A ottobre 2013 un collettivo di attivisti di Belo Horizonte ha occupato un caseggiato storico abbandonato da vent’anni, di proprietà del Governo dello stato di Minas Gerais. Una fra le prime occupazioni culturali del Brasile, l’azione non aveva solo l’obiettivo di salvare l’immobile dal decadimento, ma anche di trasformarlo in uno spazio libero e autogestito, con particolare attenzione verso la formazione educativa e artistica.
Lo Spazio comunitario Luiz Estrela è stato chiamato così in omaggio a Luiz Otávio da Silva, detto Estrela (la Stella), poeta fuori dai canoni sociali, che viveva in strada, LGBTQIA+ e militante delle diversità. Estrela è stato assassinato a giugno del 2013, durante la Coppa delle Confederazioni, un momento di effervescenza culturale e politica in città, e non c’è stata un’indagine sulla sua morte.
Per Roberta Von Randow, dottoressa di psicologia, psicanalista e collaboratrice del progetto, la scelta di un bene pubblico “che cade a pezzi” dimostra la potenza della società civile. “Penso che per la società siamo diventati un esempio di quanto sia importante chiedersi in che tipo di città si vuole vivere, e quanto si può contribuire alla sua costruzione. E anche del fatto di pensare che, quando lo desideri veramente, trovi molti altri cittadini che condividono i tuoi sogni e le tue utopie.”
Secondo Manu Pessoa, attrice e attivista del nucleo teatrale del progetto, la Trupe Estrela, “le occupazioni, sia quelle a scopo di abitazione sia quelle culturali, hanno in sé il senso della possibilità e sono delle crepe aperte nel sistema, possibilità che diventano realtà. Suscitano il pensiero critico e la loro importanza sta in questa presa di coscienza”.
Pareti che raccontano storie
Situato nel quartiere di Santa Efigênia, nella zona est di Belo Horizonte, il caseggiato è stato inaugurato nel 1914 come Ospedale militare. In seguito, è stato anche un manicomio infantile e uno spazio per bambini con “necessità speciali”. Nonostante le varie ristrutturazioni, i segni – fisici ed emotivi – sono ancora presenti nell’edificio.
A dicembre del 2013 il progetto ha ottenuto il comodato d’uso dell’immobile alla società civile per 20 anni. Da lì in poi, in quello spazio sono state realizzate varie attività. Nel 2017 il Centro ha vinto il miglior premio come patrimonio nazionale, il premio Rodrigo Melo Franco de Andrade, dell’Istituto del Patrimonio Storico e Artistico Nazionale (IPHAN).
Nuclei autogestiti
Il progetto si sviluppa attraverso vari nuclei autogestiti come la Trupe Estrela, il Nucleo Restauro e Memoria, il Cine Estrela (Audiovisivo), il Nucleo Scuola Comunitaria, Affermativa (Corso pre-ENEM*), il Palco aperto comunitario, il Nucleo di Permacoltura, la Cucina comunitaria e il progetto {CriarCura}.
Roberta è una delle collaboratrici del progetto {CriarCura}, che è attivo dal 2017, e che parte dalle follie e dai margini della società come centro di creazione, libertà e resistenza.
“È un nucleo che impara facendo, insieme alle persone che stanno ai margini, invisibili dentro questa società che costruisce i suoi parametri di normalità sui modelli eurocentrici, sulla supremazia dei bianchi e su valori economici di esclusione. In una società in sviluppo che non pensa all’ambiente e che spesso, invece di pensare alla salute, pensa più alla malattia”, afferma.
Per rispettare le disposizioni di sicurezza relative alla pandemia di coronavirus, lo spazio ha chiuso i battenti. I nuclei hanno realizzato alcune attività online, mentre altre sono state mantenute in presenza, come la distribuzione di manifesti informativi e l’accompagnamento psico-sociale per la gente di strada.
“Stavamo ricevendo il pubblico ogni settimana e abbiamo pensato che, se ci fossimo fermati durante la pandemia, avremmo perso quel vincolo di fiducia costruito finora con la strada e che è un processo lento. Le persone che riceviamo sono escluse dagli strumenti digitali e, di conseguenza, escluse dalle notizie sul covid”, dice Roberta.
Manu racconta che il lavoro con la Trupe Estrela è avvenuto online, per mezzo di un montaggio teatrale in collaborazione con gli abitanti della comunità di Pau Comeu. “Abbiamo mantenuto un rapporto di scambio e discussione, cercando di superare questo momento difficile e di instaurare un legame più affettivo con loro, in base alla proposta di attività che avevamo già avviato.”
* Corsi Pre-ENEM: Corsi nazionali di preparazione agli Esami della Scuola Media. (N.d.T.)
Traduzione dal portoghese di Raffaella Piazza. Revisione: Silvia Nocera.