Un proposta destinata a coloro che vivono in Italia in condizione di irregolarità o di precarietà giuridica per ridare loro dignità raccoglie in poche ore centinaia di adesioni. No alla limitazione per settori produttivi: “Sapere chi c’è in Italia e includerlo nei percorsi sanitari di prevenzione, diagnosi e cura è oggi indispensabile per la salute di tutti”.
Centinaia le adesioni per una proposta trasversale e unitaria di regolarizzare le persone straniere in Italia. Persone del mondo della cultura e accademico, giornalisti, giuristi, scrittrici, assieme a centinaia di associazioni, in rappresentanza di una società civile coesa nel chiedere il riconoscimento della dignità alle centinaia di migliaia di persone straniere che, prive di permesso di soggiorno per lavoro o con un documento precario sono esposte oggi a maggiori rischi di sfruttamento e di emarginazione sociale.
Tra le adesioni individuali – oltre 250 in poche ore – hanno risposto Luigi Ciotti, Roberto Saviano, Clotilde Pontecorvo, Gherardo Colombo, Enrico Pugliese, Armando Spataro, Alessandro Robecchi, Ida Dominijanni, Giuliano Pisapia, Annamaria Rivera, Leoluca Orlando, Gad Lerner, Silvia Borelli, Vladimiro Zagrebelsky, Marina Boscaino, Salvatore Settis , Virginio Colmegna, Carlo Petrini, Elvira Mujčić, Livio Pepino,Shel Shapiro, Marzia Barbera, Yvan Sagnet, Giuseppe Cederna, Pina Sodano, Luigi Manconi, Silvia Vegetti Finzi.
Centinaia le associazioni che, oltre all’ASGI, hanno aderito alla proposta, tra cui Libera, Gruppo Abele, la Campagna Ero straniero – L’Umanità che fa bene, 6000 sardine, Action Aid, SOS Rosarno, ARCI, Italiani Senza Cittadinanza, CNCA, ACLI, OXFAM.
Nell’attuale emergenza sanitaria mondiale dove è impossibile il movimento delle persone, anche per il ritorno nei Paesi di origine, per effetto della chiusura dei confini di moltissimi Paesi, è oggi più che mai necessario che il Governo e il Parlamento italiano promuovano una regolarizzazione dei cittadini stranieri presenti in Italia perseguendo due obiettivi oggi imprescindibili: l’emersione dall’invisibilità di migliaia di persone che vivono e/o lavorano nel territorio italiano ed una conseguente migliore tutela della salute personale e pubblica.
“Riteniamo necessario” si legge nella premessa della proposta destinata al Governo e al Parlamento ed in particolare alla Ministero dell’Interno, dell’Agricoltura, del Lavoro e della Salute ” non limitare la proposta a determinati settori produttivi, che rispondono alla sola esigenza di utilizzo di manodopera ove più forte è lo sfruttamento lavorativo, ma destinare la proposta a tutti/e coloro che vivono in Italia in condizione di irregolarità o di precarietà giuridica e che attraverso il permesso di soggiorno, per lavoro o per attesa occupazione, possono emergere come persone e non solo come manodopera. Soggetti di diritti e non solo braccia per il lavoro”.
“Perché ciò sia possibile abbiamo ipotizzato non solo l’emersione dal lavoro irregolare o precario ma anche il rilascio di un permesso di soggiorno per “ricerca occupazione”, che finalmente svincoli la persona straniera da possibili ricatti o dal mercato dei contratti che hanno contraddistinto tutte le pregresse regolarizzazioni”.
“La proposta che sosteniamo – concludono le associazioni – comprende perciò una duplice possibilità: la richiesta di permesso per “ricerca occupazione”, di durata annuale e convertibile alla scadenza, oppure la richiesta di emersione dal lavoro irregolare, con sospensione dei procedimenti penali, amministrativi o fiscali in capo al datore di lavoro, fino all’esito del procedimento e loro estinzione in caso di definizione positiva, con rilascio di un permesso di soggiorno per lavoro di durata annuale e convertibile alle condizioni di legge”.