il 7 luglio 2020, a tre anni dalla sua adozione.
E’ il 7 luglio 2017 e, verso le ore 11, all’Assemblea Generale dell’ONU a New York, appare sul grande schermo il risultato del voto per l’adozione del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (TPAN) (*): 122 voti favorevoli, 1 voto contrario, 1 astensione; l’emozione dei presenti – diplomatici ma anche numerosi attivisti della società civile – è grande … si tratta in effetti di una vittoria importante della ‘democrazia planetaria’ di fronte all’intimidazione, e persino a volte il ricatto, da parte di una oligarchia di grandi potenze!
Avendo potuto partecipare ai lavori della Conferenza con gli amici Alfonso Navarra dei ‘Disarmisti Esigenti’e Giovanna Pagani della WILPF-Italia, abbiamo potuto anche partecipare, insieme al folto gruppo degli altri attivisti partner di ICAN convenuti da ogni parte del mondo, alla grande soddisfazione per questo storico risultato.
Come si è potuti giungere a un tale risultato, che anche solo qualche anno prima sembrava un sogno anche per i più ottimisti tra gli esperti e gli attivisti ?
Cosa è avvenuto da allora, in questi tre anni ?
E quali potranno esserne gli sviluppi futuri ?
Cerchiamo di andare nell’ordine :
Le iniziative per ottenere l’eliminazione e l’interdizione delle armi nucleari sono cominciate subito dopo la loro prima apparizione: Albert Camus (articolo nel giornale ‘Combat’ dell’8 agosto 1945), Fréderic Joliot et l’Appello di Stoccolma del marzo 1950, firmato da più di 500 milioni di persone di tutti i continenti !), Bertrand Russel et Albert Einstein (Manifesto Russel-Einstein del 9 luglio 1955 a Londra), e così via sino ai nostri giorni, personalità e movimenti non hanno cessato di opporsi alla follia delle armi nucleari.
Due date segnano pero’ l’inizio del percorso specifico che ha portato all’adozione del TPAN :
– l’anno 2007 che ha visto il formarsi della Campagna ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear weapons) in Australia, con il lancio ufficiale il 23 aprile 2007 a Melbourne, da parte dell’associazione di medici IPPNW (International Physicians for the Prevention of Nuclear War).
Attualmente ICAN riunisce più di 500 associazioni distribuite in un po’ più di 100 paesi nel mondo ed il suo staff dirigente è istallato a Ginevra, con Beatrice Fihn come direttrice esecutiva.
Tra queste associazioni hanno assunto un ruolo particolarmente importante, oltre all’IPPNW, la WILPF (Women’s International League for Peace and Freedom), IALANA (International Association of Lawyers Against Nuclear Arms), Mayors for Peace, Peace Boat, PAX ed altre.
– e poi l’anno 2013 (marzo) in cui si è tenuta a Oslo la prima Conferenza sul tema delle “Conseguenze umanitarie delle esplosioni nucleari” per iniziativa della Norvegia in collaborazione con ICAN, che ha riunito 127 Stati e diverse ONG.
– seguita da una seconda in Messico (a Nayarit) nel febbraio 2014 con la partecipazione di 146 Stati e di numerose ONG,
– e da una terza Conferenza in Austria, a Vienna, l’8 e 9 Dicembre 2014 con la partecipazione di 158 Stati (preceduta da un meeting di ICAN il 6 e 7 Dicembre con circa 600 partecipanti).
Questa Conferenza di Vienna ha permesso di sviluppare non soltanto il tema delle conseguenze umanitarie, ma anche quello del rischio che una guerra nucleare, regionale o/e mondiale, possa realmente accadere (interventi di Eric Schlosser, autore dell’opera di riferimento (**) : « Command and Control – Nuclear Weapons, the Damascus accident, and the illusion of safety »)
In oltre essa ha segnato una svolta in questo processo con l’impegno (“pledge”) dell’Austria al fine di colmare il vuoto giuridico (“the legal gap”), dato che le armi nucleari non erano state ancora proibite da un Trattato Internazionale, contrariamente ai due altri tipi di armi di distruzione di massa: le armi chimiche e le armi batteriologiche.
Sono poi seguite due altre tappe :
Il “Gruppo di lavoro a composizione aperta” (‘Open Ended Working Group’) in seno all’ONU a Ginevra (Febbraio-Agosto 2016), seguito dal voto dell’Assemblea Generale dell’ONU (New York), il 23 dicembre 2016, per l’apertura di negoziati allo scopo di formulare un Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (in marzo e poi in giugno-luglio 2017).
