A causa della pandemia del Coronavirus Covid-19, gli Stati Uniti hanno deciso di ridurre nettamente il numero (da 37000 a 6000 unità) di militari per l’esercitazione ‘Defender Europe 20’ prevista nei mesi di maggio e giugno 2020. Per contro la United States Air Force ha recentemente dispiegato in Portogallo una task-force di bombardieri furtivi (stealth) B-2 Spirit. Di un costo che supera i 2 miliardi di dollari ciascuno, questi bombardieri possono trasportare anche bombe nucleari : sino a 16 bombe da 1,2 megaton ciascuna, che equivale globalmente alla potenza di 1200 bombe di Hiroshima. Perché questo ?
L’URSS, il nemico storico della NATO, essendo scomparsa, tanto sul piano territoriale (ridotta alla Federazione di Russia) che ideologico, dato che la Russia aveva nel frattempo sostituito il regime comunista con un regime (pseudo)-democratico liberale, occorreva allora trovare altri nemici per giustificare la sopravvivenza della NATO. Non vi fu alcun problema poiché ecco subito la sua implicazione nella guerra dell’ex-Jugoslavia (1991-2001), e poi in Afghanistan (2001-2020) con un costo intorno a 1000 miliardi di $), in Irak (1990-91 e 2003-2011) , in Libia (nel 2011) e parzialmente in Siria.
Ora la NATO, in stato di “ morte cerebrale ”, secondo Emmanuel Macron, a causa di divergenze interne e soprattutto dell’assenza di finalità credibili (o confessabili !), è ciononostante in fase di crescita in termini di budget annuale (almeno 1000 miliardi di $), di effettivi militari (circa 1 500 000 unità) e d’armamenti distribuiti su 900 basi militari, delle quali 800 al di fuori degli USA, che ‘cinturano’, tale una piovra, praticamente tutto il pianeta. L’insieme USA/NATO costituisce senza dubbio la più potente macchina di guerra di tutta la storia dell’Umanità, che si è resa responsabile di tutta una serie di guerre catastrofiche, in Vietnam, e, come si è visto, nell’ex-Jugoslavia, e poi in Afghanistan, in Irak e in Libia.
D’altra parte è importante tener conto del fatto che la dissoluzione dell’Unione Sovietica ha costituito un traumatismo maggiore per la Russia, cio’ che spiega il suo tentativo di recuperare una parte dell’influenza perduta, non certo per ricostruire di nuovo una URSS comunista, ma per costruire una versione moderna della Grande Russia degli Zar, secondo il progetto di Vladimir Poutine. E’ questo che spiega quindi l’emergere dei conflitti successivi in Georgia (Ossezia del Sud) nel 2008, in Ucraina (Donbass) dal 2014, con l’annessione controversa della Crimea da parte della Russia nel 2014, come pure le tensioni con la Romania, la Polonia, e i tre Paesi baltici.
Ecco dunque perché gli Stati Uniti sono in piena fase di riarmo, tanto convenzionale che nucleare e perché spingono i loro alleati in seno alla NATO a fare altrettanto : il nemico attuale è subito trovato : è di nuovo la Russia (oltre l’Iran e la Cina). L’arrivo in Europa dei superbombardieri furtivi (stealth) B-2 Spirit rientra perfettamente in questo quadro.
D’altronde tutto cio’ è pienamente codificato sul piano dottrinale, come lo si può leggere in due documenti importanti : nella Nuclear Posture Review 2018 , che preconizza, tra l’altro, uno sviluppo di “mini-nukes” su larga scala, come pure nel rapporto della National Defense Strategy Commission (commissione paritaria repubblicani-democratici) pubblicato il 14 novembre 2018, che designa esplicitamente la Russia e la Cina come nemici e raccomanda che il governo USA si doti di mezzi sufficienti per vincere (sic!) una eventuale guerra contro questi due nemici.
Assistiamo quindi attualmente al riemergere nel mondo di due “blocchi”: USA/NATO con Israele, Arabia Saudita, Giappone, Australia, Corea del Sud e Unione Europea, da un lato, e Russia, Cina, Iran e Corea del Nord dall’altro, che si oppongono, senza che cio’ sia motivato dal confronto di due ideologie irriducibili, come al tempo della Guerra fredda.
Come sarebbe allora possibile uscire da questa situazione geopolitica di conflitti e di guerre senza fine, con anche il rischio in aumento di una Apocalisse nucleare ? Si tratterebbe di aprire, nel quadro dell’ONU, un dialogo tra i “nemici” attuali per arrivare a trovare un terreno d’intesa e di cooperazione (in particolare riguardo alla situazione delle comunità russofone nei paesi dell’Est dell’Europa) in una relazione del tipo “vincente-vincente”, ben più desiderabile che l’attuale “perdente-perdente”.