Controsservatorio Valsusa, Centro Studi Sereno Regis e Volere la luna organizzano un’iniziativa di carattere nazionale Giovedì 23 luglio, dalle 15.00 alle 19.00
L’iniziativa si terrà a Torino presso la sala Poli del Centro Studi Sereno Regis di Torino con interventi in presenza e collegamenti da remoto.
L’incontro potrà essere seguito in streaming: https://youtu.be/kxAFrKR7oIc (per le regole di distanziamento e sicurezza i posti in sala sono limitati, per prenotare vedi le info dopo il programma)
L’iniziativa inaugura un percorso teso a costruire un cartello di realtà dell’ambientalismo, del sociale, del mondo del lavoro, del mutualismo decise a voltare davvero pagina, abbandonando il modello, sbagliato e fallimentare, delle Grandi Opere, e ad aprire una stagione propositiva e un confronto-scontro con una politica vecchia e incapace di dare risposte adeguate alla gravità della crisi in atto.
Sono previste comunicazioni introduttive di Marco Bersani, Angelo Tartaglia, Francesco Ramella, Marco Revelli
Presentazione
L’epidemia di Covid-19 ha prodotto nel Paese e nel mondo una crisi economica e sociale gravissima. L’evidenza dei collegamenti tra epidemia e modello di sviluppo ha fatto dire a molti, nei mesi scorsi, che nulla sarebbe più stato come prima e che le risposte alla crisi avrebbero dovuto avvenire all’insegna di un cambiamento profondo di strategie, modelli economici, priorità.
Oggi, con la fine del lockdown e l’allentamento delle limitazioni imposte dall’emergenza, quelle indicazioni sembrano tramontate e tutto sembra tornato come prima. Lo confermano il “decreto semplificazioni” e i provvedimenti connessi varati in questi giorni dal Governo in cui il volano della ripresa viene indicato in un’incredibile sequenza di Grandi Opere da mettere in cantiere senza freni e senza regole: l’elenco è sempre più lungo fino a comprenderne 130, lo guidano il TAV e la Nuova linea ferroviaria Torino-Lione, rispunta finanche il ponte sullo stretto di Messina.
La rappresentazione simbolica di tutto questo sta nel gesto e nelle parole del presidente del Consiglio che schiaccia il pulsante per l’innalzamento delle paratie del Mose a Venezia, commentando – di fronte alle proteste degli ambientalisti – che la politica deve assumersi le proprie responsabilità e augurarsi (proprio così, augurarsi) che l’opera funzioni.
In questo desolante panorama (che vede coinvolto l’intero ceto politico del nostro Paese) emergono, a vari livelli, segnali di discontinuità importanti: cresce nei movimenti la consapevolezza che giustizia sociale e giustizia ambientale sono inscindibili; sono sempre più chiare l’entità e l’origine da attività umane (a cominciare dalle Grandi Opere) dei cambiamenti climatici e i loro effetti devastanti; al Parlamento europeo, in sede di discussione della proposta di legge sul clima, è stato presentato un emendamento che subordina i finanziamenti di ogni grande opera all’accertamento – da parte di una commissione indipendente ‒ del suo effetto di riduzione delle emissioni di CO2; la Corte dei Conti europea, pronunciandosi su otto Grandi Opere tra cui la Torino-Lione ne contesta, pur in un’ottica non certo contraria all’attuale modello di sviluppo, la convenienza dal punto di vista economico, traportistico e ambientale; lo schieramento contrario alle Grandi Opere cresce a livello locale e vede, da ultimo, la netta presa di posizione contro la Nuova Linea Ferroviaria Torino-Lione del neoeletto sindaco di Lione Grégory Doucet.
Ormai è documentato da innumerevoli studi che le Grandi Opere sono tra i maggiori responsabili dei cambiamenti climatici, producono lavoro in misura di gran lunga inferiore a molte piccole opere di risanamento del territorio, sono in contrasto con le necessità di un futuro rispettoso dell’ambiente, hanno costi insostenibili per la collettività. A sostenerle restano solo gli interessi di una imprenditoria senza progetto e di una politica istituzionale ad essa subalterna. Questi interessi sembrano oggi vincenti grazie soprattutto alle risorse economiche (sempre pubbliche) di cui dispongono e alla connessa capacità di produrre consenso. Ma il loro respiro corto è sempre più evidente.
Per questo occorre costruire nel Paese un cartello di realtà dell’ambientalismo, del sociale, del mondo del lavoro, del mutualismo consapevoli della necessità di girare davvero pagina e di abbandonare il modello, sbagliato e fallimentare, delle Grandi Opere. L’obiettivo è quello di aprire una grande stagione propositiva e un confronto-scontro con una politica vecchia e incapace di dare risposte adeguate alla gravità della crisi.
Di qui l’iniziativa di un primo momento di confronto, a Torino il 23 luglio prossimo. Altri confronti seguiranno per integrare la rete degli interlocutori.
Centro Studi Sereno Regis – Controsservatorio Valsusa – Volere la Luna
GRANDI OPERE: ILLUSIONI, INGANNI, ALTERNATIVE
Torino, via Garibaldi 13, sala Poli (e videoconferenza)
23 luglio 2020 – o. 15.00-19.00
coordinano
Angela Dogliotti (Centro Studi Sereno Regis) e
Livio Pepino (Controsservatorio Valsusa)
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o. 15.15-16.30 comunicazioni introduttive (*)
Marco Bersani (Attac) *
Quanto costano le grandi opere? Chi le paga, possono essere un volano per l’economia?
Angelo Tartaglia (Politecnico di Torino)
Le grandi opere e i cambiamenti climatici
Francesco Ramella (Università di Torino)
Infrastrutture e trasporti: le fantasie e la realtà
Marco Revelli (Università del Piemonte orientale)
Creare lavoro: grandi opere e progetti alternativi
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o. 16.30-19.00 interventi programmati – elenco provvisorio (*)
Jean-Louis Aillon (Rete Clima Torino)
Giuseppe De Marzo (Rete dei Numeri Pari) *
Emilio Delmastro (Pro Natura Piemonte e Valle d’Aosta)
Duccio Facchini (Altreconomia) *
Edi Lazzi (Fiom)
Violetta Guerra (Fridays for future Valsusa) *
Maria Maranò (Legambiente e Forum Disuguaglianze e Diversità) *
Tomaso Montanari *
Giorgio Prino (Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta) *
Mariangela Rosolen (Acqua pubblica Torino)
Cosimo Scarinzi (CUB Piemonte)
Laura Vallaro (Fridays for future Chieri)
(*) I nomi con l’asterisco corrispondono a interventi da remoto.
Siamo in attesa di risposta da Stefano Lenzi (WWF), Mario Pianta (Sbilanciamoci!).
Per adesioni scrivere a Ezio Bertok (eziobertok@tiscali.it), indicando estremi dell’associazione, telefono e indirizzo mail.
Per prenotare il posto nella sala Poli del Centro Sereno Regis (numero limitato a 30 persone per le disposizioni connesse con l’epidemia di Coronavirus): Enzo Ferrara (enzoferrara@serenoregis.org tel. 339 8555744);