Disponibile, in libreria e online sul sito di Infinito Edizioni, dal 4 giugno il “Rapporto 2019-2020” di Amnesty International.
“Nel 2019 milioni e milioni di persone, per lo più giovani, sono scese in strada per chiedere diritti, giustizia, libertà, dignità, rispetto per l’ambiente, fine della corruzione e delle disuguaglianze. Una moltitudine di persone disposte a mettersi di traverso a politiche ingiuste non si vedeva dal 2010-11. Dal Cile all’Iran, da Hong Kong all’Iraq, dall’Egitto all’Ecuador, dal Sudan al Libano, hanno sfidato e subito una repressione molto forte. I governi hanno sparato ai loro cittadini, perdendo così ulteriormente credibilità“, ha dichiarato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.
“L’avvicendamento tra due coalizioni di governo, nonostante alcuni iniziali e promettenti annunci, non ha prodotto una significativa discontinuità nelle politiche sui diritti umani in Italia, in particolare quelle relative a migranti, richiedenti asilo e rifugiati. Per tutto l’anno le navi delle Ong sono state ostacolate da minacce di chiusure dei porti e da ingiustificati ritardi nelle autorizzazioni all’approdo. Il 2019 si è chiuso col rinnovo della cooperazione con la Libia per il controllo dei flussi migratori“, ha aggiunto Emanuele Russo, presidente di Amnesty International Italia.
“La sconvolgente esperienza della pandemia da Covid-19 cambierà il mondo in modo fondamentale, ma non sappiamo ancora come. Dovremo pretendere nuovamente quegli spazi di libertà che sono stati i protagonisti del 2019, vigilare affinché le misure di emergenza non siano normalizzate nei codici. Abbiamo di fronte due scenari opposti: un ritorno alla divisione, alla xenofobia, alla demagogia, alle misure di austerità ancora una volta dirette contro i poveri; oppure la nascita, dall’aver condiviso un periodo così drammatico, di una nuova era di cooperazione, solidarietà e unità, un’era di rinnovato impegno per ricucire le fratture sociali e le ineguaglianze così brutalmente messe in evidenza dalla pandemia“, ha concluso Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia.
Il volume, impreziosito da una prefazione di Moni Ovadia, contiene sei panoramiche regionali (Africa subsahariana, Americhe, Asia e Pacifico, Europa, Europa orientale e Asia centrale, Medio Oriente e Africa del Nord) e approfondimenti su 19 stati (Arabia Saudita, Brasile, Cina, Egitto, India, Iran, Italia, Libia, Myanmar, Polonia, Repubblica Centrafricana, Russia, Siria, Somalia, Stati Uniti d’America, Sudan, Turchia, Ungheria e Venezuela).