Eccoci al terzo appuntamento del “viaggio per diventare un essere umano migliore” del Dr. Parimal Merchant, membro del Movimento Umanista indiano dal 1980.
Qualche giorno dopo il rientro dal ritiro, ci riunimmo per il nostro regolare incontro. Con un orario e un luogo fissi, la riunione settimanale era diventata parte del nostro programma. Dopo il ritiro le nostre discussioni sarebbero continuate?
Un amico cominciò dicendo: “Non ho ancora trovato la risposta al senso della vita, ma una cosa che ho capito è che nella vita è importante essere felici”. A me sembrò una tautologia, tutti ne parlano. Ma è così semplice? Dissi: “Come si può essere felici? In questo momento io non lo sono”. Ero terribilmente turbato. Quel giorno, al lavoro, la mia proposta di progetto era stata respinta. Ci avevo lavorato per più di un mese ed ero sicuro che sarebbe stata apprezzata come proposta di rottura. Speravo di essere ricompensato. Invece ora rischiavo il contrario. Tutto a causa della politica dell’ufficio. Quel manager era stato crudele. In passato, in altre due occasioni mi aveva intenzionalmente fatto del male.
“Succede. Calmati”, disse un amico e mi chiesi come potesse dirlo con quella facilità. So anch’io che succede, ma in quel momento saperlo non mi aveva aiutato. Come ci si può calmare?
“È arrabbiato. Ovviamente quando si è turbati non si può essere felici”. “Vuol dire che l’essere turbati ci impedisce di essere felici? Allora perché le persone si arrabbiano?”. All’improvviso mi resi conto di essere diventato, nel gruppo, un caso di studio in vivo.
“È arrabbiato perché le cose non sono andate come si aspettava. Sente di essere stato intenzionalmente danneggiato”.
“Vuoi dire che è la sua percezione a turbarlo?
“Una volta bocciata la proposta, non voleva né era nello stato d’animo per poter guardare le cose da un’altro punto di vista”.
Sempre più membri del gruppo commentavano il mio caso. I nostri incontri sono sempre stati molto partecipativi e vivaci. Tutti avevano un’opinione e la esprimevano liberamente. L’attenzione non era rivolta all’individuo, ma all’apprendimento dall’esperienza reale.
“Ha detto che il manager gli aveva intenzionalmente fatto del male in passato. Anche il ricordo dell’ingiustizia del passato riaffiora in questo momento e lo turba”.
“Ha anche un’ulteriore preoccupazione per il futuro. Ha paura di essere licenziato”.
Riflettevo su queste affermazioni e trovavo che ciò che ognuno diceva aveva un senso. Perché ci arrabbiamo? Sembra che ci siano tre aspetti:
- La percezione del presente
- La memoria del passato
- Le immagini del futuro
Nel momento in cui uno degli aspetti è negativo, ciò fa sì che anche gli altri due diventino negativi. Ho percepito la non accettazione del mio progetto come un attacco contro di me. Nel momento in cui l’ho percepito, mi sono ricordato delle ingiustizie passate inflitte dal manager nei miei confronti e ho anche temuto di perdere il lavoro. Ognuno dei tre aspetti poteva mettermi in agitazione. E quanto? Tutta la mia giornata era andata persa, con la mente stressata per tutto il tempo. Forse mi sono comportato male con alcuni colleghi. E ovviamente non ero felice.
Vuol dire che quando la percezione, la memoria e l’immaginazione sono negative, si è turbati e quando si è turbati non si può essere felici? E avevamo iniziato dicendo che nella vita si dovrebbe essere felici…
Ecco una nuova intuizione che può aiutarmi a capire meglio me stesso. Un ulteriore passo avanti nel mio cammino per diventare un essere umano migliore.
Parimal Merchant Volontario Umanista