Dopo una pausa forzata causa COVID-19, Hong Kong è nuovamente nel caos, con migliaia tra attivisti, studenti e cittadini scesi in strada per protestare contro la presa della Cina, presa che diventa sempre più stretta. I manifestanti si sono scontrati con le forze di polizia nel quartiere commerciale della città. Circa trecento di loro, tra studenti e attivisti, sono stati arrestati.
Le dimostrazioni sono scoppiate in risposta all’inizio di un dibattito di quattro giorni dell’Assemblea Legislativa su una legge sull’inno nazionale. Secondo quest’ultima, che dovrebbe essere approvata o meno il 4 giugno, ogni insulto all’inno cinese sarà considerato un crimine. Tuttavia, la maggior parte delle proteste è diretta al piano di Beijing di insistere con la legge sulla sicurezza nazionale per Hong Kong.
La legislatura cinese ha approvata queste leggi molto controverse sulla sicurezza nazionale di Hong Kong, sferrando un colpo da KO all’autonomia e alle libertà delle città secondo diversi critici. I delegati del Congresso nazionale del popolo della Cina hanno avallato un progetto di decisione per l’applicazione di una serie di radicali leggi anti-secessione a Hong Kong. L’obiettivo delle stesse consiste nel vietare “ogni atto o attività” che possa mettere in pericolo la sicurezza nazionale del paese. Ciò include accuse di separatismo, sovversione e terrorismo e le stesse leggi conferirebbero alle “agenzie di sicurezza e di spionaggio nazionali”, tra cui potrebbero figurare anche le forze di sicurezza cinesi, il potere di operare nella città. I dettagli della legislazione verranno redatti nei prossimi giorni e potrebbe entrare in vigore nel corso dei prossimi mesi.
I funzionari cinesi e di Hong Kong hanno promesso che le leggi riguarderanno soltanto un “numero molto ristretto di azioni” e la maggior parte dei cittadini della città non ne verrà colpita. Tuttavia, i critici sono dell’opinione che la legislazione eroderà permanentemente l’autonomia della città nell’ambito del principio del “una nazione, due sistemi” e svuoterà di significato quella che di fatto è la costituzione della città, chiamata Legge Fondamentale. Le leggi verranno messe in pratica attraverso una norma che ignorerà la legislatura di Hong Kong, saltando quindi anche passaggi come il dibattito pubblico e le consultazioni. Gli esperti legali hanno definito il processo anticostituzionale, ma sono dell’idea che ci sia poco da fare.
“Certamente è l’inizio di un nuovo ma triste capitolo per Hong Kong” ha affermato la legislatrice pro-democrazia Claudia Mo. “Hong Kong, così come la conoscevamo, è ormai morta.”
“Ci hanno strappato via l’anima, quell’anima che abbiamo preservato gelosamente per tutti questi anni, lo stato di diritto, i diritti umani; ci stanno privando di tutti questi valori fondamentali che abbiamo imparato a conoscere,” ha detto. “D’ora in poi la nostra città sarà solo un altro tassello del territorio cinese.”
Traduzione dall’inglese di Emanuele Tranchetti