2 gennaio 2020, a Milano fa freddo.
9 luglio 2020, a Milano fa caldo.
2 gennaio 2020, due donne, madre e figlia, piangono abbracciate. Si stringono per farsi coraggio, affondano le mani, quasi le unghie con la rabbia e il dolore di chi preferirebbe sentire e far sentire un dolore fisico, piuttosto che quello dentro, che è peggiore.
La madre è la custode del palazzo del Politecnico, Università pubblica, che costeggia il Parco Bassini. Vive lì, con suo marito e sua figlia, con i loro cani. Ogni giorno apriva la finestra e vedeva un parco, degli alberi enormi, che scaldano il cuore in inverno e lo rinfrescano in estate. A Milano non c’è il mare che allevia gli sbalzi di temperatura, ma ci sono gli alberi. Unica forma di natura che si divincola tra l’asfalto.
2 gennaio 2020, alle 4 e mezza di mattina, guardo quelle donne abbracciate, l’immagine si offusca per le mie lacrime. Siamo in pochissimi, come cercare di fermare uno stuolo di polizia in tenuta antisommossa.
Parlo con i poliziotti, li incalzo, gli faccio notare la loro vergogna, il loro essere dalla parte sbagliata, solo perché devono eseguire gli ordini. Ricordo come in passato ci furono guardie, soldati, gendarmi, poliziotti, che si ribellarono agli ordini. Che scelsero la parte giusta, la parte dei più deboli. Che senso ha difendere i FORTI? Sono i deboli che vanno difesi.
Partirono le motoseghe. Per ore quel rumore ci entrò nelle orecchie.
La donna in borghese che guidava il manipolo di agenti mi diceva: “Parli, parli pure!! Non fa che caricarmeli, i ragazzi!! Eh, eh, eh!!”
Oggi 9 luglio, sei mesi dopo, a Milano fa caldo.
Il sindaco Sala nei suoi uffici avrà l’aria condizionata, oppure è riuscito ad andare al fresco; un giorno si potrà governare una città in smart working.
Avete detto: “Trapianteremo quegli alberi!” Menzogna, la maggior parte, tra cui i più grandi e più belli, sono stati abbattuti.
Avete detto: “Ne pianteremo tanti altri…” Bene, andate a rinfrescarvi sotto un alberello appena piantato, col suo bel metro di radici.
Sindaco Sala, non saranno gli spauracchi del peggio che ci faranno dimenticare quello che è successo.
A Milano, sindaco, a Milano fa caldo. Avrebbe potuto fare anche solo un grado C in meno. Quella doveva essere la direzione, non la contraria.
Madre e figlia, sudate, portano a spasso i loro cani; il cantiere è avanzato a ridosso di dove abitano.
Caro sindaco, non dimenticheremo.
PS Mentre stiamo pubblicando questo articolo ci giunge la notizia che anche in piazza Baiamonti è stato distrutto dalle ruspe quello che i cittadini, liberi e volontari, avevano piantato. Caro sindaco, non piangiamo più. Ridiamo, come riderebbero sguaiatamente i personaggi di un film di Sergio Leone, con musica di Morricone di sottofondo. Siamo molto più forti di lei.
Martedì 14 luglio ore 18, intanto, appuntamento in piazza Scala, a partire dalla lotta per evitare lo scempio di San Siro passando per tutti gli spazi verdi cittadini da difendere, Bassini, Baiamonti, Piazza d’Armi….
Il Parco Bassini prima della distruzione degli alberi
Il Parco Bassini oggi
Foto di Giovanna Foti e Alessandra Curcio