Il 20 di febbraio, a causa dell’inizio della diffusione della pandemia, il centro per anziani Zante di Milano ha dovuto sospendere tutte le sue attività, tra cui il corso di computer per i senior che Simona Savoldi Poli, formatrice, conduce da molti anni. Simona e i suoi allievi, però, non si sono fermati, dimostrando come la tecnologia, anche tra gli “over”, può fare la differenza.
Simona, come hai reagito alla chiusura del centro e allo stop forzato generato dalla pandemia?
Dopo l’ultima lezione ho pensato che io e i miei allievi non ci saremmo rivisti per molto tempo e che la gravità di questo evento avrebbe creato paura, isolamento e solitudine.
Agli inizi del lockdown ho cercato modi per coinvolgerli e così sono nate diverse idee. Un esempio è quello delle videolezioni collettive, che hanno consentito di continuare le relazioni tra i gruppi di studenti, o la creazione dei gruppi di Whatsapp, attraverso cui ci siamo scambiati commenti, opinioni e saluti.
Raccontaci come è nata l’idea dei racconti “con la Corona”
I miei “ragazzi” hanno accolto molto bene le iniziative e hanno partecipato attivamente mettendo in pratica le conoscenze apprese durante i corsi. E’ stato bello aver potuto contribuire ad alleviare il peso della situazione proprio alle persone che più di tutte ne hanno subito le conseguenze. Ad un certo punto ho proposto loro di preparare “un compito” per quelle che sarebbero state per tutti “vacanze forzate”, ovvero, un racconto di fantasia a lieto fine: pensare che tutto finirà bene. Fare uno sforzo per immaginare un futuro migliore ci avrebbe aiutato a vivere meglio il presente.
E’ così che nasce questa piccola raccolta di racconti, realizzata e condivisa attraverso i fogli di Google del pacchetto Drive. Molti anziani non immaginano di poter imparare a usare un computer, un oggetto così lontano dal loro paesaggio di formazione, invece l’esperienza dimostra che non solo possono farlo, ma che possono trarne beneficio e da diversi punti di vista. Questi mesi di chisura ce lo hanno dimostrato.
Le mie allieve e i miei allievi hanno contribuito a dare senso alle lunghe giornate in cui siamo stati tutti costretti a rimanere a casa, e le “Storie con la Corona” sono il loro contributo a memoria di questo strano periodo.