Fatto notevole dell‘Open Ended Working Group’: ci è stato possibile, come ONG, di discutere a pari condizioni con le delegazioni degli Stati in sessione plenaria!
Il lavoro intenso, specialmente in giugno-luglio del 2017, alla sede dell’ONU a New York, coordinato magistralmente dalla Presidente Elayne Whyte Gomez, ambasciatrice del Costarica, ha permesso di giungere al testo del Trattato, poi votato, come si è visto, alla quasi-unanimità.
Grazie a questo Trattato, una volta entrato prossimamente in vigore, sono ormai proibiti: la fabbricazione, il possesso, l’utilizzo e la minaccia di utilizzo delle armi nucleari.
La ‘dissuasione nucleare’ diviene in tal modo ILLEGALE nel quadro del Diritto Internazionale e le armi nucleari sono oramai stigmatizzate per sempre.
Cosa è avvenuto da allora, in questi tre anni ?
Soprattutto quattro fatti importanti :
1) L’attribuzione ad ICAN del Premio Nobel per la Pace 2017
A sinistra Berit-Reiss Andersen, presidentessa del Comitato Nobel norvegese, al centro l’hibakusha Setsuko Thurlow, e a destra Beatrice Fihn, direttrice di ICAN (Foto di ICAN)
2) Tra gli 81 Stati che hanno sinora firmato il TPAN, 9 Stati non facevano parte dei 122 Stati che ne avevano votato l’adozione, quindi il numero di Stati che hanno aderito al TPAN, cioè che hanno votato la sua adozione e/o che l’hanno firmato è, sino ad oggi = 122 + 9 = 131.(***)
3) Il processo di ratifica è a buon punto : 38 Stati hanno già ratificato il TPAN, sui 50 necessari e sufficienti perché il Trattato di Proibizione della Armi Nucleari entri in vigore, e quindi venga a far parte a pieno titolo del Diritto Internazionale. Ecco più in dettaglio la situazione attuale : qui la lista aggiornata dei 38 Stati che hanno ratificato il TPAN : Africa del Sud, Antigua-e-Barbuda, Austria, Bangladesh, Belize, Bolivia, Costa-Rica, Cuba, La Dominique, Ecuador, Gambia, Guyana, Isole Cook, Kazakhstan, Kiribati, Laos, Lesotho, Maldive, Messico, Namibia, Nicaragua, Nuova Zelanda, Palaos, Palestina, Panama, Paraguay, Santa Lucia, San Marino, Saint Vincent & Grenadine, Salvador, Samoa, Tailandia, Trinidad & Tobago, Vanuatu, Uruguay, Vaticano (Santa Sede), Venezuela, Vietnam
Gli altri 19 stati per i quali il processo di ratifica è in corso o imminente : Algeria, Botswana, Cambogia, Repubblica Centro-Africana, Isole Comores, Repubblica Democratica del Congo, Ghana, Grenada, Guatemala, Honduras, Irlanda, Giamaica, Malawi, Nepal, Nigeria, Filippine, Saint Kitts and Nevis, Sudan, Tanzania.
Si può quindi ragionevolmente sperare che il numero fatidico di 50 Stati venga raggiunto entro un anno, a contare da adesso.
4) ‘Last but not least’, un altro fatto importante è che l’effetto di stigmatizzazione del TPAN è già largamente presente nell’impatto su diverse banche (≈ 35, tra le quali la Deutsche Bank) e fondi di pensione (di cui 3 molto importanti) che hanno deciso di non più finanziare gli armamenti nucleari ! Ciò grazie all’iniziativa di ICAN, intitolata “Don’t bank on the bomb”, e coordinata dall’attivista di lunga data Susi Snyder.
Cerchiamo di vedere ora quali potranno essere gli sviluppi futuri del TPAN
Una prima tappa (fondamentale!) sarà, come abbiamo visto, l’entrata in vigore del TPAN, che avverrà automaticamente 90 giorni dopo che il cinquantesimo Stato l’avrà ratificato.
Ma già da ora si tratta di cominciare ad affrontare la tappa più difficile : quella dell’eliminazione effettiva degli armamenti nucleari.
