Il ministero della salute ha divulgato il nuovo metodo di conteggio. Ogni giorno saranno contabilizzate le vittime di quelle ultime 24 ore. I decessi avvenuti nei giorni anteriori che ancora non erano stati confermati come Covid ( per la difficoltà inerente agli esami post mortem), ma in seguito rivelatisi positivi, non verranno contabilizzati. Niente. Come se non fossero mai esistiti. Oltre a ciò, vengono soppressa la divulgazione dei dati complessivi riguardo al numero totale di vittime e di contagi. Come se l’epidemia fosse ridotta alle sole 24 ore prese i questione.
Ieri sera per la prima volta è entrato in scena il consorzio formato dai grandi giornali per contrapporsi ai dati falsati e manipolati del ministero. Quando il ministero annunciava 600 morti, il consorzio dopo aver consultato tutte le segreterie di salute dei singoli stati brasiliani, comunicava 250 morti in più. Il Brasile ha tremato. Il presidente del senato ha detto che non terrà più in conto le comunicazioni del ministero. Il presidente della Camera ha abiurato gli atti del ministero. Il presidente del tribunale supremo ha detto che non si può mentire alla gente e che i dati non appartengono al ministero ma al popolo. Le associazioni mediche, le università, gli istituti di ricerca sono insorti contro il governo.
L’atteggiamento del governo e del ministero ha come finalità quella di diminuire la curva del contagio per forzare la ripresa economica senza contestazioni. È una grande prova generale di manipolazioni dei dati statistici ad uso e consumo della sua linea politica contro i suoi oppositori. Per due giorni il sito del ministero è stato oscurato e la divulgazione dei dati è avvenuta solo a tarda notte: “è finita la pacchia per il telegiornale” ha detto Bolsonaro tra lo sghignazzo dei suoi seguaci. Il telegiornale serale (e il consorzio della grande stampa di cui sopra), è da mesi in conflitto con la persona Bolsonaro, ma non certo con la sua politica economica, appoggiata e sostenuta in ogni occasione.
Ma la persona Bolsonaro è diventata un personaggio scomodo, maleducato, sporcaccione. Il telegiornale (e la grande stampa del consorzio) attacca Bolsonaro come si litigherebbe con un cugino cafone che rutta e scoreggia a tavola. Adesso se ne può fare volentieri a meno. La politica economica, le “riforme” economiche, volute e programmate dalla Confindustria, sono ormai consolidate e possono camminare benissimo anche senza la persona di Bolsonaro.
Ecco il caos in cui siamo sprofondati. È bene ricordare che da 25 giorni il posto di ministro della salute è occupato da un generale dell’esercito che ha esonerato tutta la squadra tecnica, sostituedola con i suoi uomini. Se prima, ogni giorno, il ministro in persona dava una lunga conferenza stampa (fu proprio questa la causa del suo esonero: la grande popolarità e credibilità che aveva conquistato), oggi un paio di colonnelli si limitano a un freddo comunicato. Niente conferenza stampa, niente spiegazioni, niente domande dei giornalisti, niente.
I militari continuano a fare quello che in Brasile hanno sempre fatto benissimo, nascondere i morti, produrre desapacrecidos. Ieri uccidendoli. Oggi non contabilizzandoli, negandone l’esistenza. Sotto gli occhi del mondo, il governo Bolsonaro ha trasformato la pandemia e le sue vittime in una arma di propaganda, senza trovare chi gli si opponga. Niente. Vince lui.