Un webinar urgente fa luce su un fatto, avvenuto il 29 maggio, che dovrebbe monopolizzare per mesi l’attenzione di tutti, e invece è tanto non compreso da non essere nemmeno riportato come notizia. Eppure questa data rischia di restare nella storia come anniversario di una nuova catastrofe epocale, molto più grave di quanto ancora si riesca ancora a percepire.
Quale catastrofe? Nella prima settimana di giugno, solo alcuni quotidiani hanno riportato la notizia di un gravissimo incidente petrolifero che ora sta avvelenando i fiumi della Siberia; ma a quanto pare non è un semplice incidente: il collasso delle strutture che ha determinato lo spaventoso sversamento di petrolio è, prima di tutto e a monte, disastro climatico. Non è un dettaglio da poco, ma un elemento che rende il tutto estremamente più grave. Da anni il permafrost si sta sciogliendo a causa del riscaldamento globale e proprio quest’anno questo processo ha avuto un’impennata a causa del concentrarsi del surriscaldamento proprio nella zona artica, mentre in alcune regioni del mondo (ad esempio anche da noi), la temperatura resta apparentemente anche più fresca del solito; creando così un ulteriore elemento di confusione: fa fresco, non trovi? Ma si, questa storia del surriscaldamento mi sa che è una bufala.
La disinformazione su ciò che sta accadendo è pericolosa e la mancanza di un allarme adeguato ci impedisce di reagire, prendendo le necessarie misure, su cui siamo già in estremo ritardo.
Per questo un webinar urgente è stato organizzato per giovedì 18 giugno:
qui l’evento facebook https://www.facebook.com/events/354290835542649
Lo scopo è di informare su questo evento non compreso; di preoccupare in giusta misura e mettere in chiara relazione gli eventi con le cause principali del disastro, di illuminare tutte le cause senza omissioni. Di questo si occuperanno quattro studiosi di prim’ordine; seguiranno poi interventi più brevi di altri esperti, che porteranno alla conversazione spunti concreti.
Perché non si può più delegare: dobbiamo muoverci dal basso per porre all’attenzione che il problema di salvarsi deve assurgere a priorità tale da surclassare qualunque altro argomento e interesse particolare; quali quelli del business della carne. E’ proprio questo, infatti, che contribuisce al surriscaldamento più di ogni altra causa dopo la produzione di riscaldamento. Le altre cause sono mobilità e industria, ma solo dopo riscaldamento / energia e carne. Lascia increduli che il tema di affrontare la seconda causa del disastro in cui ci troviamo venga escluso dalle priorità di investimento; così come non viene sufficientemente indicato nei comportamenti individuali necessari a una inversione di tendenza; eppure sarebbe molto più facile ridurre il consumo di carne che stare al freddo o andare a piedi.