La Carta delle Nazioni Unite è sempre stata una presenza costante nella mia vita. La mia consapevolezza del suo valore ebbe inizio con la solita breve introduzione sui principi basilari dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, che molti giovani ricevono a scuola. Più tardi, mentre la mia coscienza politica prendeva forma sullo sfondo della dittatura militare nel mio paese, il Portogallo, e del suo status di potenza coloniale, la Carta reclamava il principio di autodeterminazione dei popoli ed enumerava con fermezza altri principi di libertà. Durante il periodo trascorso come volontario nei quartieri poveri di Lisbona, continuava a risuonare in me la visione di giustizia sociale promulgata dalla Carta. Nel prestare servizio, da parlamentare e successivamente da Primo Ministro, ebbi il privilegio e l’opportunità di far progredire non soltanto la nazione, ma anche uno dei principali obiettivi della Carta: la cooperazione internazionale. Durante il decennio trascorso come Alto commissario per i rifugiati, e ancora oggi con la mia carica attuale, il potere della Carta mi ispira costantemente, ogni giorno, nel servire “noi le genti”, compresi i membri più vulnerabili della famiglia umana, che rivendicano il loro diritto alle misure e alla tutela proclamate da questo documento miliare.
L’adozione della Carta delle Nazioni Unite fu un momento storico cruciale. Il documento sanciva la decisione di stabilire un nuovo ordine internazionale, costituito allo scopo di evitare una terza guerra mondiale, in seguito ai due cataclismi di tale portata avvenuti nel giro di una sola generazione. Negli ultimi settantacinque anni, la Carta si è dimostrata un accordo solido ma flessibile; i suoi ideali sono sopravvissuti e la sua base giuridica si è progressivamente adattata a nuove esigenze e situazioni. Tra crisi e complessità, la Carta è rimasta il punto di riferimento a cui tutti guardiamo e su cui tutti facciamo affidamento per adempiere alle nostre responsabilità condivise e raggiungere i nostri scopi globali.
In un’era in cui vanno diffondendosi odio e impunità, la Carta ci ricorda la supremazia della dignità umana e dello stato di diritto. In un momento di rapida trasformazione e cambiamento tecnologico, i valori e gli obiettivi della Carta persistono: la risoluzione pacifica delle controversie; la parità di diritti tra uomini e donne; il principio di non intervento, di autodeterminazione e di uguaglianza sovrana degli Stati membri; le chiare regole che disciplinano l’uso della forza, stabilite al Capitolo I, articolo 2, paragrafo 4 e al capitolo VII della Carta.
Tali principi non sono favori o concessioni ma costituiscono le fondamenta delle relazioni internazionali e sono essenziali per la pace. Hanno salvato vite, reso possibile il progresso economico e sociale e stimolato una ulteriore evoluzione del diritto internazionale, includendo ambiti imprescindibili quali diritti umani, ambiente e giustizia penale internazionale.
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Quando questi principi vengono confutati, messi da parte o applicati in modo selettivo, i risultati sono catastrofici: conflitto, caos, morte, disillusione e sfiducia. La nostra sfida comune è fare ancora meglio nel sostenere i valori della Carta. Uno dei modi più efficaci per adempiere ai nostri impegni è investire nella prevenzione, come previsto dal capitolo VI della Carta. Un altro è lavorare più da vicino con le organizzazioni regionali, come previsto dal capitolo VIII. E nonostante la Carta non menzioni esplicitamente il mantenimento della pace, esso incarna proprio il tipo di azione collettiva in favore della pace che la Carta ha concepito ed è uno strumento indispensabile e meritevole di un forte sostegno a livello internazionale.
Resiliente e visionaria, la Carta delle Nazioni Unite parla a tutti; appartiene a ogni individuo, in ogni dove. In un momento in cui il mondo è alle prese con la pandemia da COVID-19, le tensioni geopolitiche in aumento e la crescente perturbazione climatica, la Carta indica il cammino verso la solidarietà di cui abbiamo bisogno, oggi e tra le generazioni tutte. Mentre ci impegniamo per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali, per la protezione dei diritti umani, per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile e per il rafforzamento del multilateralismo, dobbiamo tornare ai principi fondamentali; dobbiamo tornare allo statuto che ci ha tenuti uniti; dobbiamo tornare a casa, alla nostra Carta.
L’Autore: António Guterres, nono Segretario generale delle Nazioni Unite.
Traduzione dall’inglese di Lavinia Messina. Revisione: Silvia Nocera