Dopo la testimonianza di Anita Sonego, diamo la parola a Pietro Forconi, attivo in due gruppi ambientalisti milanesi.
1- L’emergenza coronavirus ha creato una situazione nuova x tutti, sconvolgendo abitudini e certezze, ma per gli attivisti ha significato anche la cancellazione di iniziative organizzate da tempo, o ancora da realizzare. Come hai vissuto e vivi questo momento?
L’emergenza coronavirus ha colpito la società a 360 gradi e di conseguenza anche le attività delle realtà di cui faccio parte, ossia il Collettivo Resilient Gap e il Comitato Salviamo il Parco Bassini.
Con Resilient GAP abbiamo dovuto annullare molteplici iniziative già programmate: due conferenze, una iniziativa di pulizia al Parco delle Cave, una gita, un ciclo di Climate Change Conference Simulation, delle presentazioni sui cambiamenti climatici nelle scuole e tanto altro.
Con il Comitato Salviamo il Parco Bassini abbiamo dovuto annullare un’assemblea pubblica prevista per marzo e un’iniziativa di coinvolgimento di studenti e studentesse in Piazza Leonardo Da Vinci.
Personalmente questo momento lo vivo come una grossa emergenza a cui ognun* deve dare il suo contributo per contribuire a risolverla, ossia – nei limiti delle nostre possibilità – aiutare chi da questa emergenza sta più soffrendo: dagli aiuti alimentari a chi sta in un’emergenza economica aggravata dall’assenza di ammortizzatori sociali, ad offrirsi per fare commissioni per conto delle persone a rischio. Il tutto mantenendo ovviamente tutti i protocolli di sicurezza e rispettando il distanziamento sociale.
Ho pensato che dobbiamo farci forza e mentre adattiamo le nostre vite personali a questa nuova vita quotidiana, continuare a mantenere il focus sul tipo di realtà sociale che vogliamo costruire ad emergenza finita.
Personalmente, non voglio tornare alla “normalità” precedente, perché la normalità precedente è quella che ha aggravato e intensificato l’emergenza Covid-19 in cui ci troviamo ora: dalla distruzione di ecosistemi naturali che ha consentito il salto zoonotico del virus, alla globalizzazione selvaggia che ne ha favorito la trasmissione; dai tagli alla sanità avvenuti in Italia negli anni passati, alla ritardata e parziale chiusura delle attività produttive non essenziali per via delle pressioni dei gruppi industriali che hanno anteposto l’interesse di categoria al bene della società collettiva.
2- Quali risposte nuove e creative ha trovato la tua associazione per continuare la sua attività nonostante le limitazioni imposte da questa emergenza?
Come Comitato Salviamo il Parco Bassini stiamo mantenendo i contatti tra noi con riunioni telematiche periodiche. Inoltre siamo in costante contatto con gli altri comitati cittadini che si occupano di cause simili alla nostra e che hanno la nostra stessa visione del modello di città; stiamo organizzando e pensando ad un percorso di condivisione e di supporto reciproco delle cause per accrescere la nostra forza.
Come Resilient GAP stiamo adattando molti dei nostri progetti alla situazione attuale: come rendere il progetto “Biblio GAP” e i Cineforum fruibili anche da remoto, stiamo finalizzando la parte grafica del nostro progetto “Guida Galattica per Ecologisti” e abbiamo in mente un nuovo progetto per sentirci meno sol* durante questa quarantena (stay tuned).