Dopo le testimonianze di Anita SonegoPietro ForconiDavide ScottiMattia Rigodanza, Serena VitucciVeronica AlfonsiRolando D’Alessandro, Antonella Freggiaro, Valerio Colombaroli, Amnesty International di Legnano, “Storiesalvatutti” e “Ceste sospese”  , Marco Inglessis, Roberto FantiPaola Masiero, Matilda Zacco e Valentina Angotti ascoltiamo Mariagiulia Agnoletto del Comitato milanese di Salaam Ragazzi dell’Olivo.

La nostra associazione “Salaam” è impegnata da circa 30 anni nella solidarietà con il popolo e l’infanzia palestinese. I nostri progetti sono rivolti specialmente “alle bambine e bambini palestinesi, perché possano vivere liberi nella loro terra”. Il progetto principale è quello di “affido a distanza” di oltre 100 bambini/e della parte nord della striscia di Gaza e del sostegno allo loro comunità.

L’emergenza coronavirus ha creato una situazione nuova per tutti, sconvolgendo abitudini e certezze, ma per gli attivisti ha significato anche la cancellazione di iniziative organizzate da tempo, o ancora da realizzare. Come avete vissuto e vivete questo momento?

Ci abbiamo messo un po’ di tempo a realizzare bene che questa emergenza coronavirus avrebbe condizionato, direi stravolto anche l’attività della nostra associazione. Inizialmente la vivevo/vivevamo forse più come una emergenza strettamente sanitaria (considerando anche che io sono un medico psichiatra), ma poi progressivamente ci siamo resi conto dell’enorme portata che avrebbe avuto anche nella vita quotidiana di ciascuno, nelle relazioni, nella collettività/comunità e nella vita  sociale e quindi anche nella realtà della nostra associazione.

Quindi dopo qualche settimana di “sbandamento” ci siamo messi in collegamento fra noi, cercando di capire cosa potevamo continuare a fare e cosa era necessario cancellare. In realtà prima abbiamo rinviato.. poi abbiamo capito che proprio non ce n’era… Bisognava cancellare alcune cose!

Devo dire che, in questo caso (ma forse non è la prima volta!) ci hanno sostenuto i nostri amici palestinesi, in particolare il direttore e gli operatori del nostro principale partner in Palestina. Si tratta dell’associazione educativa palestinese REC di Gaza, che segue centinaia di bambini/e e di famiglie nel campo profughi di Jabalia e dei villaggi del nord della striscia di Gaza.  Soro loro che ci hanno dato forza e impulso per proseguire, in qualche modo, la nostra attività con la vicinanza e solidarietà per la situazione italiana e mostrandoci che continuavano il loro impegno quotidiano con i bambini/e, pur tra mille difficoltà e preoccupazioni. Infatti seppure a Gaza il numero dei casi COVID positivi sia molto basso, la preoccupazione è enorme: se l’infezione dilagasse nella striscia non sarebbe assolutamente  gestibile, a causa della condizione di isolamento (per l’assedio decennale israeliano) e delle condizioni del sistema sanitario già molto precarie, per cui sarebbe una tragedia inimmaginabile!

Quali risposte nuove e creative ha trovato il vostro gruppo per continuare la sua attività nonostante le limitazioni imposte da questa emergenza?

Stiamo facendo regolarmente le riunioni del Direttivo di Salaam via Skype (7 persone), per garantire il proseguo della gestione dell’associazione.

Abbiamo dovuto rinviare l’Assemblea Associativa annuale che sarebbe stata il 20/4/20. Fra l’altro quest’anno sarebbe stata un’Assemblea Straordinaria, perché dovevamo votare un nuovo Statuto in relazione alla “Riforma del Terzo Settore”. Pertanto abbiamo avvisato tutti i soci di questo rinvio obbligato (probabilmente a ottobre), cercando comunque di inviare loro tutta documentazione relativa al nuovo Statuto etc. perché potessero studiarla. Abbiamo dovuto rinviare anche la Cena Palestinese ( prevista per il 6/6/20), che è un appuntamento molto atteso per tutti i nostri soci, promettendo di cercare di fare almeno un “aperitivo distanziato” in autunno!

Stiamo cercando di mantenere un rapporto costante con i nostri soci, affidatari (dei bambini/e di Gaza), e amici tramite l’invio più frequente di email che informino sulla vita associativa in Italia, ma specie sulla situazione a Gaza e in tutta la Palestina riguardo al COVID, ma senza dimenticare le problematiche e la situazione socio-politica generale dei territori palestinesi. Inoltre cerchiamo di chiedere a loro, anche individualmente, come stanno.

Sollecitiamo gli affidatari a scrivere più del solito ai loro bambini/e di Gaza, perché pensiamo che abbiamo tutti bisogno di relazioni intense e continuative, di essere solidali tra noi… Specie ora!

Abbiamo promosso (insieme ad altre associazioni italiane) una programmazione settimanali di film palestinesi o comunque sulla Palestina, da vedere online gratuitamente (in sostituzione di un festival sul cinema palestinese che organizziamo ogni anno a maggio/giugno in una sala milanese).

Stiamo raccogliendo fondi per sostenere le strutture sanitarie di Gaza, specie per il COVID (acquisto mascherine ecc).

Stiamo sostenendo (sia economicamente che umanamente) un giovane laureando in Medicina di Gaza (presidente dell’Associazione di Studenti di Medicina di Gaza, nostro partner nel progetto “First Aid a Gaza”), che era venuto in Italia per un tirocinio di 3 mesi all’Ospedale di Monza e che non ha potuto tornare a casa a febbraio com’era previsto.

Speriamo di trovare altre modalità più creative e significative per proseguire e incentivare l’attività di Salaam in tempi di coronavirus!!

Il nostro sito è: www.salaam-milano.org.

Per contattarci: comitatosalaam@gmail.com