Quattro misure, tra cui un Tribunale Russell sui crimini compiuti in nome del denaro e della potenza nel contesto della pandemia del Covid-19.
Articolo di Riccardo Petrella, Roberto Savio, Reinaldo Figueredo (*)
La corsa al vaccino anticoronavirus non è una corsa sana, giusta. I grandi media ne parlano con enfasi come se si trattasse di un campionato mondiale di calcio. Essa non ha come obiettivo la salute di miliardi di persone. L’obiettivo reale è la vittoria per conquistare il brevetto sul vaccino ed arruffarsi cosi miliardi e miliardi di euro di guadagni. La priorità sono i miliardi di euro non i miliardi di persone. Le persone sono solo uno strumento per il guadagno.
Paul Hudson , capo della Sanofi, terza principale impresa mondiale del settore della salute per il fatturato (34,5 miliardi di euro nel 2018), l’ha spiegato alcuni giorni fa in maniera chiara e senza mezzi termini a) affermando che la sua impresa servirebbe in priorità gli Stati Uniti se trovasse un vaccino contre il Covid-19 e b) invitando le autorità dell’UE ad essere “altrettanto “efficaci che le autorità omologhe americane” nell’opera di ”semplificazione delle procedure regolamentari” (praticamente: meno regole pubbliche e più libertà dei mercati). Ed è qui il duplice nocciolo della questione. Primo: Sanofi afferma la libertà delle imprese di decidere per chi, dove e come organizzare l ‘accesso al vaccino. Secondo: spiega che il criterio chiave di selezione delle priorità è il rendimento finanziario. Il vaccino andrà per le categorie sociali e nei paesi dove il rendimento sarà più elevato. Oggi, secondo questo criterio gli Stati Uniti ed i suoi futuri cittadini da vaccinare e da curare rappresentano il contesto più favorevole ed il mercato potenziale più sicuro per un rendimento più elevato. Ricordiamo che Sanofi è considerata una delle imprese più redditizie nel settore. Nel solo 2018 ha distribuito ai suoi azionisti più di 3,7 miliardi di euro di dividendi! Gli Stati Uniti sono in guerra contro l’OMS e si opporranno con forza ad ogni tentativo di regolazione mondiale in materia preservando intatto il diritto di brevetto privato a scopo di lucro sui vaccini (sul vivente in generale). L’UE, invece, non piace al capo della Sanofi. La Commissione europea, il Parlamento europeo, la Francia, la Germania, l’Italia ed altri paesi extra-europei , pur non mettendo in discussione il rilascio di un brevetto o più brevetti, parlano di un vaccino anticoronavirus comune mondiale, addirittura parlano del vaccino come di un “bene pubblico mondiale” accessibile a tutti, anche se “a prezzo abbordabile”, in un contesto di cooperazione pubblico-privato sotto l’ombrello dell’OMS. Ce n’è abbastanza , a suo gusto, per mettere le mani in avanti e … minacciare. Non si tratta di una dichiarazione pubblica sconveniente per malaccortezza. Si tratta di una dichiarazione voluta, deliberata. “Il mercato”della salute è troppo importante e determinante per il futuro delle imprese farmaceutiche ( le Big Pharma) per lasciarselo sfuggire nel nome del diritto alla salute degli abitanti della Terra o, peggio ancora, nel nome di un’etica buonista di facciata da parte dei leaders politici europei tradizionalmente sostenitori dell’economia capitalista di mercato globale, come Macron, Merkel, Conte; Johnson… Ricordiamo ancora che solo un quarto (25 mila) degli occupati su scala mondiale (più di 100.000) della multinazionale Sanofi si trovano in Francia.
