L’epidemia da Covid-19 dovrebbe indurre a una profonda riflessione sul grado di efficienza del nostro sistema sanitario.

Prima di questa epidemia c’era la diffusa convinzione che il Servizio Sanitario italiano fosse uno dei migliori del mondo. La realtà sta dimostrando, invece, che questa credenza era falsa.

Per essere più precisi, è vero che gli operatori sanitari e i ricercatori del Servizio Sanitario italiano sono, sia per preparazione che per efficienza, tra i migliori al mondo, ma lo stesso non si può dire delle strutture in cui essi operano e dei mezzi a loro disposizione.

Anche nelle regioni più virtuose si sono evidenziate numerose insufficienze, riguardanti soprattutto la disponibilità di posti letto, di servizi di emergenza, di terapia intensiva, di personale medico e sanitario, a cui si è aggiunta l’inadeguatezza dei percorsi d’intervento in continuità assistenziale.

La causa principale di tale inadeguatezza del Servizio Sanitario, evidenziata dall’attuale emergenza Covid, è la miope strategia delle politiche di razionalizzazione economica, basate sul taglio “lineare” dei posti letto, scesi dai 6,2 per mille abitanti del 1996 ai 3,07 di oggi, e sull’abbassamento dei tetti di spesa per il personale, i beni e i servizi sanitari.

La differenza nelle risorse impiegate per la sanità tra l’Italia e gli altri paesi simili per livello demografico ed economico si è progressivamente dilatata a partire dal 2005, al punto che nel 2018 per ogni euro speso dallo Stato  per curare un cittadino italiano il governo francese ne spendeva il 70 per cento in più e quello tedesco più del doppio.

Spesa sanitaria pubblica pro-capite (Fonte: OECD Health Data, 2019)

differenza % con l’Italia
  2005 2010 2018   2005 2010 2018
Italia € 2.292 € 2.402 € 2.542
Francia € 2.949 € 3.161 € 4.348 28,6 31,6 70,5
Germania € 3.005 € 3.436 € 5.200 31,1 43,0 104,0
Regno Unito € 2.246 € 2.821 € 3.302 – 2,0 17,4 29,4

 

Il quadro non migliora per quel che riguarda la spesa per investimenti. Solo considerando il quinquennio 2013-2018, secondo il Rapporto 2019 della Corte dei Conti, in Italia questa è diminuita del 55 per cento circa per le infrastrutture immobiliari, del 42 per cento circa per impianti e macchinari e del 21 per cento circa per attrezzature mediche e scientifiche.

Con questi dati di spesa, ecco che viene spiegato come mai ci ritroviamo con un sistema sanitario che ha a disposizione solo 5mila posti di terapia intensiva, cioè  circa 1/6 di quelli disponibili in Germania (28 mila) e circa 1/3 di quelli disponibili in Francia (14 mila).  Il tutto con livelli di scorte di farmaci e di dispositivi medici sostanzialmente invariati, in valore reale, rispetto al 2010.

Inoltre nel nostro paese nella distribuzione delle risorse pubbliche si sono privilegiati ambiti diversi dalla sanità. I dati, infatti, mostrano che tra il 2010 e il 2018 l’incidenza della spesa sanitaria sul totale della spesa pubblica è diminuita per l’Italia, mentre è aumenta per gli altri maggiori paesi europei.

Spesa sanitaria, in percentuale, su spesa pubblica totale

(Fonte: WHO, Global Health Observatory Database, 2019)

  2010 2018 2010/2018
Italia 14,1 13,5 – 4,3
Francia 14,1 17,0 + 20,6
Germania 19,5 21,7 + 9,7
Regno Unito 15,0 18,9 + 26,0

 

Questi sono solo alcuni dati, ma già da questi si può dedurre come sia stata inadeguata la politica in generale e quella italiana in particolare, nel rispetto del mandato costituzionale e della Dichiarazione Universale dei diritti umani, che pongono come assoluta priorità la tutela della salute pubblica.

Oggi più che mai risulta quindi necessario che la gestione della salute pubblica sia impostata in base all’unico principio valido, per troppo tempo dimenticato o trascurato: “Niente al di sopra dell’essere umano, nessun essere umano al di sotto di un altro”.

Ora, siccome i veri cambiamenti non avvengono per semplice pressione di eventi avversi, ma soprattutto per la messa in campo di intenzionalità ben precise, da varie parti del mondo alcuni umanisti hanno lanciato la campagna #SaluteDirittoUniversale, al fine di ribadire innanzitutto che la salute è e deve sempre essere al di sopra delle leggi di mercato e delle speculazioni finanziarie.

Per leggere e firmare la petizione: #SaluteDirittoUniversale