Sono arrivati al decimo giorno di cammino, gli esponenti delle comunità native, contadini, studenti e attivisti per la difesa dei diritti umani colombiani che animano la “Marcha por la dignidad”.
L’obiettivo del corteo, partito dalla regione sudoccidentale di Cauca, è raggiungere la capitale Bogotà e spingere il governo a varare misure contro il razzismo, la violenza di genere e gli omicidi di attivisti sociali.
La marcia, che è partita il 25 giugno con solo 15 persone ed è giunta oggi con decine di partecipanti nella città di Ibagué, circa 200 chilometri a ovest della capitale, è nata per denunciare la situazione di crisi che si vive nel Cauca.
La regione è una di quelle dove si stanno facendo sentire con più forza le conseguenze della crisi provocata dal Covid-19, mentre sono già nove gli esponenti dei movimenti sociali locali uccisi dall’inizio dell’anno.
I temi al cuore della protesta sono stati anche al centro di alcuni interventi della comunità internazionale. Esponenti del Parlamento europeo hanno invitato il presidente Ivan Duque ha
mettere fine alle uccisioni di attivisti nel Paese, mentre la missione delle Nazioni Unite in Colombia ha denunciato che circa la metà dei progetti che mirano al mantenimento degli accordi di pace del 2016 sono stati interrotti durante la pandemia.