Peppino Impastato nacque nel 1948 a Cinisi, in provincia di Palermo, dove sarebbe morto il 9 maggio 1978.
Giornalista e attivista, impiegò la sua vita nella denuncia degli atti compiuti da Cosa Nostra.
Di famiglia mafiosa, Peppino Impastato prese le distanze dalle ideologie dei parenti e venne cacciato di casa dal padre. Intraprese la strada politica: aderì al PSIUP (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria) e fondò il giornalino “L’idea socialista”. Questo, per Impastato, fu solo l’inizio della sua lotta contro la mafia. Nel ’76 avviò anche “Musica e Cultura”, un circolo di attività culturali.
Per anni si batté in prima fila per i suoi ideali e arrivò ad auto-finanziare una sua radio: “Radio Aut, Radio Libera”, nella quale denunciava gli affari della mafia locale e mandava in onda delle trasmissioni satiriche riguardo boss mafiosi e politici. La più famosa era “Onda piazza a Mafiopoli”.
Purtroppo però quando si parla di mafia è difficile riscontrare un lieto fine. Nel 1978 Peppino Impastato si candidò alle elezioni comunali con Democrazia Proletaria. Il suo ultimo comizio risale al 7 maggio 1978. Due giorni dopo venne ritrovato morto sui binari della ferrovia; doveva sembrare un suicidio, con una carica di tritolo trovata sotto al suo corpo a sfigurarlo. Lo votarono lo stesso e divenne consigliere comunale.
All’inizio l’assassinio di Peppino Impastato passò quasi inosservato agli occhi dell’opinione pubblica, poiché poche ore dopo venne trovato il corpo di un altro uomo che diede la vita per lottare contro la criminalità organizzata: il presidente di Democrazia Cristiana Aldo Moro.
Due uomini che ebbero il coraggio di lottare e di esporsi per i loro ideali, consci di quanto avrebbero dovuto sacrificare in nome della libertà e dei diritti. Due uomini nonviolenti, convinti del bene per il quale stavano combattendo. Due uomini che resistettero e che pagarono con la vita il prezzo della verità.
“Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!”
Peppino Impastato.