A nove anni da quando il Sud Sudan ha ottenuto l’indipendenza divenendo la più giovane nazione al mondo, l’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, rivolge un appello ai leader del Paese affinché rinvigoriscano gli sforzi volti a stabilire una pace duratura e a porre fine all’esodo di più vaste proporzioni di tutto il continente africano.
“È di fondamentale importanza che il Sud Sudan continui sulla strada che porta a una pace duratura”, ha dichiarato Filippo Grandi, Alto Commissario ONU per i Rifugiati. “Dopo anni di conflitto, il popolo sudsudanese merita una possibilità di fare ritorno alla propria terra, vivere in condizioni sicure nelle proprie comunità e investire energie affinché tutti possano ricostruire le proprie vite e perseguire con successo i propri obiettivi”.
Sono stati compiuti progressi notevoli che meritano di essere riconosciuti, tra cui l’Accordo rivitalizzato relativo alla risoluzione del conflitto, siglato nel 2018, e la formazione di un Governo transitorio di unità nazionale rivitalizzato avvenuta nel febbraio 2020.
Il Sud Sudan, inoltre, ha mostrato dedizione encomiabile nell’accogliere persone in fuga da guerre e persecuzioni, anche durante la pandemia da COVID-19, quando centinaia di rifugiati sono arrivati nel Paese da Sudan, Repubblica Democratica del Congo (RDC) e Repubblica Centrafricana (RCA). In tal senso, la firma della Convenzione di Kampala che impegna il Paese a difendere i diritti e le tutele degli sfollati interni rappresenta un’altra pietra miliare a favore.
Tuttavia, le crescenti violenze registrate nel 2020, in particolare nelle regioni del Jonglei e dell’Equatoria centrale, minacciano di destabilizzare questi progressi così duramente conseguiti.
Decine di migliaia di persone si sono ritrovate sfollate e centinaia hanno perso la vita. Donne e minori, in particolare, hanno subito le conseguenze della crisi. Si continuano a registrare casi diffusi di violenza sessuale, nonché rapimenti e distruzione di proprietà.
Mai come ora, in una fase in cui l’impatto dei combattimenti è aggravato ulteriormente dalla diffusione del COVID-19, è necessario porre fine alle violenze con urgenza. Le restrizioni agli spostamenti imposte dal confinamento stanno ostacolando le possibilità delle organizzazioni umanitarie di garantire aiuti. L’UNHCR e i partner sono sul campo e stanno assicurando kit di emergenza e alloggi temporanei, intensificando, allo stesso tempo, le attività di coinvolgimento delle comunità sfollate nella risposta al COVID-19 sul territorio.
L’UNHCR si appella a tutte le parti in conflitto affinché impongano con urgenza il cessate il fuoco, in particolare poiché si prevede che la pandemia raggiungerà il picco nei prossimi mesi. È necessario profondere ogni possibile sforzo per contenere la diffusione del virus, garantendo, allo stesso tempo, supporto al sistema sanitario del Paese, reso inadeguato da anni di conflitto, affinché possa far fronte alle criticità imminenti.
L’UNHCR continuerà ad assicurare solidarietà al popolo del Sud Sudan e a sostenere il Governo nella risposta alle esigenze umanitarie e nello sviluppo delle capacità, anche in relazione alla pandemia.
Per maggiori informazioni:
- Referente per il Sud Sudan, da Roma, Giulia Raffaelli, raffaelg@unhcr.org, +39 348 7288351
- A Ginevra, Charlie Yaxley, yaxley@unhcr.org, +41 795 808 702
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