Mentre per raggiungere l’adozione e, tra non molto l’entrata in vigore del Trattato Internazionale di Proibizione delle Armi Nucleari è stata sufficiente un’intensa cooperazione tra la società civile e gli Stati ‘non dotati’, per il passo successivo, quello dell’eliminazione di tali armi, sarà necessaria l’interazione della società civile anche con gli Stati dotati di armi nucleari, a partire dai due “giganti”: USA e Russia, con, se possibile, una mediazione della Cina, che, nonostante il suo regime totalitario, ha adottato un atteggiamento relativamente aperto nei confronti del processo che ha portato all’adozione del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (TPAN) e questo in contrasto con altri Stati, come la Francia e gli Stati Uniti, che hanno fatto di tutto per sabotarlo.
Inoltre, la Cina è l’unico stato nucleare ad aver completamente escluso dalla sua dottrina qualsiasi forma di attacco nucleare di “first strike” e mantiene le sue armi nucleari (venti volte meno numerose di quelle degli Stati Uniti o della Russia) al più basso livello di allerta.
Come primo passo, la Cina potrebbe, ad esempio, proporre la creazione di un gruppo di lavoro, composto da esperti dei 9 paesi nucleari (un WG9) con la missione specifica di formulare una “tabella di marcia” realistica per un disarmo multilaterale coordinato, che servirebbe poi da base per i negoziati tra i 9 stati nucleari ed i loro alleati.
Una volta ottenuta l’abolizione di tutte le armi nucleari, il TPAN avrà anche un’altra funzione essenziale: quella di garantirne l’irreversibilità.
Naturalmente, altre piste, diverse o complementari potranno e dovranno essere ‘inventate’ e intraprese … tanto a livello diplomatico che a quello dell’opinione pubblica, perché la strada ancora da percorrere richiede il contributo di tutte e di tutti.
Per quanto riguarda più specificamente l’Italia, vi sono 13 associazioni partner di ICAN, qui elencate per ordine alfabetico :
Associazione Italiana di Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare (AIMPGN), Cormuse, Disarmisti Esigenti, IALANA (International Association of Lawyers Against Nuclear Arms)-Italia, Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo (IRIAD), Mayors for Peace, Pax Christi-Italia, PeaceLink, Pressenza Italia, Rete Disarmo, SenzAtomica, WILPF (Women’s International League for Peace and Freedom)-Italia e World Foundation for Peace, ed almeno altre 14 associazioni (eco)-pacifiste, pure elencate in ordine alfabetico: Accademia Kronos, Beati i costruttori di Pace, Centro Gandhi-Pisa, Comitato Fermare la Guerra-Firenze, Comitato No Guerra No Nato (CCNGNN), Comitato pace convivenza e solidarietà Danilo Dolci di Trieste, Energia Felice, Fucina per la non-violenza, Green Cross-Italia, IPB (International Peace Bureau)-Italia, ‘Laudato Si’’, MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione) (= IFOR) Palermo, Movimento Nonviolento, e USPID (Unione degli Scienziati Per Il Disarmo) molto legata al movimento Pugwash.
Diverse di queste associazioni hanno partecipato e partecipano ad una Campagna per la firma del TPAN da parte dell’Italia, mediante :
– delle raccolte di firme dei cittadini consegnate al Presidente della Repubblica Associazioni WILPF-Italia, Pax Christi e Disarmisti Esigenti (≈ 8000 firme) e Rete Disarmo/SenzAtomica : iniziativa ‘Italia Ripensaci’ (≈ 7200 firme individuali + 71 associazioni e parrocchie).
– delle dichiarazioni di città : Milano, Palermo, Brescia (+ 27 comuni), Torino, Bergamo, Ancona, Treviso, Vicenza, Salerno e Perugia, ed inoltre la Regione Toscana.
– delle iniziative e manifestazioni diverse, soprattutto lungo la « 2a Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza » dal 2 ottobre 2019 (da Madrid) all’8 marzo 2020 (a Madrid), in paerticolare con la proiezione in circoli, scuole e luoghi pubblici del documentario di Pressenza “L’inizio della Fine delle Armi Nucleari“.
