Marzo scorso, piazza Duomo vuota, i primi giorni, la ricordate? Le vedute dall’alto, il silenzio. In tutti noi alla paura si mescolava l’incanto della bellezza di quei luoghi, di quelle piazze, di quella architettura, di quelle opere del genio umano. Arte, cultura, bellezza, allo stato puro. In fondo avvertiamo il turismo come una sorta di inquinamento, ma come per le auto, speriamo che non ci sia nessuno e intanto andiamo…
Dopo un po’ di settimane quelle immagini non giravano più; erano belle all’inizio, ma ripetute e ripetute emanavano odore di morte. Oggi in piazza Duomo è tornata la cultura viva, musica, colori, sorrisi, gioia, balli, risate. E poi la gente che ascolta e che chiacchiera, che applaude e ride, che ha voglia di vedere e di farsi vedere, di suonare. Gli esseri umani sono cultura, lo sono per definizione, oggi i lavoratori dello spettacolo lo hanno ribadito in tanti e tante, giovani soprattutto.
Hanno guardato dentro le telecamere che li riprendevano e gliel’hanno detto in tutte le salse: “Noi ci siamo, siamo importanti, siamo la vita, e vogliamo continuare a fare i nostri lavori che per quanto sottopagati ci piacciono. Ora non è che i diritti ci siano estranei, anzi! Li rivendichiamo, ma certo non ci inchiniamo e, se necessario, vi facciamo pure uno sberleffo! Perché siamo capaci di tutto. E ci rivedremo presto, nelle piazze, nei teatri, al chiuso o all’aperto, in centro e in periferia! Non vi libererete di noi!!!”
Oggi Milano ha espresso di nuovo qualcosa di buono.