Si avvicina alle 50.000 firme – 48.879, per la precisione – la petizione lanciata su Change.org dagli amici di Mario Paciolla, collaboratore delle Nazioni Unite morto in Colombia a metà luglio in circostanze ancora da chiarire.
L’APPELLO AFFINCHÉ “SIA FATTA GIUSTIZIA”
Con l’appello – che nelle ultime 24 ore ha raccolto oltre 35.000 firme – si chiede al governo italiano e in particolare al ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, di indagare sul caso affinché sia fatta giustizia.
“Da giorni il dott. Paciolla si sentiva con la famiglia confessando la sua apprensione per strani comportamenti di gente a lui nota che lo facevano sentire minacciato”, si legge nel testo della campagna lanciata da Salvatore Bottino, che continua: “Mario era chiuso in casa per le misure del contenimento del contagio Covid-19, aveva appena comprato il biglietto aereo per tornare in Italia, ma i sicari lo hanno raggiunto prima. La scena è stata ricostruita come suicidio per impiccagione. Più di un elemento smentisce questa ricostruzione. Per favore indagate su questa ennesima morte di un giovane italiano all’estero per mano di criminali”.
Bottino descrive l’amico scomparso come una persona “onesta intellettualmente, grande professionista, scrupoloso reporter, aveva a cuore i temi delle disuguaglianze sociali. Noi (i suoi amici, ndr) non ci stancheremo di cercare la Verità per lui”. Il sito per la petizione è www.change.org.