avvocatessa indigena, attivista, fondatrice del Collettivo Giniwe e membro della tribù degli Ojibwe di Couchiching in Canada.
Vi diamo il benvenuto a Democracy Now! Parliamo prima di tutto con LaDonna Brave Bull Allard, collegata dalla sua casa proprio accanto al fiume Cannonball. Il 1° aprile 2016 ha annunciato che avrebbe aperto la sua proprietà alla resistenza; si aspettava che magari sarebbe arrivato qualcuno e presto sono arrivate decine, poi centinaia e infine migliaia di persone, che hanno dato vita ad altri campi di resistenza in tutta la zona. LaDonna Brave Bull Allard, puoi condividere la tua reazione alla sentenza del giudice Boasberg secondo cui, almeno per ora, l’oleodotto Dakota Access deve essere chiuso e svuotato di tutto il petrolio?
LADONNA BRAVE BULL ALLARD: Ha mai avuto un sogno, un sogno che si avvera? E’ questo che è successo quando quella mattina mi sono alzata e l’ho vista. Ero sopraffatta. Sono ancora travolta. Se la gente potesse capire quanto amo la mia casa, quanto amo la mia terra e il mio fiume. E’ la cosa più bella del mondo.
So che ci sarà un ricorso. So che sarà un lungo viaggio, ma noi siamo qui per restare. Non si tratta di chi ha ragione o chi ha torto; si tratta di come vivremo nel futuro.
Per me gli ultimi quattro anni sono stati difficili e quindi questa è stata una grande benedizione. Sono molto grata ai giudici, alla tribù Sioux di Standing Rock, agli avvocati e a ogni protettore dell’acqua che ha lottato su ogni fronte, a ogni guerriero della tastiera, sono grata per il sostegno. È tutto quello che posso dire. E un grande ringraziamento.
JUAN GONZÁLEZ: Bene, LaDonna Brave Bull Allard, vorrei chiederti di riportarci alla tua decisione di quattro anni fa di iniziare il campo di resistenza. Ti aspettavi che la lotta sarebbe stata così lunga, soprattutto visto che sei una storica? E come si inserisce tutto questo nella storia della lotta del suo popolo?
LADONNA BRAVE BULL ALLARD: Non pensavo che sarebbe andata così. Pensavo: “Segui la legge”. La legge dice che i luoghi sacri, i luoghi di sepoltura, le proprietà della cultura tradizionale vanno protetti. Fate una valutazione ambientale, secondo la legge. E ho pensato che avrebbero seguito la legge. E quando invece … questa è la prima agenzia federale, una società con cui ho lavorato che non ha seguito la legge. E così è stato un po’ scioccante per me avere a che fare con una vasta corruzione di corporazioni.
Tara Houska, sei un’avvocatessa indigena e ieri eri con LaDonna. Ti stai occupando anche del COVID-19, di cui parleremo tra un minuto; nel Nord Dakota, c’è un’impennata di casi. Ma su questo argomento, puoi parlarci del rischio di contaminazione dell’acqua su cui si basa la sentenza? Nel 2016 eri sul campo e facevi parte della resistenza. Puoi spiegarci il significato della sentenza di Boasberg?
TARA HOUSKA: Sì, senza rivelare troppo la reazione degli avvocati che si occupano di questo caso, vedo un messaggio molto chiaro rivolto all’industria dei combustibili fossili: cercare di andare avanti contro la volontà delle nazioni che ne sono colpite non funziona più. In questo caso particolare, hanno cercato di far passare una valutazione ambientale, che è una revisione ambientale di basso livello, di un enorme, enorme progetto di oleodotto, oltre mezzo milione di barili di petrolio al giorno. E sì, avevano bisogno di fare una dichiarazione di impatto ambientale, che comporta anni di consultazione, anni di revisione e considerazione di siti sacri, siti culturali, tutte queste diverse proprietà che devono essere considerate prima di approvare un progetto di queste dimensioni.
Quindi, sapete, spero che Kelcy Warren si senta davvero colpito in questo momento, visto il modo in cui ha ignorato la sofferenza e il dolore che stava causando sul campo, non solo nel movimento di resistenza, ma anche in generale alla tribù Sioux di Standing Rock e a tutte le nazioni tribali che l’hanno visto accadere più e più volte, quando noi diciamo di no e loro vanno avanti comunque.
JUAN GONZÁLEZ: Tara Houska, dove sta andando tutto questo in termini di processo di appello? È un ritardo temporaneo? È un ritardo di qualche anno? O pensi che questa sentenza possa distruggere completamente il progetto?
