A seguito della Bomba d’Acqua “esplosa” su Palermo lo scorso 15 luglio, che – fra gli altri danni alluvionali riguardanti l’intera città – ha inferto una gravissima ferita alla Biblioteca Centrale della Regione Siciliana, importante e fondamentale istituzione della Cultura di livello non solo siciliano, pubblichiamo la lettera di solidarietà inviata all’indomani dei fatti nefasti a tutto il personale della Biblioteca e al suo Direttore Carlo Pastena, vergata da Carmela Perretta.
Già Direttrice della medesima Biblioteca dal 1971 al 1995 la Perretta, durante il suo mandato ha tracciato il solco della mission istituzionale in ossequio al principio del dettato costituzionale, di cui all’art. 9 della Carta fondamentale – “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Lei stessa ha voluto ricordarcelo, dopo averla incontrata per ottenere la liberatoria finalizzata alla pubblicazione della missiva sulle pagine di Pressenza.
La lettera ha avuto l’effetto di squarciare la coltre di silenzio che qualcuno stava tessendo sulla questione che riguarda il patrimonio librario della BCRS: un bene comune – materiale ed immateriale – di valore inestimabile, che non si può sottrarre alla fruizione della collettività e che in questo momento necessita di un’iniezione di risorse finanziarie per programmare gli interventi di recupero, conservazione e restauro, se si vuole evitare il degrado irreversibile di quel che è ancora possibile salvare.
Bisogna dare atto alla CGIL-Fp di essere stata la sola fra i corpi intermedi della società civile ad avere preso posizione sulla drammaticità della situazione determinatasi nella Biblioteca, sia mediante un comunicato stampa ufficiale (ripreso da la Repubblica e da altre testate online), sia con un intervento diretto con l’intervista mandato in onda di un dirigente sindacale dal TG3-Regione che ha dedicato un ampio servizio sulla BCRS.
Nel ringraziare Carmela Perretta per il suo intervento, anche Pressenza vuole contribuire alla causa culturale per il rilancio della Biblioteca Centrale della Sicilia a partire dalla pubblicazione della lettera che apprezziamo per il suo contenuto, sia sotto il profilo dell’alto valore umano sia sotto il profilo professionale per le considerazioni metodologiche adottate dai funzionari nell’emergenza data.
Caro Direttore,
come Lei può comprendere, non potevo stare lontana dalla Biblioteca nella quale ho passato tutta la mia vita da bibliotecaria e da direttrice, spesso, purtroppo, in momenti drammatici, come quando il tragico crollo del loggiato del Liceo Vittorio Emanuele provocò la morte di tre operai e portò come conseguenza per la Biblioteca la chiusura dall’ottobre 1979 al settembre 1984. Nell’arco di un mese furono individuati e adattati alcuni locali in via Lo Bianco, per accogliere gli impiegati e continuare il servizio al pubblico. In quella circostanza i manoscritti e i libri rari e di pregio non subirono danni, anche se si dovette provvedere a effettuare di volta in volta spostamenti di gran parte del patrimonio raro e di pregio dai locali interessati al restauro e al recupero degli spazi interessati dal crollo.
Pochi giorni fa, in seguito al nubifragio che ha colpito la città di Palermo, oltre ai problemi e ai danni causati ai nostri concittadini dall’allagamento per fortuna senza conseguenze tragiche, un danno gravissimo ha interessato il patrimonio librario più importante della Sicilia. Appresa la notizia del disastroso allagamento della scaffalatura metallica della Biblioteca da un breve articolo sul giornale La Repubblica, non ho potuto fare a meno di venire in Biblioteca per esprimere a Lei e al personale tutto la mia partecipazione e la mia solidarietà e per rendermi conto di persona della situazione, poiché non avevo più né letto né ascoltato notizie riguardanti il disastro della Biblioteca.
Vedere i libri dovunque è stato possibile sistemarli perché potessero asciugarsi, sui tavoli, sulle sedie, sul pavimento, mi ha colpito profondamente e mentre ho apprezzato l’attenzione di tutto il personale nel trattare i libri con ogni possibile cautela, mi sono posta gli stessi interrogativi che sin dal primo momento si è ovviamente posti anche Lei.
Dove poter sistemare i volumi man mano recuperati, dove trovare lo spazio adatto (condizioni ambientali, sicurezza, vicinanza all’Istituto) perché vi venga attrezzato un laboratorio dove per molti, molti mesi, i restauratori del Laboratorio di restauro della Biblioteca, con la partecipazione eventuale di operatori che vengano anche da altre Biblioteche italiane, dall’Istituto centrale di Patologia del libro, possano eliminare muffe, restaurare dorsi e copertine?
Gli spazi della Biblioteca sono insufficienti da decenni e nonostante le segnalazioni dei direttori fin da anni lontani, nessun locale veramente adatto e adeguatamente allestito ha dato la possibilità di custodire e conservare e tutelare in modo appropriato il patrimonio librario custodito in Biblioteca, che è patrimonio di tutti, di tutto il Paese.
E in questa situazione mi chiedo quando potrà riprendere il servizio pubblico di lettura, quando la Biblioteca, con il suo prezioso patrimonio potrà essere restituita alla città e al Paese, pienamente funzionante con i magazzini librari riattivati e accessibili, con le sale di lettura funzionanti.
La Biblioteca centrale è la più importante della Regione e non può fermarsi, è un organismo in crescita, un Istituto che provvede alla custodia, alla conservazione e alla tutela di un patrimonio librario importantissimo per la cultura e per gli studi.
Per tutto questo sono sicura che non mancherà a Lei, formatosi in Biblioteca, studioso del libro, sensibile ai problemi dei ricercatori, continuare a trovare la forza per affrontare una situazione che a mio avviso è molto, molto grave perché mette a rischio tutto il patrimonio librario della Biblioteca e per ottenere dall’Amministrazione regionale la necessaria attenzione di fronte a un evento disastroso che non può rimanere chiuso tra le mura del Collegio massimo dei Gesuiti e che richiede interventi adeguati e urgentissimi.
La sua forza, caro Carlo, è sostenuta anche dalla disponibilità responsabile e consapevole del personale, ma è chiaro che tutta l’abnegazione possibile non basterà a scongiurare la perdita di testimonianze preziose per la cultura del Paese.
Da parte mia ha tutta la comprensione possibile e, se crede che in qualche modo io possa essere di aiuto, io sono qui.
La mia solidarietà e la mia partecipazione le ha già.
La prego di comunicare la mia vicinanza e il mio incoraggiamento a tutti i Suoi collaboratori, nella speranza, purtroppo non posso dire nella certezza, che da parte di chi deve e può si trovi una soluzione rapida ed efficiente perché quello che Lei sa che va fatto per il recupero dei volumi danneggiati e per la riapertura in sicurezza della Biblioteca venga fatto con la dovuta sollecitudine.
La Biblioteca è riemersa nel 1948 dalle macerie della seconda guerra mondiale, ha ripreso a funzionare nel 1984 dopo un restauro durato quattro anni, deve poter riprendere a produrre cultura anche dopo questo ultimo, spero, disastro.
Un abbraccio a Lei e un saluto cordiale al personale della Biblioteca
Sua Carmela Perretta