La problem solver (come le piace proporsi) Vicesindaca Schellino con deleghe al welfare si deve forse ancora “ambientare”? O forse il problema dei senza fissa dimora non la riguarda?
Ieri sono stato in piazza d’Armi, dove nella notte tra sabato e domenica sono bruciati due camper.
Leggo sul quotidiano La Stampa di un’ipotesi “di ripicca” e che quel luogo sarebbe la piazza dei Giocolieri, luogo frequentato da saltimbanchi.
A me risulta che i due camper bruciati si trovassero nell’area camper di piazza d’Armi.
Abito da 58 anni a Torino e francamente non so dove si trovi la piazza dei Giocolieri.
L’attuale situazione di piazza d’Armi è anche causata dalla chiusura del Sito Umanitario che proprio in quel luogo era stato istituito.
Quando vivi da molto tempo in strada può davvero succedere che qualcosa ti si rompa dentro, a quel punto diventi quasi ingestibile, soprattutto se continui ad essere abbandonato a te stesso.
La povertà, la paura, la rabbia, l’esclusione, incattiviscono, abbrutiscono, purtroppo è umano.
Il Comune ha istituito delle unità di strada che operano con l’ausilio di mediatori culturali? Conosce le persone? Le monitora?
Mi spiace dirlo, ma io tutto ciò non lo vedo.
Non si tratta di buonismo, di fatto la cittadinanza ha respirato l’aria mefitica di due Camper in fiamme.
Si poteva evitare? Non lo so, ma la domanda che mi pongo è: si è fatto tutto il possibile per evitarlo?
La cittadinanza è stata tutelata?
Oppure si aspetta che si creino grossi problemi per poi risolvere tutto con una repressione generalizzata da parte delle Forze dell’Ordine?
Ma prevenire non è meglio che reprimere a danni fatti, in modo inevitabilmente generalizzato, coinvolgendo altrettanto inevitabilmente anche persone innocenti?
Ha senso nascondersi dietro il dito della mancanza dei documenti, della clandestinità di alcuni?
Ora più che mai in una situazione sanitaria delicatissima a causa del Covid-19, che potrà ripresentarsi in autunno, l’importanza di una sanatoria sembra l’unica possibile soluzione alla gestione della Salute Pubblica.
Avere in giro persone non monitorate, escluse dai normali circuiti della Sanità Pubblica è un potenziale pericolo per tutti: un’emergenza nell’emergenza.
Questa mattina sono stato in via Leoncavallo, al Drop In del Gruppo Abele, fino al 2008 era aperto 23/24 7/7, ora apre mezza giornata il lunedì mattina.
Niente docce aperte, l’epidemia non lo consente. Le persone senza fissa dimora stazionano lì dal 2013.
E poi c’è Marco Lai, disabile al 75% in carrozzina: è in tenda in piazza Castello da più di un mese.
Dichiara di aver incontrato Il Prefetto Palomba, la Sindaca Appendino e Cirio, Presidente della Regione Piemonte.
Possibile che sia ancora lì sotto una tenda? Ha dichiarato che i dormitori torinesi sono interdetti ai disabili per motivi di tutela della loro sicurezza, notizia che ha ricevuto dai Servizi Sociali della Circoscrizione 5: solo a me sembra surreale che un disabile senza fissa dimora non abbia possibilità di accedere ad un dormitorio?
E’ forse più sicuro che dorma in strada? Io capisco che i dormitori non siano collegi per educande: ma se ne interdici l’accesso devi necessariamente creare delle strutture alternative. Ci sono? Perché lui è ancora per strada?
I camper bruciati in piazza d’Armi:
Via Leoncavallo (Foto di Stefano Castello):