Sono due le sedi di Strass&Baratt, luoghi di incontro, scambio, riuso nel rispetto dell’ambiente.
Laura aveva esperienza nel campo dell’abbigliamento, voleva ridare vita ai luoghi di montagna dove abitava, ormai quasi abbandonati, credeva fermamente che il cambiamento globale, indifferibile, fosse legato a comportamenti individuali semplici e concreti, alla portata di tutti, piuttosto che a grandi progetti teorici; la sua risposta è stata l’invenzione di Strass&Baratt.
A Pessinetto Fuori le hanno concesso l’uso gratuito di un locale della Cooperativa Sociale, dove dal 2014 ha iniziato la sua attività: “Qui non si compra e non si vende, ma si scambia oppur si prende”.
Chi aveva cose che non usava più le portava, chi aveva bisogno di qualcosa lo cercava lì, senza necessariamente che le azioni fossero combinate: vestiti, tantissimi, scarpe, casalinghi, coperte, arredo per la casa, articoli per neonati… in breve il locale si è riempito ed è diventato un punto di riferimento importante per gli abitanti di tutta la Valle e anche per i villeggianti dai centri urbani più grandi, che ogni sabato, mattino e pomeriggio, potevano arrivare lì e trovare ad accoglierli Laura e Luca, con un caloroso benvenuto e qualche spiegazione sul funzionamento dell’iniziativa.
Faceva freddo, d’inverno, senza riscaldamento, e allora ci si copriva bene per resistere, qualcuno portava magari una bevanda calda oppure si andava al vicino bar e si approfittava con piacere, quando c’era, del sole che si insinuava sotto il portico antistante, dove gli stand dei vestiti, tutti puliti, ordinati per genere taglia colore, messi a disposizione, facevano bella mostra di sé.
E poi talvolta c’era pure la musica! Luca si allenava alla pianola perché entrambi facevano parte di una corale locale, messa su da Gigi Ubaudi, che reinterpretava antiche canzoni popolari piemontesi.
E’ in questo contesto che da ottobre 2014 è iniziato un fatto nuovo, foriero di sviluppi incredibili: tra Ceres, Pessinetto, Mezzenile hanno cominciato ad essere mandati gruppi di profughi, per lo più sub-sahariani o del Bangladesh, spediti direttamente in montagna dopo essere stati salvati in mare dalle navi di soccorso.
A volte arrivavano con le infradito di plastica e tutine leggere, battevano i denti, ma nessuno gli rivolgeva la parola, troppa distanza linguistica e antropologica…
Sempre Laura prende l’iniziativa di andarli a trovare nel loro rifugio, un albergo dismesso di Ceres, parlare con loro e rifornirli di abiti caldi, dando l’indicazione di Strass&Baratt per i sabati successivi.
In breve tempo numerosi rifugiati camminavano per le vie delle Valli di Lanzo alla volta di Pessinetto Fuori, dove si fermavano anche volentieri a dare una mano, una volta superata la timidezza iniziale.
Laura e Luca hanno pure cercato di insegnare loro l’italiano, visto che allora le cooperative che li avevano in carico non erano ancora in grado di affrontare tutte le problematiche.
E poi Luca suonava e loro due cantavano in piemontese… ai ragazzi africani piaceva un sacco la musica, seguivano più facilmente le parole in questo modo che con le lezioni tradizionali, insomma, alla fine han provato anche loro a cantare e così è nato il gruppo musicale “CoroMoro“, per dare voce a chi non ha voce.
Questa è un’altra bella storia, che merita un racconto a parte, ma intanto anche Strass &Baratt va avanti aumentando sempre più il volume delle cose scambiate; la voce si diffonde e Pessinetto Fuori si rianima con feste e iniziative che vedono coinvolti anche i protagonisti di questa storia.
Non solo, nasce su impulso di Marino Poma di Ceres una associazione di volontariato, intorno alla presenza dei profughi, che si chiama Morus Onlus: sostiene le iniziative di CoroMoro, MoroStyle, produzione di abiti in stile africano da parte di rifugiati sarti, MoroTeam, squadra di calcio che disputerà diverse partite nei campionati locali.
Tutti i paesi delle Valli di Lanzo vedono un rifiorire di iniziative e attività che danno una botta di vita agli antichi abitanti.
Col patrocinio della MorusOnlus, a febbraio 2019 il capace furgone del CoroMoro si riempie all’inverosimile di vestiti, coperte, scarpe, sacchi a pelo, e parte con 6 volontari, Luca, Laura, Giorgio, Federico, Daniela e Roberto, alla volta di Velika Kladusha, in Bosnia, per portare aiuto ai profughi che lungo la rotta balcanica si arenano ai confini con la Croazia dove la fortezza Europa tenta di escluderli e loro tentano ugualmente di passare.
Intere famiglie con bambini dormono all’addiaccio nel rigido inverno e ogni cosa calda è un sollievo, soprattutto le scarpe che le guardie croate sottraggono loro ogni volta che tentano il “game”, il percorso per giungere in Slovenia e poi in Italia o Nord Europa.
Le persone, in Italia, hanno risposto generosamente all’appello portando loro indumenti caldi e scarpe adatte, spesso nuove, ma certo il fabbisogno è molto superiore alla risposta che il volontariato, locale o italiano, può dare.
Dopo 5 anni la Cooperativa di Pessinetto Fuori chiede indietro il locale, di proprietà del Comune, che intende ristrutturarlo e destinarlo ad altro scopo; si avvia la ricerca di una nuova soluzione abitativa per Strass&Baratt, che alla fine si presenta grazie alla generosità di Caterina e Daniela Foglia, che mettono a disposizione un ampio locale del loro edificio di Cà di Spagna, frazione di Pessinetto lungo la statale 1 delle Valli di Lanzo; dopo i lavori di sistemazione e la posa delle ormai famose insegne, Strass&Baratt risorge a nuova vita, ancor più grande di prima, trovandosi lungo un’arteria molto frequentata; dall’inverno 2019-20, con l’eccezione del periodo di della pandemia, tutti i sabati è un viavai di persone che portano, prendono, curiosano e si informano, mentre Laura, aiutata da un’altra Laura amica di La Cassa, smista e sistema i nuovi arrivi, prende nota delle richieste non soddisfatte, prenota le cose ingombranti per chi non può portarle via subito…
C’è anche uno stagista che si impegna a far rispettare le normative di sicurezza in vigore dopo la fine del distanziamento sociale.
Laura di La Cassa si innamora di questa iniziativa, ne parla nel suo comune e il sindaco mette a disposizione anche lì, in comodato d’uso gratuito, un locale per far nascere il primo figliolino di Strass, uno Strass&Baratt a La Cassa, stessa insegna e uguali modalità, aperto ormai da tre sabati e sempre più ricco di estimatori, sia tra le volontarie che lo gestiscono, sia tra coloro che portano e/o prendono le cose in esposizione o che lasciano, se vogliono, un piccolo contributo per le spese di gestione, proprio come succede a Cà di Spagna.
Se si diffondesse sempre più, in modo virale, l’idea dello scambio e del riuso, senza fare ricorso al denaro, siamo convinti che il pianeta potrebbe tirare un sospiro di sollievo, riducendosi il consumo di risorse non rinnovabili e il conseguente inquinamento; pian piano potrebbe trasformarsi la mentalità di coloro che vengono avvicinati a questa modalità di azione: non si tratta assolutamente di fare beneficenza, ma di contrastare il consumismo eccessivo e insostenibile che caratterizza oggi il mondo della moda e del commercio in generale.
Articolo di Daniela Pantaloni
Foto di Robi Colarullo