L’8 luglio il Consiglio di Stato, il più alto organo di giustizia amministrativa francese, ha stabilito che, rifiutando di registrare la domanda d’asilo e di esaminarla con le garanzie previste dalla legge, le autorità di confine dipendenti dal Ministero dell’Interno hanno compiuto una violazione “grave e manifestamente illegale del diritto d’asilo, che costituisce una libertà fondamentale”.
Al Consiglio di Stato si erano rivolte alcune organizzazioni per i diritti umani, riguardo al respingimento verso l’Italia, avvenuto a maggio, di una donna e di suo figlio di cinque anni nonostante avessero espresso l’intenzione di presentare domanda d’asilo al momento del loro arrivo in Francia.
Si tratta di una pratica sistematica che avviene alla frontiera franco-italiana e totalmente accettata dal Ministero dell’Interno. Soltanto in due giorni, lunedì 6 e martedì 7 luglio, sono stati accertati 83 respingimenti dalla Francia verso l’Italia.