La nostra nave, la Mare Jonio ha mollato gli ormeggi ed è uscita ieri sera dal porto di Trapani per iniziare una nuova missione nel Mediterraneo Centrale. Dopo aver soccorso centinaia di persone, dopo tanti mesi di ingiusto sequestro prima e di stop forzato dovuto all’emergenza Covid-19 poi. Mediterranea torna in mare, nel pieno rispetto di tutte le normative anti-covid, per monitorare e denunciare le violazioni dei diritti umani che continuamente avvengono nel Mediterraneo centrale. Profughi di guerra e vittime di torture vengono lasciati morire nel silenzio o vengono catturati con il coordinamento dei governi europei e riportati alle torture dei campi di detenzione libici.
“Torniamo in mare in uno scenario mediterraneo sempre più inquietante, – ha detto Alessandra Sciurba, Presidente di Mediterranea Saving Humans – in cui i governi europei rivendicano ormai la propria connivenza con le milizie di un paese in guerra come la Libia calpestando consapevolmente diritti fondamentali e vite umane. Essere in quel mare significa ancora una volta cercare di riaffermare dal basso che la vita di ogni persona conta. I can’t breathe è l’ultimo sussulto anche di ogni persona lasciata annegare per scelte politiche criminali“.
Mediterranea sta tornando dove deve essere, dove c’è bisogno di aiuto e di umanità. L’equipaggio di mare sa di poter contare sul sostegno dei tanti equipaggi di terra che, in Italia e nel mondo, sostengono la sua missione.
Ufficio stampa Mediterranea Saving Humans