Il 4 aprile l’avvocato cinese per i diritti umani Wang Quanzhang è stato rimesso in libertà dopo aver trascorso in carcere quattro anni e mezzo per “sovversione dei poteri dello Stato”.
Wang Quanzhang era stato arrestato il 3 agosto 2015 in una retata di oltre 250 attivisti e avvocati per i diritti umani. Prima dell’arresto si era occupato di difesa della libertà di religione e aveva avuto tra i suoi clienti diversi esponenti del Movimento dei nuovi cittadini, un’organizzazione della società civile che promuoveva la trasparenza dell’azione di governo e chiedeva la fine della corruzione.
Solo nel luglio 2018 un avvocato aveva informato la famiglia che era vivo e detenuto nella prigione di Tianjin. Nel gennaio 2019, al termine di un processo irregolare, era stata emessa la condanna.
La buona notizia è però solo a metà.
Secondo le condizioni notificategli al momento della scarcerazione, Wang Quanzhang non potrà ritornare a Pechino – dove vivono sua moglie Li Wenzu e il loro figlio – ma dovrà rimanere nella sua città natale, Ji’nan, a 400 chilometri di distanza dalla capitale. Sarà probabilmente tenuto sotto costante sorveglianza e non potrà muoversi liberamente.