Dopo le testimonianze di Anita Sonego, Pietro Forconi, Davide Scotti, Mattia Rigodanza, Serena Vitucci, Veronica Alfonsi, Rolando D’Alessandro, Antonella Freggiaro, Valerio Colombaroli, Amnesty International di Legnano, “Storiesalvatutti” e “Ceste sospese” e Marco Inglessis, è la volta di Roberto Fanti dell’associazione milanese BovisAttiva.
“BovisAttiva promuove tutte le iniziative utili e necessarie […] per la ricerca di soluzioni alle problematiche del quartiere, la difesa della qualità della vita, la salvaguardia della salute pubblica, […] della viabilità e, in genere, […] di tutto quanto sia di pubblico interesse; […] sostiene le richieste dei cittadini intervenendo presso gli enti della pubblica amministrazione […], per sviluppare e migliorare le condizioni di vita sotto il profilo socio-ambientale e territoriale; favorisce e promuove la partecipazione dei cittadini e la collaborazione con enti pubblici e privati nonché con altre realtà associative presenti sul territorio per realizzare feste ed eventi di informazione e di aggregazione dei cittadini”.
Ed effettivamente, questo Comitato di quartiere svolge davvero tutto questo, possibilmente anche di più. Ho avuto infatti il piacere di conoscere personalmente il presidente Michele Polito di BovisAttiva e uno dei suoi soci fondatori, Roberto Fanti, in seguito alla mia volontà di rendermi utile nel recupero del cibo. In particolare, anni fa ero entrata in contatto con un’altra stupenda associazione attiva nel Comune di Milano, Recup, che si occupava e si occupa tuttora di recuperare il cibo invenduto dei mercati per distribuirlo gratuitamente alle persone che ne hanno bisogno o che semplicemente vogliono combattere lo spreco del cibo. Ebbene, alcuni soci di BovisAttiva hanno coadiuvato, allargandola, la rete di Recup, portandola anche qui a Dergano, dove operano in un mercato locale. In seguito, ho anche avuto il piacere di conoscere altri due soci: Alessandro Cirillo e la sua compagna Gabriella Artioli, infaticabili ed appassionati ideatori di sorprendenti passeggiate in bicicletta, lungo percorsi verdi e ciclabili per tutta la città di Milano, altro fantastico progetto di BovisAttiva che prende il nome di CicloBovisAttiva.
Abbiamo intervistato Roberto Fanti, per farci raccontare l’esperienza da loro ideata per far fronte all’emergenza coronavirus, “Bovisa Solidale”.
L’emergenza coronavirus ha creato una situazione nuova per tutti, sconvolgendo abitudini e certezze, ma per gli attivisti ha significato anche la cancellazione di iniziative organizzate da tempo, o ancora da realizzare. Come hai vissuto e vivi questo momento?
Per cominciare, noi lavoriamo all’interno dei quartieri Bovisa e Dergano, anche se nasciamo ufficialmente come comitato di quartiere di Bovisa; storicamente però i due quartieri hanno un legame che continua anche oggi. Come credo sia capitato a tanti, questa emergenza Coronavirus al momento ha fermato le nostre iniziative abituali.
Ad esempio abbiamo dovuto cancellare i nostri venerdì di Recup al mercato di Via Catone in Bovisa: era impegnativo, ma il contatto umano con i nostri amici mi viene a mancare. Si chiacchierava di tutto con le persone che ci venivano a trovare. Non è solo il gesto in sé di consegnare del cibo che altrimenti verrebbe ingiustamente buttato a gente che può averne bisogno, ma è anche un momento in cui le persone si raccontano; spesso è gente sola, emarginata.
Per il resto, da pensionato, la mia vita non ha subito altri grandi cambiamenti. È solo rispetto al volontariato che c’è stato un congelamento di tutte le iniziative che prevedevano ad esempio anche un confronto con le istituzioni, anche se di questo sinceramente non sento assolutamente la mancanza (dice ridendo Roberto, ndr)! Una parte importante del lavoro di BovisAttiva infatti, è costituita dal proporre iniziative, portare le nostre istanze o chiedere permessi al Comune.
D’altro canto però, questo momento di pausa mi permette di pensare a me stesso: è come essere sospesi in una bolla. Mi piace leggere, vedere film, ascoltare la musica. Quindi c’è tutto un mondo di “vacanza” che vale la pena di essere vissuto per quello che è, anche se obbligato; chiaro che potendo scegliere mi incontrerei volentieri con le mie figlie e gli amici, ma questo spazio lo sfrutto al meglio per fare le mie cose. Dopotutto, anche con amici e familiari suppliamo con chiamate e videochiamate: oggi la tecnologia ci aiuta come non avrebbe potuto fare fino a pochi decenni fa.
Quali risposte nuove e creative ha trovato la tua associazione per continuare la sua attività nonostante le limitazioni imposte da questa emergenza?
Ci è venuto naturale chiederci come potevamo mettere in campo le nostre energie: per prima cosa abbiamo utilizzato la tecnologia, ad esempio la piattaforma Zoom, per rimanere in contatto e non fermare la vita dell’associazione BovisAttiva.
Poi abbiamo cercato di concentrare la nostra voglia di essere d’aiuto nell’intercettare le nuove esigenze create dall’emergenza coronavirus. Abbiamo valutato la possibilità di aiutare chi per vari motivi era impossibilitato a uscire di casa per le esigenze più basilari, come spesa e medicine. A questo scopo abbiamo creato una rete di volontari disponibili a fare la spesa e a ritirare i farmaci. Una decina di persone associate a BovisAttiva si sono rese disponibili ed è nato così il progetto “Bovisa Solidale”; dopodiché, sia attraverso la pagina Facebook che con volantini per strada, negli androni dei palazzi e nelle farmacie, siamo riusciti ad informare gli abitanti del quartiere della nostra iniziativa.
Mi sembra di poter dire comunque che le richieste di intervento siano inferiori alla media di aiuti nelle altre aree di Milano e mi piace pensare che questo dipenda da un quartiere con una sua storicità, che quindi conserva ancora una sua solidarietà di base, data magari dal vicino di casa. Noi siamo intervenuti per la maggior parte aiutando persone anziane e persone con problemi di salute.
In seguito ci siamo anche collegati al servizio del Comune di Milano “Milano Aiuta” e contemporaneamente dai nostri social abbiamo anche cercato di diffondere tutte le iniziative di cui siamo venuti a conoscenza.
Negli ultimi giorni abbiamo fatto partire anche un servizio di raccolta alimentare, che si è ispirato all’iniziativa napoletana “Spesa sospesa”. Diversamente da loro, pur raccogliendo anche noi i viveri nei negozi del quartiere e rivolgendoci alle persone in difficoltà economica, non lasciamo i prodotti comprati e offerti dagli abitanti del quartiere fuori dal negozio per farli raccogliere da chi passa, ma li portiamo direttamente alle famiglie in difficoltà segnalateci dal Municipio e dalle parrocchie locali. Questo anche per permettere una maggiore riservatezza a chi effettivamente si trova a dover affrontare tali difficoltà.