Da segnalare particolarmente l’iniziativa della WILPF-Italia, con l’implicazione di numerose altre associazioni :
« Pace Femminista in Azione : Giustizia Climatica, Sicurezza e Salute » che si è svolta da novembre 2018 a giugno 2019, avendo come obiettivo :
« Implicare le Istituzioni ed i movimenti ambientali nella Campagna ICAN per la ratifica del TPAN, attraverso la mobilitazione delle donne e dei giovani ». Così, numerose manifestazioni, incontri, conferenze e « laboratori », in scuole medie e licei, hanno avuto luogo a Livorno, Pisa, Trieste, Rimini, Roma, Firenze, Palermo, Crespina (Pisa), Castellina Marina (Pisa), Ariano Irpino (Avellino), Accadia (Foggia), Monteleone (Foggia), Sant’Agata (Foggia), Anzano (Foggia), Messina e Noto (Siracusa). Con un Colloquio conclusivo a Roma il 7 giugno 2019 sul tema : « Gli eroi che hanno salvato il mondo dall’olocausto nucleare »
Ora, l’adesione al TPAN da parte dell’Italia implicherebbe il rinvio delle bombe B61 al suo proprietario : gli USA.
Ed ecco le associazioni più specificamente impegnate a questo scopo :
– il Comitato ‘No Guerra No Nato’, e la WILPF-Italia con la partecipazione ai meeting Anti-NATO a Bruxelles, a Dublino, e a Firenze,
– i Disarmisti Esigenti, con in particolare delle manifestazioni alla base NATO di Ghedi-Torre (Brescia) ed in altri siti militari importanti.
– l’IPB – Italia, con la partecipazione ai meeting Anti-NATO a Bruxelles,
Particolarmente importante l’incontro di Dublino, nel novembre 2018, dato che si è trattato della prima Conferenza Internazionale per esigere la chiusura delle basi militari USA/NATO, con la partecipazione di circa 300 attivisti di 35 paesi e in particolare di membri della WILPF del Chad, del Kenya, dell’Italia, della Norvegia, della Scozia e degli USA.
Questa Conferenza ha permesso di lanciare una Campagne globale allo scopo di provocare una presa di coscienza nel pubblico e di organizzare una resistenza di massa nonviolenta a livello mondiale, contro tutte le basi militari USA/NATO, come pure le loro missioni militari ovunque nel mondo.
In sintesi, esistono molte iniziative di associazioni per mettere la pressione sul governo affinché rimandi definitivamente al suo proprietario tutte le bombe USA B61 attualmente sul suo territorio, in modo da poter firmare e ratificare il TPAN. La difficoltà viene dalla forte implicazione dell’Italia nel complesso USA/ NATO, nel quale si trova imbrigliata come da una piovra !
Si tratta quindi di aiutare l’Italia ad uscirne, con l’apertura di negoziati particolarmente con Russia e Cina per trasformare le attuali tensioni in rapporti di cooperazione, profittando anche dell’attuale stato di crisi crescente nella NATO.(****)
Comunque l’interesse di tutta l’attività pacifista in corso consiste già nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica alla gravità crescente del rischio di guerra nucleare in Europa e nel mondo, ed inoltre sullo stretto legame tra gli armamenti nucleari ed i gravi problemi del clima e dell’ambiente, soprattutto affrontato da alcune associazioni come la ‘WILPF-Italia’, i ‘Disarmisti Esigenti’ et la ‘Laudato Si’ (*****)
Da segnalare in questo contesto le iniziative che i ‘Disarmisti Esigenti’ stanno lanciando : “Rete della Terrestrità”e “NO arsenali, SI’ ospedali” (******)
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(*) Ecco il link al testo completo del TPAN : https://www.icanw.org/full_text_of_the_treaty ; versione italiana https://www.coordinamentoicanitalia.org/wp-content/uploads/2018/07/trattato-ITA.pdf
(**) ‘Command and Control – Nuclear Weapons, the Damascus accident, and the illusion of safety’ di Eric Schlosser, The Penguin Press, New York, 2013
(***) Per lo stato aggiornato delle firme e ratifiche del TPAN vedere al link : https://en.wikipedia.org/wiki/Treaty_on_the_Prohibition_of_Nuclear_Weapons
(****) si può vedere un po’ più sviluppato questo argomento nell’articolo :
https://www.pressenza.com/it/2020/06/il-complesso-usa-nato-alla-ricerca-senza-fine-di-un-nemico-quale-potrebbe-essere-una-via-duscita/
(*****) ‘Niente di questo mondo ci risulta indifferente. Associazione Laudato si’. Un’alleanza per il clima, la Terra e la giustizia sociale’. A cura di Daniela Padoan – Edizioni Interno 4, 2020
(******) https://www.ilsolediparigi.it/tag/alfonso-navarra/
https://www.petizioni.com/no_arsenali_si_ospedali