La posizione della Sanofi, largamente condivisa dalle altre compagnie farmaceutiche, è inaccettabile perché essa rinforza la sottomissione della scienza al servizio degli interessi economici (finanziari) e di potere (armamenti, logiche di guerra, controllo poliziesco). Mantenere la proprietà privata a scopo di lucro dei brevetti sul vivente e sull’intelligenza artificiale in un contesto di grave pandemia mondiale e di grandi ed intollerabili ineguaglianze in seno alla popolazione mondiale (se nulla cambia il rischio che nel 2030, secondo l’OMS, più di 5 miliardi di persone non disporranno di una copertura sanitaria) è un crimine contro l’umanità, Lo è anche rendere accessibile le cure contro il Covid-19 ai prezzi redditizi occidentali fissati dalle multinazionali private facendole pagare dai poteri pubblici e da organizzazioni “caritatevoli” finanziate dai cittadini.
Che fare?
Prima misura Anzitutto mantenere forte la pressione sull’opinione pubblica mondiale ( e dei parlamenti) sulla necessità che i medicinali, i tests, i vaccini devono essere trattati come beni pubblici mondiali, fuori mercato, sotto la responsabilità pubblica dei cittadini non delegata a terzi, anche finanziaria (da qui la gratuità), su basi partecipative e decentralizzate.
Occorre mettere fine ai monopoli sui medicinali, i prodotti di diagnosi, i vaccini. Bisogna liberare l’OMS dall’influenza dei lobbies industriali e commerciali e delle potenze statali.E’ tempo di liberare la scienza e l’economia dalla finanza predatrice e dalla guerra. I brevetti privati a scopo di lucro sono lo strumento di espulsione dello Stato di diritto dal governo della vita.
Seconda misura, aprire una sessione straordinaria del Tribunale Russell sui crimini della guerra economica nel campo della salute ed in particolare sui rischi di crimini contro l’umanità nella prevenzione e cura della pandemia COVID -19. Il compito di questa sessione sarà d’investigare su come i diritti alla salute di tutti gli abitanti della Terra sono negati o non garantiti nella lotta contro il COVID-19 in nome del profitto e della sicurezza sanitaria detta “nazionale”, in realtà dei ceti sociali privilegiati.
Terza misura, annullare tramite un accordo generale tra Stati oppure su basi nazionali e plurinazionali , l’attribuzione di brevetti sull’insieme degli strumenti di lotta contro la pandemia COVID-19. L’abrogazione di brevetti è già intervenuta nel passato, per esempio in Brasile (sotto la presidenza di Lula con esiti molto positivi per la popolazione) o negli Stati Uniti. Una forma più soft, ad hoc sarebbe la “licenza obligatoria”, cioè l’imposizione fatta all’impresa detentrice del brevetto di concedere la licenza di uso del vaccino. Il limite di questa formula (come anche di quella della “licenza volontaria” da parte delle imprese) è che non elimina la causa strutturale dei problemi, il brevetto
Quarta misura. Proposta minima e a corto termine. Ci riferiamo ad una proposta già avanzata da alcune ONG nel 2010 e chiamata «Medecines Patent Pool» in favore dei paesi del Sud consistente nel mutualizzare a livello internazionale le ricerche creando un pool comune nel quale sarebbero raccolti i brevetti, i segreti di fabbricazione, i finanziamenti eventuali… sotto la responsabilità di un organismo internazionale pubblico indipendente. Le imprese detentrici dei brevetti darebbero il loro accordo affinché dei fabbricanti di medicinali generici dei paesi del Sud possano produrre e distribuire i trattamenti localmente. Si tratta di un piccolo passo in avanti, da realizzare in mancanza di meglio! In realtà, i benefici attesi per le popolazioni locali potrebbero essere importanti ma il dispositivo non contribuirà a risolvere il problema strutturale e a lungo termine delle capacità autonome di sviluppo sanitario di detti paesi. La loro dipendenza dalle potenti imprese multinazionali private resterà determinante.
Il grande obiettivo mondiale è la promozione e la salvaguardia del diritto alla salute di tutti gli abitanti della Terra. Pertanto, la prima misura è il punto di partenza, come il disarmo lo è per l’obiettivo della pace, e la sicurezza sociale pubblica generale per lo sradicamento dei fattori strutturali dell’impoverimento.
(*) Rispettivamente Professore emerito dell’Università Cattolica di Lovanio, Belgio; Presidente di Other News, Italia; ex ministro della Presidenza e ex ministro degli affari esteri, Venezuela.