Alcuni volantini firmati Extinction Rebellion, sono apparsi sulle vetrine e sulle porte di ingresso dei punti vendita bolognesi di Unicredit, Eni gas e luce, H&M, Zara e Apple, nella mattina di domenica 24 maggio. “Chiuso per il bene comune: possiamo investire su grandi affari distruttivi oppure possiamo investire sulla vita e su un futuro sostenibile”. Con questa azione il gruppo nonviolento e radicale ritorna in “strada” dopo mesi di apparente silenzio.
“Chiuso per il bene comune: possiamo investire su grandi affari distruttivi oppure possiamo investire sulla vita e su un futuro sostenibile” e poi in calce una postilla rivolto ai dipendenti e ai cittadini. “Ci scusiamo per il disagio siamo cittadine e cittadini preoccupati come voi per l’emergenza in corso. Questo disturbo è necessario affinché non si torni alla normalità che ha provocato questa crisi e ne porterà altre ben più gravi se non agiamo in fretta”. Sono questi i messaggi recapitati a Bologna da Extinction Rebellion
Azione di disturbo e scuse sono ormai diventate le firme del movimento nato ad ottobre del 2018 a Londra e attivo in Italia da circa un anno. Credevamo che le restrizioni alle manifestazioni e agli assembramenti potessero rappresentare un ostacolo troppo grande per un movimento di piazza che fa della disobbedienza civile fisica il suo cavallo di battaglia e, invece, Extinction Rebellion Italia sembra volersi rilanciare anche in questa fase 2. D’altronde anche gli omologhi inglesi sono ritornati attivi, riempiendo la Trafalgar Square di Londra con duemila paia di scarpe da bambino accompagnato dal messaggio “Oggi covid, domani crisi climatica, azione immediata”.
Un’azione a bassa intensità a scopo comunicativo quella di Bologna diretta ai soliti obbiettivi degli attivisti, che hanno più volte inscenato proteste contro la fast fashion, il neo-estrattivismo, lo sfruttamento del pianeta per le terre rare, utilizzate per la produzione di tablet e pc, e lo sfruttamento della forza lavoro. Un monito diretto ai cittadini per continuare a chiedere ai governi azione immediata contro il cambiamento climatico
L’azione fa parte della campagna “no going back” (non tornare indietro ndr), lanciata a fine aprile da XR UK e ripresa dai gruppi presenti anche in altri paesi. Dopo Londra e Bristol i volantini sono apparsi in Francia e in Spagna. Domenica 24 maggio in Friuli e a Bologna.
L’azione- spiegano gli attivisti- “si è resa necessaria per mantenere alta l’attenzione sul cambiamento climatico. Attenuata la pandemia, rischiamo di dimenticarci della madre di tutte le crisi. Siamo tornati alla frenesia pre-pandemica, alla normalità. Ma noi non vogliamo tornare indietro, perché la normalità, il business as usual, è il vero problema!”
E’ proprio di questi giorni la notizia di un nuovo record nella concentrazione di CO2 in atmosfera che ha superato le 418 ppm (parti per milione). Inoltre, uno studio del Nature Climate Change stima che, sebbene, mediamente, per i primi mesi dell’anno le emissioni siano diminuite del 17% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, per tutto l’anno ci sarà una riduzione complessiva compresa tra il 5 e il 7%. Tutto ciò dipende dai cicli del carbonio in atmosfera che sono molto lenti. Affinché gli effetti “benefici” di due mesi di lockdown siano duraturi c’è bisogno di un impegno concreto e coordinato di tutti i governi mondiali, insomma c’è bisogno di non tornare indietro.