Il tiranno, i media, il «macigno» di Roberto Vecchioni e tutte/i noi.
Le riflessioni di db (Daniele Barbieri)
1- «Ho un macigno nel cuore»
Da anni non leggo il quotidiano «Repubblica» perchè lo trovo pessimo. Così ho scoperto con ritardo che il 10 maggio – dunque dopo la morte di Ibrahim Gökcek – in prima pagina ha ospitato un testo di Roberto Vecchioni intitolato «In ricordo degli Yorum. Ho un macigno nel cuore». Non ve lo posso incollare perchè è un privilegio riservato agli “abbonati”.
Provo a riassumere l’essenziale. Così scrive Vecchioni: «Nessuno, dico nessuno, ha nemmeno per un istante pensato di segnalare che tre ragazzi, tre musicisti, in un Paese non lontano, stavano morendo volontariamente uno per volta in un terrificante sciopero della fame per qualcosa che chissenefrega se si chiama libertà». Più avanti: «il signor Erdogan si sveglia un mattino che non è quello di Bella Ciao e si chiede “a chi posso rompere le scatole oggi?”. Mette su quattro prove false per dimostrare che Grup Yorum è affiliato a un movimento rivoluzionario di estrema sinistra e gli proibisce di esibirsi in pubblico». Il macigno nel cuore – chiarisce poi Vecchioni – è che se togli a un artista “il palco” è «come togliergli l’animo». Scrive ancora: «nessuno del grande Occidente si è fatto vivo… Ai media figurarsi, non faceva audience». E conclude: «quel macigno che ho nel cuore per un simile mondo si chiama vergogna, noia, paura, schifo, viltà, indifferenza e disperazione. Senonchè Ibrahim, morendo, ha tradotto tutti questi “si chiama” in amore».
2 – Il giorno dopo, il giorno prima
Non conosco Vecchioni e non sono su Facebook, dunque non so come fargli arrivare una mia risposta al suo articolo che in alcuni punti mi ha commosso e in due frasi mi ha fatto arrabbiare. Ovviamente ignoro se Vecchioni sia interessato ad ascoltare un Daniele Barbieri qualunque, un tipo che qualcosa sapeva e qualcosa ha fatto (ma sempre troppo poco) per il diritto a vivere in libertà di Yorum Grup. Nel caso qualcuna/o vorrà recapitargli questo mio msg, grazie.
Buongiorno Vecchioni, volevo informarla che in Turchia altre persone (artisti, avvocati, militanti) stanno digiunando fino alla morte. Sarebbe importante parlare di loro il giorno prima e non il giorno dopo. Grazie a lei se lo farà. Se, arginato il corona virus, si tornerà a fare musica nelle piazze credo che un concerto di Roberto Vecchioni (o con Roberto Vecchioni fra gli altri e le altre) dedicato ai prigionieri politici in Turchia sarebbe importante per rompere quel muro di silenzio che lei denuncia. Infine, anche a livello personale (perchè capisco la sua angoscia «nel cuore» prima che nella testa) la informo che è possibile sostenere artisti, avvocati, prigionieri politici ma anche adottare bambine/i “a distanza” delle tante famiglie perseguitate. Un piccolo gruppo di persone qui a Imola sta per unirsi (a molte altre) nelle iniziative promosse da Verso il Kurdistan; di certo c’è chi farà qualcosa “in solitudine”. Se lei desidera informazioni sarò ben lieto di indirizzarla verso altri siti della resistenza turca o della solidarietà.
Vorrei anche dirle che sono arrabbiato con lei per due cose che ha scritto. Lei è «cantautore, scrittore, ex insegnante e accademico», dunque sa l’importanza delle parole. Allora scrivere «il signor Erdogan si sveglia un mattino» fa pensare che siamo di fronte a un pazzo; invece no, è un fascista. Bisogna chiamare le cose con il loro nome, è importante. E poi scrivere «nessuno del grande Occidente si è fatto vivo… Ai media figurarsi, non faceva audience» è una frase che non spiega un perchè essenziale della solitudine di Yorum Grup e di tante altre persone: il grande Occidente democratico è in ottimi affari (armi e soldi in cambio del blocco ai profughi siriani, per dire un solo motivo) con il tiranno e per questo i nostri “liberi” media non vedono, non sentono, non parlano. Se non si riesce a nominare chi sostiene Erdogan non si capisce, secondo me, le ragioni di «un simile mondo».
3 – Informarsi è il primo passo…
… e informare altre persone è il secondo passo. Se qualcuna/o decide che (in gruppo o in solitudine) vuole sapere cosa sta accadendo in Turchia per raccontarlo deve trovare canali diversi da «Repubblica», Rai-Finivest-Sky e brutta compagnia. Qui in “bottega” abbiamo suggerito più volte dove cercare (**). Proprio ieri mi è arrivato per combinazione questo messaggio, ironico eppure terribilmente serio, che riporto qui sotto.
4 – Può capitare anche questo
Capita che il pacifismo della provincia italiana profonda abbia un suo “corrispondente” in Kurdistan, a scavalco tra i vari confini che attraversano questo Stato mai nato, la cui popolazione è vittima di ogni tipo di violenza degli Stati postcoloniali che se ne sono spartiti territorio e risorse. Popolazione, fra l’altro, protagonista di eroici tentativi di liberazione e di (talvolta esemplari, talaltra contraddittorie) esperienze di autogoverno.
Capita che un sito di storici, sempre della citata provincia italiana profonda, pubblichi le corrispondenze del suddetto che, con regolarità, forniscono notizie e riflessioni di prima mano. A dispetto della stampa mainstream, quella che, quando ha attraversato il cortile di casa, si ritrae affaticata dallo sforzo compiuto nell’aver cercato “notizie” nel retrobottega della Siòra Pina.
Non badate ai titoli talvolta scanzonati: sono questioni tutte terribilmente serie, che ci riguardano piuttosto da vicino, in questo mondo affetto da oltre trent’anni da una strisciante Terza Guerra Mondiale.
5 – Se il macigno è anche nel nostro cuore…
…allora penso che le parole dette da Vecchioni (incluse le mie due critiche?) valgono per tutte e tutti noi. Ogni persona, nel suo piccolo, può impegnarsi. L’ho già detto? Ma fate conto che ora stia guardando negli occhi Yzq e Hxj che stanno leggendo. Voi due pensate che è giusto dare una mano? Se sì, troverete il tempo? Grazie.