Adesso tocca ai governi degli otto Stati che costituiscono l’Unione monetaria dell’Africa occidentale prendere le redini della propria politica monetaria
A Parigi, nell’ultimo Consiglio dei ministri potrebbe essere stato approvato un disegno di legge storico: il governo del presidente Emmanuel Macron ha acconsentito ad avviare il progressivo disimpegno dell’Esagono dal franco Cfa, la moneta che circola in otto Paesi africani legata alla Francia.
Adesso tocca ai governi degli otto Stati che costituiscono l’Unione monetaria dell’Africa occidentale prendere le redini della propria politica monetaria. Si tratta in particolare di Burkina Faso, Benin, Costa d’Avorio, Guinea Bissau, Mali, Niger, Senegal e Togo.
Il passo indietro di Parigi è concreto: la Francia rinuncia ad esercitare il proprio controllo attraverso la Banca centrale degli Stati dell’Africa dell’Ovest (Bceao). La Banca infatti potrà recuperare le riserve monetarie di questi Paesi dalle casse del Tesoro francese dove, in virtu’ di un accorto stretto risalente al 1945, queste vengono cedute per metà, al fine di garantire la stabilità monetaria in momenti di crisi. La moneta’ inoltre sarà ora legata all’euro in virtu’ degli accordi di cooperazione siglati a fine 2019 dagli otto governi africani con la Francia, e al posto del Franco Cfa dovrebbe vedere la luce l’Eco.
Radio France internationale evidenzia però che il controllo francese non si interrompe del tutto: i governi dovranno continuare a rendere conto a Parigi delle scelte legate alla propria moneta. Inoltre, si apre adesso un periodo di transizione: la Francia ritirerà i propri rappresentanti dalla Bceao, pertanto dovranno essere redistribuiti gli incarichi vacanti.
Bisognerà poi rivedere la politica sui tassi d’interesse, sulle riserve obbligatorie e sull’emissione della moneta. Altra questione sul tavolo, è il nome della valuta. “Eco” è la scelta che convince tutti, tranne gli altri Paesi della Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Ecowas/Cedeao) che avevano intenzione di adottare quel nome per la propria moneta comune.
Resta il fatto che Franco Cfa ad alcuni ricorda l’epoca in cui è nata, quando la Francia vantava il proprio dominio coloniale su questi Paesi. Il franco Cfa è infatti sempre stato al centro di un’accesa polemica: i suoi detrattori contestavano che, a causa di questo meccanismo, gli Stati non potessero godere di una reale sovranità monetaria, un deficit che alimenta povertà e mancanza di sviluppo. I fautori invece sottolineavano la stabilità che tale meccanismo conferiva alle economie dei Paesi africani.
Articolo di Alessandra Fabbretti