Continuano a far discutere le mozioni proposte dal centrodestra del consiglio comunale di Pescara.
Il 30 Aprile in piena emergenza sanitaria il consiglio comunale ha approvato la mozione presentata dalla Lega in cui si proponeva di intitolare una via cittadina a Norma Cossetto, donna istriana, figlia di gerarca nazista, uccisa nel 1943 nei pressi di una foiba.
“Si tratta di un provvedimento che strumentalizza uno dei massimi crimini commessi da millenni sul corpo femminile, fuori e dentro le guerre maschili” afferma in una nota l’associazione politica Coalizione Civica per Pescara.
“Le guerre civili sono le più crudeli, ci sono violenze da ambo le parti e chiunque commette violenza deroga alla propria umanità. La destra cittadina deve tirare fuori altri modi di far politica che non sia l’accanimento sul corpo delle donne. Noi, donne di sinistra, rigettiamo le onorificenze di donne vittime in quanto è il patriarcato a volerci tali. Ci interessa avvallare la giusta iniziativa della destra che sottolinea quante poche vie siano intitolate a nomi femminili la nostra città e proponiamo i nomi di : Grazia Deledda, Tina Anselmi, Lina Merlin, Joyce Lussu, Marie Curie, Teresa Noce, Simone de Beauvoir, Angela Davis, Virginia Woolf, Carla Lonzi, Adele Faccio, Sibilla Aleramo, Olympe de Gouges, Mary Wollstonecraft, Flora Tristan”.
Anche Anpi Pescara e Arci Pescara mostrano indignazione di fronte all’approvazione: “Nel settantacinquesimo anniversario della Liberazione dal fascismo e dal nazismo, l’intitolazione di una via a Norma Cossetto non è un grande gesto e non rappresenta altro che la posizione di una parte politica volta a rilanciare una visione delle vicende che vede contrapposti gli italiani buoni e vittime, mai carnefici, agli slavi cattivi ed aguzzini, dimenticando l’intero contesto nel quale maturarono quei fatti.
L’amministrazione comunale, dal momento della sua entrata in carica, ha affrontato qualsiasi argomento con un approccio meramente ideologico che non giova a nessuno”.
“Ogni crimine, a prescindere da chi lo perpetra, resta sempre tale e ciò vale anche quando i responsabili furono i partigiani titini – proseguono le due associazioni – ma tale circostanza non può offendere la storia né la verità, che è molto più complessa di quella raccontata in una serie di pubblicazioni degli ultimi 60 anni. Norma Cossetto fu una delle vittime, che si contarono a decine di milioni, della grande tragedia mondiale del 1939-45 e va ricordato, al di là del suo ruolo svolto all’interno dei Gruppi universitari fascisti, che era figlia di Giuseppe Cossetto, ricco possidente e tra i più in vista dei gerarchi fascisti dell’Istria, combattente del 134° battaglione d’assalto delle Camicie Nere, reparto impegnato proprio in quei giorni in feroci e sanguinose azioni, insieme ai nazisti, contro i partigiani e la popolazione civile”.
Secondo Anpi e Arci Pescara, “Norma Cossetto non è il modello che incarna il sacrificio di tantissime donne che ancora oggi sono oggetto di violenza, di discriminazione, di sopraffazione, perché un modello non guarda ad una parte in particolare e non deve essere utilizzato per fini politici. Avremmo avuto, nel nostro territorio – osservano le due associazioni – una donna morta per salvare un’altra donna molto più giovane di lei dalla violenza carnale dei militari tedeschi, si chiamava Concetta Stromei, aveva 77 anni, era di Tocco da Casauria (Pescara) e fu uccisa a calci e pugni”.