Dopo le risposte di Riccardo Noury e Laura Quagliolo è la volta di Giovanna Procacci.
Ora che stiamo uscendo dall’emergenza Covid19 molti dicono: “Non vogliamo tornare alla normalità perché la normalità era il problema”. Questa dunque può essere una grande occasione di cambiamento.
Qual è secondo te la necessità di cambiamento più urgente in questo momento e cosa sei disposta a fare in quella direzione?
Le necessità di cambiamento sono molte, tutte urgenti e in generale hanno a che fare con il superamento del modello consumistico e con la riduzione delle disuguaglianze sociali. Però se dovessi dirne una sola direi che il cambiamento più urgente è nel sistema sanitario: tornare ad un servizio nazionale pubblico di tipo universalistico che sia in grado di proteggere la salute di tutti e che già da solo aiuterebbe a ridurre le disuguaglianze. Non credo di poter fare molto direttamente per il sistema sanitario, se non scegliere al momento del voto chi più si impegna in questa direzione.
Cosa servirebbe per appoggiare quel cambiamento, a livello personale e a livello sociale?
Superare il modello consumistico richiede molto impegno personale, per stabilire delle priorità nei consumi essenziali e ridurre quelli più superflui; ci vuole più consapevolezza personale degli effetti del consumo, sia sul piano ambientale che su quello sociale. Ci vuole anche una maggiore valorizzazione di esperienze gratificanti di tipo relazionale, culturale, di contatto con la natura, che arricchiscono la vita più degli oggetti di consumo. Sarebbe necessario che anche a livello sociale questi aspetti fossero più valorizzati per ridurre la corsa al consumo, e che si desse più importanza a far capire gli effetti deleteri del consumo dal punto di vista ambientale e sociale.