Gripezinha. Raffreddorino. Io con il mio passato di atleta. E chemmefrega. Isteria della stampa per destabilizzare il mio governo.
Sono solamente alcune delle decine di bestialità proferite in rete nazionale da Jair Bolsonaro, presidente del Brasile. Il mio amico telefona: accendi la tv. Accendo. Ieri, dopo aver avuto la febbre, si è recato all’ospedale militare. Oggi il risultato è annunciato. Positivo. Il raffreddorino è arrivato anche per lui. Lui che davanti alle cataste di morti ammassati nelle fosse comuni ha detto: chemmefrega… Adesso è in tv, senza maschera, a dire che sta bene, che non è niente di grave, che passerà, che ci vediamo tra una settimana e ciao a tutti.
Ma in questo momento nessuno si azzarda a ridere. I siti di opposizione, gli alternativi, riportano la notizia. Si aspetta. I medici televisivi spiegano tutto per la milionesima volta come funziona il virus, i suoi sintomi, il decorso, le complicazioni, come se fossimo nei primi giorni della pandemia.
Le strade sono piene di gente, nel via vai quotidiano di chi va a lavorare, nei negozi, nei ristoranti, nei centri commerciali, tutto aperto come se niente fosse. Come se niente fosse. Niente fosse. Niente. Fosse.