TARA HOUSKA: Sono molto fiduciosa che gli azionisti questa mattina si sveglino e cominciano a riconsiderare il loro investimento nell’industria dei combustibili fossili e in particolare la sua espansione. Abbiamo appena visto che anche l’oleodotto Atlantic Coast è stato cancellato, così come il Keystone XL e l’oleodotto di sabbie bituminose Energy East. Si tratta di una serie di eventi e di resistenze, in particolare da parte degli indigeni in ogni parte di Turtle Island (nome dato dai nativi al Nordamerica, N.d.T.) che dimostrano come l’espansione dell’industria dei combustibili fossili non possa continuare. E per vedere questa vittoria epocale, spero davvero che gli azionisti, ossia quelli che controllano i profitti, stiano guardando a questo e non solo riconsiderando la loro politica verso le popolazioni indigene, il loro bisogno di un consenso libero, preventivo e informato invece di una semplice consultazione, ma che stiano riconsiderando la loro intera prospettiva su come si presenta la nostra economia energetica, che a questo punto dovrebbe essere un’economia verde.
AMY GOODMAN: Passiamo ora alla risposta del Segretario dell’Energia degli Stati Uniti Dan Brouillette alla notizia della chiusura dell’oleodotto Dakota Acces, in attesa di revisione e della cancellazione dell’oleodotto Atlantic Coast, di cui parleremo tra un secondo. È stato intervistato su Fox Business Network da Stuart Varney.
STUART VARNEY: Signor Segretario, in entrambi i casi, incolpa gli attivisti per avervi sostanzialmente fatto chiudere?
SEGRETARIO DELL’ENERGIA DAN BROUILLETTE: In effetti è così. È un piacere essere con lei. Sì, penso che in entrambi i casi sia colpa loro.
STUART VARNEY: Insomma fanno causa per impedirlo, anche se non sanno nemmeno dove si trova e a cosa serve. È proprio una cieca opposizione a tutto ciò che l’industria dell’energia cerca di realizzare.
SEGRETARIO DELL’ENERGIA DAN BROUILLETTE: Esatto. Sono d’accordo. E mi chiedo cosa stiano festeggiando, a parte forse la perdita di posti di lavoro…
Sì.
SEGRETARIO DELL’ENERGIA DAN BROUILLETTE: … in tutta l’America.
AMY GOODMAN: Insomma, il Segretario dell’Energia degli Stati Uniti riconosce il ruolo delle proteste nella chiusura di questi grandi oleodotti. LaDonna Brave Bull Allard, quel giorno, il 1° aprile 2016, ti aspettavi che così tante persone sarebbero venute, non solo nel Sacred Stone Camp, la tua proprietà, ma anche nel Red Warrior Camp e in tanti altri? Cosa significava questo attivismo e dove … come pensi che si manifesterà ora?
LADONNA BRAVE BULL ALLARD: Non avevo idea che tanta gente sarebbe venuta e avrebbe lottato. Ma dopo aver parlato con gli indigeni di tutto il mondo, mi sono resa conto siamo tutti nella stessa situazione: le industrie estrattive arrivano e distruggono l’acqua, la terra e i nostri ambienti.
In questo momento siamo alla sesta estinzione degli animali. Non dovremmo essere qui. Quando ho iniziato a parlare con persone di tutto il mondo, una delle cose che ho capito è che è il momento di cambiare. Il momento è adesso. Non possiamo andare avanti con le industrie estrattive, finché non ripareremo e permetteremo alla Terra di guarire di nuovo. Questa è la cosa più importante che dobbiamo fare per vivere. Dobbiamo avere acqua pulita. Dobbiamo avere ambienti puliti per vivere. E se i soldi vengono prima delle vite, questo è ingiusto.
JUAN GONZÁLEZ: Tara Houska, vorrei parlare ancora dell’oleodotto. Trump si è impegnato molto per farlo funzionare. Qual è stato l’impatto nel tempo in cui è stato in funzione, anche se il giudice ora dice che entro 30 giorni dovrà interrompere ogni flusso di petrolio?
TARA HOUSKA: Sono andata alla riserva Sioux di Standing Rock per sostenere LaDonna Allard perché l’ho vista su Facebook e perché ho visto giovani che correvano per 2.000 miglia, da Cannon Ball a Washington D.C. Ho fatto le valigie e sono andata là, perché ho capito che questo non era solo un momento in cui la gente si ribellava e diceva: “Non lo accetteremo. Non accetteremo che i nostri diritti vengano ancora una volta calpestati”. C’era anche comprensione che si stava parlando della distruzione di luoghi sacri, di luoghi che non si potranno mai recuperare, del rischio per l’acqua potabile della riserva.
Non dimentichiamo che questo oleodotto in origine doveva passare più a monte, vicino a Bismarck, ma poi è stato dirottato proprio accanto alla riserva: un segno evidente di razzismo ambientale e di disprezzo per la vita degli indigeni. Sono passati quattro anni sapendo che quell’oleodotto era proprio accanto a – era a solo a poche centinaia di metri dal punto in cui viene attaccata la conduttura d’acqua della riserva. Sapendo che una rottura avrebbe potuto avere un impatto non solo su quella riserva, ma anche sui 17 milioni di persone che vivono lungo il fiume Missouri, per non parlare della continua estrazione di combustibili fossili dal suolo, del continuo impatto sull’ambiente, sulle emissioni di gas serra, sulla crisi climatica che sappiamo che sta accadendo in tutto il mondo. Questo è un progetto tra tanti, ma in questo caso credo che la gente abbia riconosciuto che era giunto il momento di prendere una posizione. E’ un progetto che ha raggiunto il mondo. E continuiamo a lottare.
