“Non abbandonerò mai Trump”. Così Roger Stone, amico ed ex collaboratore dell’attuale inquilino della Casa Bianca, appena fu arrestato dall’ Fbi nel gennaio dell’anno scorso. Infatti Stone ha mantenuto la sua promessa ed era stato condannato a 40 mesi di carcere per intralcio alla giustizia, falsa testimonianza e per avere intimidito dei testimoni nelle indagini del Russiagate. Pochi giorni prima di andare in carcere Trump gli ha commutato la sentenza.
I media hanno annunciato che Stone aveva ricevuto il “pardon” (la grazia) ma poi si è capito che si trattava di una “commutation” (commutazione). La commutazione differisce dalla grazia in quanto consiste di una riduzione della pena e non di una completa assoluzione. Nel caso di Stone gli risparmia il carcere anche se in altri casi potrebbe ridurre il periodo di reclusione oppure ridurre multe da pagare.
C’è però un’altra differenza che ci spiega la mancanza di Trump a concedere la grazia completa. La commutazione non dice che Stone non ha commesso il reato né toglie la colpevolezza come avrebbe fatto con la grazia. Quindi la macchia rimane. Rimane anche la possibilità di futuri guai legali nel caso in cui Stone dovesse essere interpellato in ulteriori indagini. Queste indagini potrebbero emergere in caso di una vittoria di Joe Biden il quale nominerebbe un nuovo Ministro di Giustizia. La grazia completa toglie al beneficiario il diritto dell’uso del quinto emendamento, cioè di deporre contro se stesso, poiché le testimonianze non avrebbero effetti negativi. La commutazione invece mantiene valido il quinto emendamento.
In effetti Stone potrebbe non parlare, usando il quinto emendamento come scudo, rifiutandosi di parlare perché ulteriori menzogne sotto giuramento si aggiungerebbero a quelle della condanna di quest’anno. Stone quindi avrebbe, oltre ai suoi incentivi di fedeltà personale a Trump, incentivi per proteggere se stesso. La commutazione è dunque importante per il 45esimo presidente perché si crede che Stone abbia mentito nelle testimonianze scritte offerte sotto giuramento a Robert Mueller, il procuratore speciale del Russiagate, su alcuni aspetti della vicenda di Wikileaks. Va ricordato che Stone è stato coinvolto in questa vicenda essendo stato intermediario per aiutare il suo candidato e rendere pubbliche le e-mail rubate dai russi e poi passate a Wikileaks. Con la commutazione di Stone, Trump ha assistito il suo amico ma ha anche aiutato se stesso proteggendosi da alcune possibili incriminazioni in futuro. Allo stesso tempo però Trump manda messaggi ad altri suoi collaboratori che se seguono la strada di Stone di proteggere il loro capo, lui in cambio li proteggerà. In caso contrario faranno la fine di Michael Cohen, suo ex avvocato, il quale ha “tradito” Trump dicendo la verità nella vicenda dei suoi rapporti con la pornostar Stormy Daniels. Adesso Cohen sta scontando una pena di tre anni per frode fiscale e per contributi politici illegali senza ricevere alcuna considerazione di commutazione di pena. Tutto sommato, come spesso avviene con Trump, le sue parole e azioni vengono usate per beneficio personale anche quando sembrano beneficiare altri.