Sono finiti i 14 giorni di quarantena disposti dalle autorità sanitarie marittime per l’equipaggio della nostra Mare Jonio al porto di Augusta. Si conclude così la missione 8 di Mediterranea Saving Humans, una missione che ha portato a due interventi di soccorso, uno il 19 giugno, l’altro il 29 di giugno. Abbiamo portato in salvo complessivamente 110 persone. Dopo 40 giorni in mare, adesso dobbiamo effettuare il cambio equipaggi e una serie di lavori di manutenzione sulla Mare Jonio, per tornare al più presto in mare.
Quello che abbiamo visto nel Mediterraneo centrale è un situazione terribile: uomini, donne e bambini che tentano di scappare dall’inferno libico e rischiano di morire ogni giorno. Anche nei giorni della nostra missione le navi e gli aerei della società civile hanno infatti individuato cadaveri in mare. L’attività frenetica della cosiddetta guardia costiera libica, coordinata dall’agenzia Frontex dell’Unione Europea, nel catturare e deportare chi fugge dalla Libia è un vulnus dei diritti umani e della Convenzione di Ginevra. Chi non viene catturato molto spesso muore.
La pandemia non può essere una scusa per non soccorrere. Grazie al protocollo anti-Covid e alle dotazioni di protezione, tra i più avanzati previsti dalle autorità marittime, tutto il nostro equipaggio è risultato negativo ai tamponi, gli 8 naufraghi soccorsi e risultati positivi sono stati immediatamente messi in quarantena e non hanno mai rappresentato un rischio per la popolazione.
Occorre tornare in mare, al più presto. Nessuno si salva da solo.