AMY GOODMAN: Tara, Energy Transfer ha dichiarato: “Intendiamo presentare immediatamente una mozione per bloccare questa decisione e, se non sarà accolta, per accelerare l’appello alla Corte d’Appello. Crediamo anche che il Corpo dei Genieri dell’Esercito abbia la giurisdizione finale su questa materia, ai sensi delle norme che ne regolano la proprietà.” L’amministratore delegato di Energy Transfer Partners, il miliardario Kelcy Warren, uno dei maggiori sostenitori del Presidente Trump, ha recentemente ospitato una raccolta di fondi nella sua casa di Dallas. Puoi parlare del suo ruolo?
TARA HOUSKA: Kelcy Warren era assolutamente, completamente indifferente e assolutamente sprezzante nei confronti delle vite umane sul campo. All’inizio della trasmissione si è accennato al fatto che la sicurezza privata di Energy Transfer Partners ha sguinzagliato i cani su donne e bambini, su gente disarmata, che le persone sono state morse. Ho intervistato Tashina Smith, una giovane donna che quel giorno era stata morsa al seno. E questo è stato un sistema di aggressioni continue e di estrema brutalità scatenato su donne e bambini inermi e su persone disarmate che cercavano di proteggere i luoghi sacri dalla distruzione.
Kelcy Warren sapeva tutto questo. Sapeva della questione del razzismo ambientale. Sapeva che a un certo punto c’erano 10.000 persone in questo accampamento nel Nord Dakota. Era la tredicesima città più grande dello Stato. Sapeva cosa stava succedendo. E sono sicura che sapeva anche quando tutti i suoi azionisti si sono presentati, e i suoi finanziatori, le 17 banche dietro il progetto dell’oleodotto Dakota Access, per ritirare parte dei loro prestiti dal progetto.
La sua alleanza con Trump è simile a quella di molti addetti ai lavori e dirigenti dell’industria dei combustibili fossili che si sono installati nell’amministrazione stessa. Penso ad esempio al Segretario di Stato, ex amministratore delegato della Exxon. Immagino che molti lobbisti e persone che si sono affermate nell’amministrazione ora siano piuttosto nervosi per le imminenti elezioni e la gestione della crisi COVID-19 da parte dell’amministrazione Trump.
AMY GOODMAN: E ieri distribuivi mascherine, cercando di assicurarti che la gente del Nord Dakota fosse protetta, gli indigeni del Nord Dakota, come quelli di Standing Rock?
TARA HOUSKA: In realtà, eravamo giù nella Nazione Navajo, quindi sto tornando al nord. La Nazione Navajo ha avuto alcune delle peggiori statistiche COVID-19 dell’intero paese. Così abbiamo distribuito e consegnato senza contatto confezioni di disinfettante per le mani, pannolini, cibo, mascherine, tutto ciò che possiamo dare per aiutare persone che vivono senza acqua corrente, senza elettricità, alle prese con tutte le ineguaglianze che già esistono in questo paese.
AMY GOODMAN: Bene, voglio ringraziare l’avvocatessa indigena Tara Houska per essere stata con noi in collegamento da Alamosa, in Colorado e LaDonna Brave Bull Allard, membro della tribù dei Sioux di Standing Rock, fondatrice del Sacred Stone Camp per la resistenza all’oleodotto Dakota Access, che si è unita a noi dalla sua casa proprio lungo il fiume Cannonball River, dove ha vissuto questa enorme vittoria, una battaglia a cui ha dedicato la vita in questi ultimi anni. Ti auguriamo il meglio per la tua salute, LaDonna, mentre lotti contro il cancro al cervello. Sei stata un’ispirazione per molti. I tuoi ultimi commenti?
LADONNA BRAVE BULL ALLARD: Abbiamo appena iniziato. Incoraggio tutti a continuare a lottare. Ci deve essere giustizia in questo mondo e ci deve essere responsabilità. E credo davvero che se possiamo avere queste due componenti principali, possiamo cambiare il sistema in uno migliore. Abbiamo bisogno di un sistema migliore in America. Abbiamo bisogno di un sistema che sia uguale per tutti. E abbiamo bisogno, come nativi, di non essere invisibili nella nostra patria. Siamo qui solo per aiutare. Siamo qui solo per insegnarvi ad amare la terra e l’acqua.
AMY GOODMAN: LaDonna, grazie mille.
LADONNA BRAVE BULL ALLARD: [in Lakota].
AMY GOODMAN: E auguri di buona salute
Traduzione dall’inglese di Anna Polo